Friday, April 9, 2010

L’idiota di massa seriale

Gian Piero de Bellis ha pubblicato sul suo sito Polyarchy.org un interessante analisi dell'uomo massificato dal titolo “From the serial mass moron to the singular human being.”

Questo è un breve estratto in italiano, in attesa che pubblichi la traduzione completa e riveduta.
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Di Gian Piero de Bellis


La società degli ultimi cento anni è stata precedentemente caratterizzata come una società di massa.

Se confrontiamo la società di massa attuale con quella aristocratica di un’epoca passata troviamo aspetti che non sono affatto negativi. Infatti, la società di massa significa anche che molti individui (e non solo alcuni ricchi aristocratici) sono in grado di godere di beni e servizi che erano un tempo appannaggio di una elite, e questo è un fatto positivo. Inoltre, molti individui sono fuoriusciti da una situazione di rigida soggezione ad un padrone aristocratico, dalla nascita alla morte, e controllano maggiormente il corso della loro vita.

Comunque, accanto ad alcuni cambiamenti positivi, dovuti in larga parte al progresso tecnologico, sono apparse anche molti aspetti sgradevoli. Il più significativo è il fatto che la società di massa, soprattutto nella prima metà del secolo XX, non è composta da una moltitudine di individui distinti che si ritrovano assieme. La parte più consistente è fatta di esseri-massa più o meno identici (el hombre masa descritto da Ortega y Gasset ne La Rebelion de las masas, 1930) sotto la guida e la tutela di potenti capi politici (Mussolini, Hiter, Stalin, Roosevelt, Churchill, Franco, Salazar). In una società di massa dominata dallo stato territoriale monopolistico gli uomini sono prodotti dai governanti come oggetti in serie nella catena di montaggio delle scuole gestite dallo stato, dei mezzi di comunicazione dominati dallo stato, delle industrie controllate dallo stato.

In un periodo successivo (la seconda metà del secolo XX) con la fine dei capi politici potenti assistiamo all’emergere di figure (Adenauer, De Gaulle, Attlee, De Gasperi, Eisenhower, Macmillan) scelte come per rassicurare il popolo stanco di combattimenti. Alcune di queste figure quasi paterne hanno coesistito con altre più giovani e più vibranti (Kennedy, Trudeau) che hanno prefigurato la situazione attuale in cui il capo è essenzialmente uno show-man o show-woman o è capace di agire come tale. Dai politici e dalla politica l’uomo massa chiede sempre più di essere intrattenuto, oltre che di essere esentato dallo sforzo di pensare e di agire, sperando che altri risolveranno magicamente tutti i suoi problemi.

Quello che si suppone caratterizzasse soprattutto il secolo XIX, e cioè la lotta per l’esistenza e la sopravvivenza del più adatto, è stato rimpiazzato nel corso del secolo XX secolo dall’incessante consumo di beni e dall’emergere del più grasso. Il compito più importante al giorno d’oggi è quello di consumare e di continuare a consumare perché l’economia, questa entità magica che nessuno ha mai visto, esige ciò.

Chiaramente tutto ciò è stato possibile perché, durante il XX secolo, sulla base di un incredibile aumento della produzione, lo stato militare prima e lo stato assistenziale poi sono riusciti a generare quello che può essere definito come l’idiota di massa seriale.

Focalizzando l’attenzione sull’attuale idiota di massa prodotto dallo stato con il supporto dei mezzi di distruzione mentale (e cioè i mass-media), tre aspetti, condivisi da un gran numero di gente, balzano all’occhio. Essi sono:
  • l’obesità fisica
  • l’apatia mentale
  • l’aridità morale
L’esistenza dell’idiota di massa seriale è stata sostanziata da studi sperimentali e anche da episodi reali. Esaminiamo brevemente solo alcuni casi esemplari che mettono in luce la manipolazione e la degenerazione di quanti vivono in una società di massa sotto il controllo e la tutela dello stato. La manipolazione e la degenerazione sono stati resi possibili, come accennato in precedenza, dal fatto che coloro che hanno il potere politico e culturale hanno sfruttato a loro vantaggio alcuni aspetti della dinamica natura umana – formazione culturale quali ad esempio:
Prestigio connesso allo status (caratteristica umana: docilità). Stanley Milgram, forse uno degli psicologi più anticonvenzionali e geniali di tutti i tempi, ha escogitato un esperimento (1963) in cui un soggetto era autorizzato, da una presunta autorità scientifica (un attore), ad amministrare delle scariche elettriche (simulate) di varia intensità ad una persona (un altro attore) al fine di migliorare le sue capacità mnemoniche. Il fatto che molti soggetti (in un caso specifico 26 su 40) siano stati pronti ad infliggere quelle che essi ritenevano fossero davvero scariche elettriche di eccezionale grandezza (450 volt) seguendo le istruzioni di un uomo in camice bianco (un esperto) era ed è tuttora indicativo della propensione umana ad essere obbedienti all’autorità anche quando si tratta di mettere in atto richieste estremamente immorali (Stanley Milgram, Obedience to Authority, 1974).

Potere connesso al ruolo (caratteristica umana: accettazione). Nell’esperimento condotto dallo psicologo Zimbardo (1971) furono assegnati a caso ad un gruppo di studenti i ruoli di carcerato e di guardia in una prigione fittizia ricavata da spazi all’interno dell’edificio di psicologia dell’Università di Stanford in California. Le guardie furono, quasi fin dall’inizio, talmente prese dal loro ruolo e consapevoli del loro potere che si comportarono in maniera molto autoritaria e sadica nei confronti dei loro compagni studenti che interpretavano il ruolo di carcerati; questi ultimi a loro volta divennero, quasi tutti, stranamente sottomessi e obbedienti. L’esperimento dovette essere sospeso dopo solo sei giorni (invece delle due settimane previste) perché stava sfuggendo di mano, sollevando problemi morali di violenza materiale e psicologica incompatibili con una ricerca scientifica (Philip Zimbardo, The Lucifer Effect, 2007).

Pressione connessa al numero (caratteristica umana: conformità). L’esperimento di Asch (1955) ha rappresentato una sorta di test scientifico della famosa fiaba di Hans Christian Andersen, Gli abiti nuovi dell’imperatore, in cui le persone ripetono quello che la maggioranza proclama anche se quanto detto non è altro che pura e semplice idiozia. Nell’esperimento un soggetto è messo in un gruppo in cui è stato richiesto agli altri membri di dare risposte sbagliate ad una serie di domande concernenti linee geometriche. Il risultato è stato che in molti casi (36,8%) il soggetto si è adeguato alla maggioranza dando risposte grossolanamente sbagliate andando contro la sua percezione e il suo giudizio. La pressione sociale a conformarsi era per taluni così forte che essi preferivano sbagliare con la maggioranza che sostenere il vero da soli (Solomon Asch, Opinion and Social Pressure, 1955).
L’aspetto centrale, estremamente sconcertante e preoccupante, che emerge da tutti questi esperimenti, è che alcune caratteristiche della natura umana che sono quanto mai necessarie ed utili per promuovere la socialità e pacifiche relazioni sociali (la docilità, l’accettazione, la conformità) possono diventare anche, nelle mani di un qualche potere, armi aggressive che spingono le persone a commettere ogni sorta di idiozia, misfatto e perfino atrocità.

In altre parole, l’idiota di massa seriale così caro al potere statale per la sua docilità, accettazione, conformità, è un bravo ometto, generalmente incapace di far male ad una mosca, il quale potrebbe benissimo prender parte ad atti di brutalità o a programmi di sterminio di massa, basta solo che riceva ordini da persone vestite in maniera appropriata (scienziati in camice bianco o militari in alta uniforme), i quali godono di una posizione sancita dalla legge (ad es. i burocrati statali) e sono riconosciuti e sostenuti da un consistente numero di altri ometti (cioè, individui appropriatamente manipolati). Questo è quello che è stato già qualificato come “la banalità del male” (Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem, 1963).

Quindi, quando avvenimenti atroci hanno luogo non c’è bisogno poi di discorsi indignati riguardo alla malvagità della natura umana e di esortazioni altisonanti in favore di un percorso di redenzione e di conversione. Questi sono proclami del tutto superficiali e idioti che servono solo a mascherare il meccanismo reale marcio che ha reso tutto ciò possibile, e cioè l’attribuzione di una sovranità monopolistica ad una certa entità (lo stato territoriale) nel cui nome e sotto la cui istigazione quasi tutte le atrocità sono commesse. L’esistenza di questo potere monopolistico costituisce il pericolo più spaventoso per il buono sviluppo della natura umana. Fino a quando questo potere non è denunciato e dissolto continueremo probabilmente ad assistere o addirittura a partecipare a casi estremi di follia collettiva (come il genocidio in Ruanda del 1994) o ad eventi ordinari di miseria morale.

Presentiamo allora alcuni di questi casi di ordinaria oscenità morale per chiarire meglio ciò a cui si fa qui riferimento:
L’accoltellamento di Kitty Genovese. Nel 1964, Catherine Susan Genovese, nota agli amici con il soprannome di Kitty, fu colpita a morte con un coltello vicino alla sua casa a Queens, New York. Lo stesso uomo, che la violentò anche, colpì Kitty Genovese ripetutamente in due attacchi successivi. Molte persone che vivevano nell’area furono almeno parzialmente consapevoli che qualcuno era stato aggredito ma essi non fecero praticamente nulla. Finalmente, dopo il secondo attacco, una persona telefonò alla polizia; Kitty Genovese morì nell’ambulanza che la portava in ospedale. Le circostanze riguardanti la sua morte, pur non essendo così orribili come riportato allora da un cronista del New York Times (Martin Gransberg, “Thirty-Eight Who Saw Murder Didn't Call the Police.” 27 Marzo 1964) sono nondimeno terrificanti e indicative dell’apatia e dell’indifferenza delle persone che vivono in una società di massa.

L’uccisione di James Bulger. Nel 1993, James Bulger, un bambino di due anni, fu portato via e ucciso da due adolescenti di dieci anni. I ragazzini condussero il bambino prima in un lontano canale e poi in vari altri luoghi. Durante il lungo tragitto a piedi, il bambino impaurito e già con alcuni lividi fu visto da 38 persone ma solo due intervennero in maniera molto blanda lamentandosi del modo in cui era trattato; nonostante ciò, alla pari di tutti gli altri, essi non fecero praticamente nulla. Jame Bulger fu alla fine condotto sulla linea ferroviaria vicino alla stazione di Walton & Anfield (Liverpool) e colpito con una sbarra di ferro che gli fracassò il cranio. Dopo aver provocato 42 ferite dappertutto sul corpo, i ragazzini collocarono il bambino sui binari ferroviari dove fu tagliato in due da un treno dopo che essi si erano allontanati. Questo episodio ripete lo stesso modello del caso precedente; molte persone videro che c’era qualcosa di sbagliato, ma non ebbero l’energia, il coraggio e la voglia di intervenire. Per l’idiota seriale di massa l’intervento spetta allo stato. È necessario quindi fare riferimento a un episodio in cui lo stato fu chiamato ad intervenire.

L’annegamento di Jordan Lyon. Nel 2007 Jordan Lyon, un ragazzo di 10 anni si gettò in uno stagno nei pressi di Manchester (Inghilterra) per salvare sua sorella. Dopo averla trascinata verso la riva scivolò sott’acqua a causa del peso della sorella. I poliziotti chiamati sul posto per cercare di salvarlo non intervennero perché, come è stato in seguito precisato, non avevano seguito lezioni di salvataggio in acqua e di pronto soccorso.
Quello che questi episodi mostrano non è la malvagità della natura umana ma la pura e semplice cancellazione dell’umanità (e quindi della natura umana) e la riduzione degli individui a macchine prive di sentimenti, pensieri, volontà. L’idiota seriale di massa ha rinunciato al suo compito di essere umano e ha delegato tutto al Grande Fratello, lo stato territoriale monopolistico, a cui ha consegnato il suo corpo, il suo cervello, la sua anima.
L’idiota di massa seriale generato dal Grande Fratello è ora:
  • Un professionista nello scaricare le responsabilità.
  • Un esperto nell’evitare i biasimi.
  • Un campione nell’arte della credulità.
A parte alcuni casi gravi di straordinaria violenza a livello individuale, l’idiota di massa seriale può essere assimilato più ad un gregge di pecoroni che ad un branco di lupi. In realtà, l’immagine convenzionale degli uomini come lupi non ha mai colto particolarmente nel segno e quindi la vecchia (falsa) affermazione “homo homini lupus” dovrebbe essere sostituita da una nuova e più realistica espressione: “homo homini loco”. Questa caratterizzazione (loco=stupido) significa che noi siamo lentamente diventati idioti totali che si autoingannano credendo che i problemi sociali derivano dalla malvagità intrinseca alla natura umana mentre essi sorgono a causa della perdita di qualsiasi traccia di natura umana. Coloro che sono al potere hanno manipolato le qualità umane (senza trovare alcuna opposizione) al fine di distruggere la natura umana (umanità) e giustificare così il loro ruolo oppressivo di guardiani. Quella che è emersa è la “follia sotto controllo” (“controlled insanity”) così bene descritta da George Orwell in 1984, in cui “la vera caratteristica della vita moderna non è la sua crudeltà e insicurezza, ma semplicemente il suo squallore, la sua tetraggine, la sua apatia”.

Il diventare un idiota seriale di massa privo di natura umana è la sola o quanto meno la più probabile strada aperta alla maggior parte delle persone nella società di massa plasmata dal Grande Fratello, lo stato monopolistico.

Comunque, non è la sola opzione per coloro che non vogliono essere triturati come individui e ridotti a poltiglia informe, pressata nella stesso stampo identico per tutti (la manifattura statale delle identità).

Paradossalmente i governanti approfittano specialmente delle qualità più peculiari dell’essere umano (potenzialità, plasticità, polivalenza) per farne un docile strumento, cristallizzato in un comportamento stabilito e, alla fine, privo di quelle qualità proprie della natura umana. Per cui coloro che non sono interessati a diventare idioti seriali di massa devono impegnarsi a recuperare le loro qualità umane che possono essere messe pienamente in uso in una realtà sociale totalmente differente che non è solo possibile ma anche preferibile.

3 comments:

Anonymous said...

Bello! Veramente molto bello! Complimenti all'autore!
e al traduttore ovviamente.

Paxtibi said...

Sono la stessa persona, io l'ho solo postato. :-)

Anonymous said...

qualque commento su "musica per lupi" di dario fertilio?

newson