Wednesday, April 23, 2008

Vaginocrazia

Ma tu guarda se per leggere qualcosa di sensato sui quotidiani sulla farsa delle quote rosa bisogna aspettare Mina. Proprio lei, la Tigre di Cremona, che su La Stampa di qualche giorno fa commenta con graffiante sarcasmo ed intelligenza rara la notizia del nuovo governo Zapatero, quello – che tanto è piaciuto ai giornalisti nostrani – con la maggioranza di donne, una persino incinta, pensate!

Il
pensiero di Mina è potente e limpido come i suoi leggendari acuti:
È maturo il tempo della vaginocrazia e la meritocrazia vada pure a quel paese. Ebbene sì, ci risiamo con le quote rosa. Siamo messi male, se ancora si deve parlare di pari opportunità. Riuscirò mai a vedere il giorno in cui la scelta tra un uomo e una donna venga fatta tenendo conto delle specifiche capacità, della preparazione e dell’intelligenza operativa? Cosa c’entra, nella selezione, se uno porta mutandine di pizzo rosa oppure boxer?

Avete visto la foto di Carme Chacon, 37 anni, socialista catalana, prima donna Ministro della Difesa della storia di Spagna? El Mundo titola: «È un ministro da Guinness». Sotto sotto, ma mica tanto, in questa definizione viene fuori la verità. Fenomeno da baraccone! Sì, sì, Viva España! Viva el Rey! E intanto l’immagine di questa ragazza, col pancione di sette mesi ben in vista sotto una camicetta chiara e una giacchina nera opportunamente aperta, fa il giro del mondo.

Lei, con una faccia né fiera né timorosa, ma piuttosto con l’espressione di chi soffre di acidità di stomaco, passa in rassegna le truppe sull’attenti. E io avverto come un prurito fastidioso, come se la foto venisse vista come la prima immagine dell’abominevole uomo delle nevi o quella del primo «marziano» che scende sulla terra con il suo piedino verde.
Zapatero, invece, si è dichiarato “molto fiero” di aver nominato nove donne ministro: come questo evento abbia il potere di migliorare la vita degli spagnoli non è dato sapere, per il momento, ed è sinceramente difficile da prevedere. Al contrario, il fatto che una di esse occupi il dicastero dell'Uguaglianza, anzi, il fatto stesso che esista un simile dicastero, rende bene il livello del delirio raggiunto nella penisola iberica.

8 comments:

Anonymous said...

Quoto, straquoto e quoto con i fiocchi.
Rivaluto Mina. Ottima dichiarazione.
Credo che gli uomini latini siano da sempre succubi delle donne, e adesso lo stanno dimostrando anche in politica.
Attenti anche voi in Grecia :)
Sai, tira più un pelo di xxxx che un carro di buoi.

Anonymous said...

Mina. Mi aveva colto di sorpresa già qualche tempo fa con un articolo, sempre sulla Stampa, sugli OGM.
Che dire? Per nulla conforme alla linea editoriale del quotidiano... chissà se è a conoscenza della nostra esistenza. Sarebbe un bel testimonial. :)

RanTasipi

Anonymous said...

Il solito maschilista :-D:-D

sick boy

Anonymous said...

Più che essere succubi delle donne, a me sembra che siamo succubi di una sottospecie di perbenismo ipocrita e politically correct che porta ad abbracciare ideali cretini per il solo gusto di poter dire che siamo di mentalità aperta. Ma quanto ai fatti concreti, quelli di cui parlava Mina, nulla, nulla di nulla.

Anonymous said...

A rieccome...Tibi, e scusa per la lunga pausa (adesso ti scrivo anche en privé)
Il discorso mi piace e mi interessa. Da buon (ex)ultras mi sono sempre chiesto perchè i primi ad arrabbiarsi (per esempio) sulle norme antirazzismo non fossero i giocatori per le quali erano fatte. Il fatto di fare norme "speciali" per i nostri fratelli neri dovrebbe far incazzare prima di tutto loro!
Mi pare che dare un risalto particolare all'imbecille che ulula, sia assolutamente controproducente
E il discorso quote rosa mi pare uguale.
TETE

Anonymous said...

Anch'io, che sono una donna, reputerei le quote rosa un'immane cavolata, se vivessi in un mondo in cui, come scrive Mina, "la scelta tra un uomo e una donna venga fatta tenendo conto delle specifiche capacità, della preparazione e dell’intelligenza operativa". Purtroppo c'è ancora un'innegabile tendenza a discriminare ingiustamente le donne a parità di requisiti, e io lo so bene: dopo la laurea con lode in ingegneria elettronica (facoltà prettamente maschile) ho sostenuto decine di colloqui, ma un posto di lavoro buono come quelli trovati da tantissimi compagni di corso maschi laureatisi dopo di me (e non sempre altrettanto brillantemente) ancora me lo sogno; stesso discorso per molte colleghe con cui sono rimasta in contatto. Insomma, finché i selezionatori delle risorse umane non la smetteranno di ragionare in un certo modo, ci toccherà parlare e sentir parlare di quote rosa!

Paxtibi said...

Cara anonima, dipende da caso a caso. Ti assicuro che nel mio campo ad esser favorite sono proprio le donne – spesso anche i gay – e non solo a parità di requisiti.

Colpa tua che hai voluto fare l'ingegnere...

:-)

Anonymous said...

Mina sputa sentenze dall'alto della sua esperienza di vita da privilegiata...

La anonima ingegnere ci mostra invece uno spaccato della realtà.

Lavoro per un'azienda di medie dimensioni: ci sono attualmente una dozzina di ingegneri e posso confermare che le scelte fatte in sede di assunzione, dai titolari, sono effettivamente anche sessiste. Perché dunque continuare a scandalizzarsi se si propongono le quote rosa? Quando nessuno farà più scelte discriminatorie in base al sesso (o alla razza) delle persone, potremo riparlarne.