Un termine usato ed abusato dai difensori dello stato in quanto definisce una delle giustificazioni più in voga per la sua esistenza: la protezione dei deboli dai soprusi dei forti (o dei pochi nei confronti dei molti). In realtà il risultato di tale tutela non potrebbe essere più lontano da quello che dovrebbe essere il vero significato della parola.
___________________________Tutela
Significato originario:
1 dir., istituzione per cui un interdetto o un minore orfano o con genitori incapaci di esercitare la patria potestà viene affidato a un tutore che lo rappresenti e ne amministri i beni
2 dir.intern., particolare regime giuridico istituito per i paesi che, posti sotto la protezione dell’ONU, vengono affidati all’amministrazione fiduciaria di un altro stato fino al raggiungimento dell’indipendenza
3 estens., salvaguardia, difesa: la t. dell’ordine pubblico, del patrimonio ambientale [quadro 19]
Tutela è un termine strettamente correlato con l'età infantile adottato dallo stato in riferimento ai cittadini: ancora una volta possiamo notare come lo stato si identifichi – o tenti almeno di creare questa identificazione – con una persona adulta, un padre putativo insomma, che veglia su un popolo bambino e quindi irresponsabile per definizione, nonostante il popolo sia composto in gran parte di adulti da cui ci si aspetta in effetti un comportamento responsabile in tutte le loro azioni. Ma si sa, la dottrina statalista non teme le contraddizioni.
Nella realtà tale “tutela” statale si traduce con la creazione di discriminazione e favoritismi, con l'assegnare diritti da una parte sottraendoli dall'altra, negando quindi così qualsiasi illusione di parità ed uguaglianza, guarda caso proprio gli ideali a cui l'attività di tutela dello stato pretende di ispirarsi. Come al solito, si sfrutta un termine positivo per nascondere il vero, inconfessabile scopo, nient'altro che il vecchio ma sempre efficace divide et impera: la possibilità di ottenere privilegi e parte del bottino fiscale favorisce la nascita di mille lobby e associazioni in perenne contrasto tra loro, poiché ogni conquista di ciascuno di questi gruppi è automaticamente un ulteriore furto – di diritti e di risorse – ai danni di tutti gli altri.
Ho appena scritto sull'efficacia della tutela statale dell'ambiente, miliardi di euro versati annualmente dai contribuenti solo per ritrovarsi vittime impotenti del fuoco come uomini delle caverne. Il punto è che la capacità di distruzione degli incendi è moltiplicata dall'abbandono in cui versano le zone boschive, un tempo ripulite e protette dagli stessi abitanti, ora disinteressati perché abituati ad attendere l'intervento dello stato (per il quale hanno abbondantemente pagato), ovvero del vero proprietario di tali territori. Altrove, la tutela dell'ambiente raggiunge apici tragicomici: in Kenya il divieto di uccidere le scimmie ha finito per creare una generazione di primati spudorati, che appena gli uomini si avviano nei campi per lavorare si riversano nei villaggi che saccheggiano, prendendosi gioco delle donne alle quali si divertono a tirare pietre.
Primati quindi con più diritti delle donne, donne con più diritti degli uomini, e così via. In Svezia, così spesso portata ad esempio di “socialismo che funziona”, il delirio della tutela statale non è da meno: si è deciso che gli uomini devono urinare da seduti come le donne, e parecchi locali pubblici si sono già adeguati. Jasper Gerard scrive sull'English Spectator, "un uomo che urina in piedi si ritiene che trionfi nella sua mascolinità e, per estensione, degradi le donne.” In Norvegia la legge è già applicata nelle scuole, vera e propria fucina della Nuova Umanità. In Germania la campagna è cominciata con un gadget.
In pratica, ogni differenza, per quanto naturale, tra gli oggetti tutelati dallo stato dev'essere eliminata, in aperta contraddizione con l'assunto della tutela a protezione delle differenze. Assunto che, ovviamente, torna utile quando c'è da distribuire parte della refurtiva fiscale:
Secondo la legge per le minoranze, le minoranze linguistiche hanno diritto ai mezzi finanziari necessari per incentivare l'uso della propria lingua nelle scuole e negli uffici pubblici. Nel 2001 il governo ha finanziato 47 progetti scolastici che vertevano sull'uso della lingua minoritaria, per un totale di 5,5 milioni di Euro. Complessivamente erano però stati presentati 180 progetti. Durante l'anno scolastico 2002/03 lo Stato ha finanziato 92 progetti su 112 presentati.Progetti che vengono finanziati da tutti, a prescindere dall'interesse di ciascuno nelle lingue minoritarie: quando si tratta di pagare, non gliene frega niente a nessuno se pisci in piedi o da seduto...
6 comments:
Questa cosa della Svezia e della Norvegia proprio non la sapevo!!!!
Ma nessuno dice niente? Non si ribellano? Non fanno uno sciopero della tazza urinando in piedi davanti al parlamento per protesta?
So ben io dove andrei a pisciare...
Trionfalmente in piedi!
:-P
Eccellente, come sempre del resto.
Ciao.
Ciao e grazie. :-)
Che poi... pensandoci bene... come fanno a controllare se avviene il reato?
Con il sistema già utilizzato negli USA, immagino...
http://tinyurl.com/2td8l5
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