L'economia è molto semplice, in fondo.
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La libertà generale di acquistare e di vendere è quindi l'unico modo di assicurare, da un lato, al venditore, un prezzo sufficiente per incoraggiare la produzione e, dall'altro, al consumatore, le migliori mercanzie al prezzo più basso. Questo non vuol dire che in particolari casi non troveremo un commerciante disonesto e un consumatore truffato; ma il consumatore truffato imparerà dall'esperienza e cesserà di frequentare il commerciante disonesto, che cadrà in discredito e sarà così punito per la sua disonestà; e questo non accadrà mai troppo spesso, perché generalmente gli uomini saranno illuminati dal loro evidente interesse personale.
Attendersi che il governo impedisca tali truffe in ogni caso sarebbe come voler fornire dei cuscini ad ogni bambino che potrebbe cadere. Assumere che sia possibile impedire con successo, con delle regolamentazioni, tutti i possibili atti illeciti di questo genere, è sacrificare ad una perfezione chimerica qualsiasi progresso dell'industria; è limitare l'immaginazione degli artigiani negli stretti confini dell'abituale; è vietare qualsiasi nuovo esperimento; è rinunciare persino alla semplice speranza di competere con gli stranieri nella fabbricazione di nuovi prodotti che essi inventano quotidianamente, dal momento che, poiché essi non si conformano alle nostre regolamentazioni, i nostri operai non possono imitare questi articoli senza in primo luogo ottenere un permesso dal governo, ovvero, spesso dopo che le fabbriche estere, avendo tratto profitto dal primo entusiasmo dei consumatori per questa novità, l'hanno già sostituita con qualcos'altro. Significa dimenticare che l'esecuzione di queste regole è affidata sempre a uomini che possono avere molto più interesse nella frode o nella connivenza alla frode poiché la frode che potrebbero commettere sarebbe poi coperta in qualche modo dal sigillo dell'autorità pubblica e dalla fiducia che questo sigillo ispira ai consumatori. Significa inoltre dimenticare che queste regolamentazioni, questi ispettori, questi uffici per il controllo e la marcatura, impongono sempre delle spese e che queste spese sono sempre una tassa sulle mercanzie che, di conseguenza, si carica sul consumatore interno e scoraggia il compratore estero. Quindi, con evidente ingiustizia, il commercio e conseguentemente la nazione, sono caricati di un pesante fardello per risparmiare a pochi individui oziosi il disturbo di istruire sé stessi o di fare delle ricerche per evitare di essere truffati. Supporre che tutti i consumatori siano babbei e tutti i commercianti e produttori siano truffatori, ha l'effetto di autorizzarli ad esserlo, e di degradare tutti i membri produttivi della comunità.
Anne-Robert-Jacques Turgot, “Éloge de Gournay” (1759)
Attendersi che il governo impedisca tali truffe in ogni caso sarebbe come voler fornire dei cuscini ad ogni bambino che potrebbe cadere. Assumere che sia possibile impedire con successo, con delle regolamentazioni, tutti i possibili atti illeciti di questo genere, è sacrificare ad una perfezione chimerica qualsiasi progresso dell'industria; è limitare l'immaginazione degli artigiani negli stretti confini dell'abituale; è vietare qualsiasi nuovo esperimento; è rinunciare persino alla semplice speranza di competere con gli stranieri nella fabbricazione di nuovi prodotti che essi inventano quotidianamente, dal momento che, poiché essi non si conformano alle nostre regolamentazioni, i nostri operai non possono imitare questi articoli senza in primo luogo ottenere un permesso dal governo, ovvero, spesso dopo che le fabbriche estere, avendo tratto profitto dal primo entusiasmo dei consumatori per questa novità, l'hanno già sostituita con qualcos'altro. Significa dimenticare che l'esecuzione di queste regole è affidata sempre a uomini che possono avere molto più interesse nella frode o nella connivenza alla frode poiché la frode che potrebbero commettere sarebbe poi coperta in qualche modo dal sigillo dell'autorità pubblica e dalla fiducia che questo sigillo ispira ai consumatori. Significa inoltre dimenticare che queste regolamentazioni, questi ispettori, questi uffici per il controllo e la marcatura, impongono sempre delle spese e che queste spese sono sempre una tassa sulle mercanzie che, di conseguenza, si carica sul consumatore interno e scoraggia il compratore estero. Quindi, con evidente ingiustizia, il commercio e conseguentemente la nazione, sono caricati di un pesante fardello per risparmiare a pochi individui oziosi il disturbo di istruire sé stessi o di fare delle ricerche per evitare di essere truffati. Supporre che tutti i consumatori siano babbei e tutti i commercianti e produttori siano truffatori, ha l'effetto di autorizzarli ad esserlo, e di degradare tutti i membri produttivi della comunità.
Anne-Robert-Jacques Turgot, “Éloge de Gournay” (1759)
3 comments:
Non mi stupisce che se ne siano voluti sbarazzare...
Paolo
Duecentocinquantuno anni trascorsi per niente...
come giocare una partita a dadi con i dadi truccati che danno sempre 4 e 3 e pretendere che esca un risultato diverso...
suerte ;-)
manolete
Evidentemente, Manolete, c'è qualcuno che punta sul 7...
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