Tuesday, August 14, 2007

Piccolo Glossario della Neolingua #5


Il nostro sistema di istruzione pubblica distrugge sia la mente che il carattere. Impedisce la formazione della risorsa più preziosa di tutti: una personalità.

(John Taylor Gatto, The Problem of Schooling)
L'Istruzione è il primo termine per importanza di questo glossario, in quanto è dalla scuola che parte il programma di modificazione del linguaggio. In tutti i regimi, lo sforzo più importante è sempre quello per la conquista dei cuori dei bambini, il legame di dipendenza dallo stato deve sostituirsi a tutti gli altri. La scuola pubblica esiste per questo.
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Istruzione
Significato originario:
1a
attività volta a comunicare nozioni e a fornire capacità lavorative e professionali attraverso l’insegnamento: provvedere all’i. di un fanciullo, attuare l’i. degli apprendisti
1b
ammaestramento di un animale: i. dei cani guida per ciechi
1c
milit., insieme delle esercitazioni teoriche e pratiche cui si sottopone la truppa: i. delle reclute
1d
lett., predicazione, catechesi

Quello dell'istruzione è forse il caso in cui maggiormente si può osservare come, a partire da un'esigenza reale e legittima – migliorare le proprie conoscenze – la distorsione operata dai pianificatori provochi una catena di eventi distruttivi che finiscono per minare le fondamenta della società. Infatti, se da un lato, con l'istituzione dell'istruzione pubblica obbligatoria si offre l'illusione di una futura occupazione proporzionata alle conoscenze, dall'altro le immutabili leggi dell'economia impediscono la realizzazione del miracolo: non basta un pezzo di carta a creare un posto di lavoro (come non può essere sufficiente per pagarlo, detto per inciso).

Anche qui l'intervento dall'alto del απó μηχανῆς θεóς statale si scontra, con risultati devastanti, con la legge della domanda e dell'offerta del mercato del lavoro. Moltitudini di fisici nucleari, antropologi e ingegneri finiscono per riempire i call-center, mentre occupazioni più soddisfacenti e redditizie vengono svolte da persone teoricamente “meno istruite”: i famosi lavori che noi non vogliamo fare, che ormai comprendono anche l'imprenditore.

Il fatto è che l'istruzione pubblica è molto meglio descritta dai 3 punti secondari del vocabolario che dal primo. Non è più, l'istruzione, un'attività volta a comunicare nozioni e a fornire capacità lavorative e professionali, quanto piuttosto un corso d'ammaestramento, un inquadramento di tipo militare (votato all'obbedienza), un catechismo. Scrive Allan Carlson:
L'ascesa del welfare state può essere tradotto con il trasferimento costante della funzione di “dipendenza” dalla famiglia allo stato; dai legami di sangue, matrimonio o adozione al legame con gli impiegati pubblici. Il processo è cominciato in Svezia a metà del 19° secolo, per mezzo di progetti burocratici che cominciarono a smantellare i legami fra i genitori ed i loro figli. Nel modello classico, la prima asserzione del controllo dello stato sui bambini è arrivato negli anni 40 di quel secolo, con l'approvazione di una legge per la scolarità obbligatoria. Giustificata come misura per migliorare la conoscenza ed il benessere del popolo, la dinamica più profonda era la socializzazione del tempo dei bambini, attraverso l'assunto secondo cui i funzionari di stato – i burocrati del regno svedese – saprebbero meglio dei genitori come dovrebbe essere speso il loro tempo e che non ci si può fidare e aspettarsi dai genitori che siano in grado di proteggere i loro bambini dallo sfruttamento…”
In altre parole, la scuola pubblica è innanzitutto un luogo in cui tenere i giovani, possibilmente fino a ben oltre i vent'anni, inculcandogli da un lato l'obbedienza allo stato e l'accettazione dogmatica delle sue regole, dall'altro fornendogli conoscenze che nella maggior parte dei casi non avranno mai occasione di utilizzare aumentando il loro benessere, fondamentalmente creando un ambiente artificiale separato da quello dei genitori, che è poi il mondo reale e, ovviamente, anche la loro destinazione. Dove incontreranno situazioni che non sono minimamente preparati ad affrontare, se non aspettandosi interventi dall'alto, come sono stati addestrati a fare. Non dovrebbe sorprendere quindi se tra i maggiori promotori della scuola pubblica negli USA troviamo personaggi come Andrew Carnegie and John D. Rockefeller. Notava J.T. Gatto: “dividi i bambini per soggetto, età, con graduatorie costanti sui test ed in molti altri modi più subdoli e sarebbe stato improbabile che la massa ignorante dell'umanità, separata nell'infanzia, si sarebbe mai reintegrata in una pericolosa unità.”

Come era lecito aspettarsi, la particolare interpretazione statale dell'istruzione ha finito per occupare l'intero significato della parola, che si identifica ormai con il pezzo di carta approvato dallo stato, in un certo senso proprio come accade per il denaro: lo stato decide chi è istruito e chi no come decide il valore delle cose, e tali decisioni non possono essere messe in discussione. Poco importa se in questo modo nega la stessa essenza dell'istruzione, i fondamenti dell'apprendimento: la capacità di giudizio, il senso critico sono comunque stati sterilizzati in partenza dal sistema scolastico, rivelando così la sua vera natura.

Nonostante tutti gli sforzi dello stato per identificare il suo catechismo come unica possibile fonte di apprendimento, molti sono gli esempi di istruzione al di fuori del sistema scolastico, anche ai nostri giorni. Ancora J.T. Gatto:
Gli uomini di scuola vi diranno che che non possiamo entrare nel futuro tecnologico senza l'istruzione obbligatoria di massa ma l'enorme rivoluzione del computer che ha reso 45 milioni di noi competenti in materia d'informatica in questi ultimi 20 anni non deve niente di niente all'istruzione convenzionale! La gente si è istruita leggendo le istruzioni, guardando altri, chiedendo consigli, sperimentando, provando e sbagliando, collegandosi in reti, acquistando lezioni da migliaia di piccoli imprenditori. Così abbiamo imparato ad essere competenti in informatica - la scuola con questo non ha avuto niente a che fare!
Forse anche perché la scuola era impegnata su altri fronti, come l'indottrinamento politico: il parlamento europeo, infatti, “ritiene che tutti i sistemi di istruzione debbano garantire che al termine del ciclo di studi secondari gli allievi possiedano le conoscenze e le competenze, definite dalla rispettive autorità scolastiche, necessarie ad assumere il ruolo di cittadini e di membri dell'Unione europea”. Oppure, l'ingegneria sociale, come nella provincia canadese della Columbia Britannica, dove il governo ha stabilito che lo studio di problemi inerenti a omosessuali, bisessuali e transessuali sia incluso nei programmi scolastici dei licei.

Il primo fronte della propaganda è sempre stato la scuola, il luogo dove si plasmano le menti delle nuove generazioni, dove si pongono le basi della trasformazione dell'uomo e della società. A partire, ovviamente, da quella del linguaggio.

11 comments:

pietro said...

Io credo poco ala possibilità da parte della scuola di plasmare le menti.
Per soggiogare e plagiare una persona serve una grande intelligenza ed una forte personalità, cose che mi risulta manchino alla gran parte degli insegnanti della scuola pubblica che nel migliore dei casi sono persone di buona volontà senza grandi mezzi.
Infatti se penso alla gran parte dei profesori filomarxisti delle scuole medie secondarie che ho incontrato, vedo che non hanno lasciato alcuna traccia nelle persone passate attraverso la loro martellante propaganda.

Paxtibi said...

Ciao, Pietro. Non è la propaganda esplicita e diretta, ma in fondo limitata, di un professore quella su cui mi premeva porre l'accento, quanto quella subdola di un sistema di insegnamento basato sull'accettazione acritica di nozioni e sulla segregazione dal mondo "degli adulti". In tale sistema, i professori non sono che ingranaggi, vittime anch'essi e relegati al ruolo di guardiani.
Ti consiglio di leggere gli articoli linkati, soprattutto quelli di J. T. Gatto, per avere un'idea più completa.

Giorgio Mattiuzzo said...

Ciao Pax, post che introduce un argomento scottante.

La scuola, non tanto pubblica, quanto obbligatoria è un bel grattacapo da certi punti di vista, ma mi piace pensare a questo quando ci penso: una delle nazioni più avanzate al mondo come cultura obbligatoria era la Germania post-unitaria, quella di Bismark. I tedeschi erano uno dei popoli col minor tassi di analfabetismo al mondo, erano "istruiti" e "colti" grazie alla scuola obbligatoria. Solo che questa scuola serviva a insegnare ai cittadini ad accettare l'esistenza di uno stato - la Germania - imposto con la forza delle armi sopra le teste della popolazione.

Allo stesso modo del welfare state, altra punta di diamante della Germania bismarkiana, la scuola serviva a fondare uno spirito e un consenso che altrimenti non sarebbe mai esistito.

E' interessante vedere come uno Stato all'avanguardia nel welfare e nella istruzione pubblica, lungi dall'essere democratico e liberale, era il campione del militarismo e della stratificazione sociale.

Un po' come lo Stato Italiano, che ammazzava a cannonate i manifestanti e affamava i contadini con la tassa sul macinato, però era così buono da mettere la scuola obbligatoria.

Per il nostro bene, ovviamente.

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Pietro Per soggiogare e plagiare una persona serve una grande intelligenza ed una forte personalità, cose che mi risulta manchino alla gran parte degli insegnanti della scuola pubblica che nel migliore dei casi sono persone di buona volontà senza grandi mezzi.

Invece credo l'opposto: per plagiare la popolazione servono schiere di servi sciocchi e ubbidienti che con un lavorio meticoloso e costante riescano a far bene il loro lavoro. Chi ha grande intelligenza e personalità di certo non è adatto a questo lavoro.


Infatti se penso alla gran parte dei profesori filomarxisti delle scuole medie secondarie che ho incontrato, vedo che non hanno lasciato alcuna traccia nelle persone passate attraverso la loro martellante propaganda.

Ma infatti l'obiettivo della scuola non è farti credere quello che pensa il bradicefalo seduto in cattedra. L'obiettivo è livellare verso il basso, sdradicare i migliori, insegnare che la disonestà paga e che il mondo è dei furbi, che impegnarsi per ottenere dei risultati di qualità non serve a nulla.

Senza contare che senza la scuola non avremmo tante persone che in perfetta buona fede e con intenti più che nobili ci vogliono appiopare sempre più stato e tasse e polizia e scuola obbligatoria.

Paxtibi said...

Benvenuto Giorgio nella terra dei gongori!

L'argomento è scottante e complesso, e non penso certo di averlo esaurito in queste poche righe. Diciamo che ho voluto gettare una pietra nello stagno, provocare una riflessione su un argomento raramente dibattuto, tanto da darmi l'impressione di un tabù. In effetti tutti più o meno siamo passati per la scuola pubblica, abbiamo ottenuto il pezzo di carta, non è facile interiorizzare l'idea che è solo carta straccia, che non dice nulla del nostro reale livello di istruzione.

Grazie quindi per il tuo intervento, che aggiunge un tassello al quadro generale. Continuiamo a parlarne, ne vale la pena.

Paxtibi said...

Aggiungo i link a due recenti post di Linucs in tema:

http://tinyurl.com/3cspwz

http://tinyurl.com/2raygu

pietro said...

L'argomento delle popolazioni plagiate non mi convince comunque molto.
L'idea che le persone possano essere cosi facilmente guidate come un gregge di pecore, che ho trovato anche in Rothbard mi sembra una scappatoia di fronte al fatto che troppe persone preferiscono la sottomissione alla libertà, e che , secondo il mio misero parere lo fanno perchè è nella loro natura, e non per effetto di una cultura di massa.
La mia opinione è ovviamente particolarmente pessimista, perchè porta all'impossibilità di una società libertaria, ma per esempio si può notare come il tentativo di plagio delle popolazioni organizzato nei minimi particolari nei paesi del'est, ha mostrato che la vera natura delle popolazioni che avrebbero dovuto essere rieducate è ritornata prepotente in pochi anni quella che era prima della cura.
La cosa che mi convince meno è che tutto un sistema di plagio delle popolazioni comporta che ci sia una struttura di controllo e un organizzazione dietro a ciò, e qui mi sembra che si cada nel complottismo più banale.

Giorgio Mattiuzzo said...

Grazie per il benvenuto Pax :-)

A proposito dei post di Linucs, volevo portare un esempio di differenza tra scuola americana e italiana. Premetto doverosamente che è un esempio personale, fondato su esperienze personali, e che quindi non ha alcun valore statistico di sorta.

Primo: la scuola americana è un covo di psicopatici. Nel senso che ci entri sano ed esci fuori di testa. Quando sento parlare di ragazzi che entrano in classe e ammazzano la gente a colpi di granata, non posso non pensare che sono loro quelli sani di mente.

Il livello di indottrinamento e di stratificazione per "classi" è inconcepibile per noi italiani. Tanto per capirci, quando vedete dei film per adolescenti il classico liceo americano, con i fusti della squadra di football, le cheerleaders, gli sfigati ecc ecc non pensiate che siano parodie della realtà. E' proprio così.

Invece nella scuola italiana la cosa funziona in maniera diversa, e forse l'unica cosa che ricordo con piacere è il fatto che anche se non eravamo tutti amici, eravamo sempre e comunque tutti uniti contro l'autorità, e che l'autorità era lì per fotterci, e noi cercavamo di fotterla appena possibile.

E' questa una delle poche cose che ho imparato a scuola (oltre ad essere sempre aggiornato sul prezzo al grammo del fumo)

Paxtibi said...

troppe persone preferiscono la sottomissione alla libertà, e che , secondo il mio misero parere lo fanno perchè è nella loro natura, e non per effetto di una cultura di massa.

Si dice anche dei cavalli che la loro natura li porti a servirci, ma se ne hai mai visti correre allo stato brado capiresti che la faccenda non è così semplice... :-)

La mia opinione è ovviamente particolarmente pessimista, perchè porta all'impossibilità di una società libertaria, ma per esempio si può notare come il tentativo di plagio delle popolazioni organizzato nei minimi particolari nei paesi del'est, ha mostrato che la vera natura delle popolazioni che avrebbero dovuto essere rieducate è ritornata prepotente in pochi anni quella che era prima della cura.

Non mi sembra un punto di vista molto pessimista: in pratica dici che gli individui resistono all'indottrinamento. Comunque, neanch'io sono poi così ottimista.

La cosa che mi convince meno è che tutto un sistema di plagio delle popolazioni comporta che ci sia una struttura di controllo e un organizzazione dietro a ciò, e qui mi sembra che si cada nel complottismo più banale.

E cos'altro sarebbe uno stato, se non "una struttura di controllo e un'organizzazione?"
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Il livello di indottrinamento e di stratificazione per "classi" è inconcepibile per noi italiani. Tanto per capirci, quando vedete dei film per adolescenti il classico liceo americano, con i fusti della squadra di football, le cheerleaders, gli sfigati ecc ecc non pensiate che siano parodie della realtà. E' proprio così.

Senza dubbio, e certamente ci sono delle differenze con la nostra scuola pubblica. Ma penso che la sostanza non è poi molto diversa.

l'unica cosa che ricordo con piacere è il fatto che anche se non eravamo tutti amici, eravamo sempre e comunque tutti uniti contro l'autorità, e che l'autorità era lì per fotterci, e noi cercavamo di fotterla appena possibile.

Mi fa piacere che tu abbia dei ricordi felici di quel periodo, non tutti siamo stati così fortunati...
:-D

Anonymous said...

Complimenti per il post e per il blog, che scoperto di recente.

[...]Ma infatti l'obiettivo della scuola non è farti credere quello che pensa il bradicefalo seduto in cattedra. L'obiettivo è livellare verso il basso, sdradicare i migliori, insegnare che la disonestà paga e che il mondo è dei furbi, che impegnarsi per ottenere dei risultati di qualità non serve a nulla[...]

Non credo che l'obbiettivo della scuola sia insegnare la disonesta', anzi, credo sia quello di infondere fede acritica nello Stato e tutte le sue manifestazioni, compreso il pagamento delle tasse e l'onesta'. La dicotomia tra mondo reale e fiction-statale costringe alla disonesta' verso lo stato. Se lo stato diventa una sanguisuga, o muoio dissanguato, o non pago le tasse. Se lo stato mi illude che il mio paese ha bisogno di ingegneri di alta qualita' (io sono ingegnere) e invece servono solo ruoli minimali da tecnico, o mi deprimo al suicidio, o cambio mestiere riconoscendo il fatto che essendo la Cina l'opificio del mondo, in Italia non occorrono ingegneri, ma ristoratori, baristi, artigiani ecc ecc.

[...]non è facile interiorizzare l'idea che è solo carta straccia, che non dice nulla del nostro reale livello di istruzione[...]

Questo e' verissimo. E' esso stesso il grimaldello del condizionamento. La mia laurea nello specifico (stra vecchio ordinamento, quello con gli esami annuali) e' stata difficilissima da ottenere. Ho studiato per 9 anni 8 ore al giorno. La difficolta' nell'ottenere quel titolo mi ha convinto che cio' che mi veniva insegnato fosse prezioso. Era vero tutto il contrario. Ho scoperto con enorme, mostruoso dolore, che non serviva a niente, era roba vecchissima e dimenticata, che molte teorie si erano rivelate sbagliate e che io ero del tutto inutile. Nel giro di 4 anni ho reagito allo shock e mi sono messo a fare tutt'altro mestiere e nel mio cv la laurea non figura neanche piu'. Ora guadagno circa 3 volte quello che guadagnerei come ingegnere. Ma so che non sono molti quelli disposti a cestinare il loro pezzo di carta.

[...]L'idea che le persone possano essere cosi facilmente guidate come un gregge di pecore, che ho trovato anche in Rothbard mi sembra una scappatoia di fronte al fatto che troppe persone preferiscono la sottomissione alla libertà, e che , secondo il mio misero parere lo fanno perchè è nella loro natura, e non per effetto di una cultura di massa[...]

Non e' affatto facile condizionare un popolo, la storia e' piena di esempi di fallimenti. Ma dopo la rivoluzione francese, la coscrizione obbligatoria e la possibilita' di intraprendere guerre eterne (guerra fredda, guerra al terrorismo) contro nemici "ideali ed imbattibili" ha reso facile utilizzare la paura come un formidabile strumento per aizzare il condizionamento alla sottomissione delle masse. Inoltre, noi siamo abituati a pensare alla democrazia come il "governo della maggioranza", ma nelle democrazie occidentali, il vero partito di maggioranza, sono i non votanti. Quindi quello che realmente occorre non e' condizionare le masse, ma la minoranza (netta) dei votanti il partito di maggioranza reltativa, o, ancora piu' facilmente, condizionare la minoranza dei votanti.

[...]struttura di controllo e un organizzazione dietro a ciò, e qui mi sembra che si cada nel complottismo più banale[...]

Non e' affatto un banale complottismo, e non si tratta di un complotto. Si tratta di una ideologia: aderire, credere e agire convinti dell'impossibilita' delle masse di governarsi se non in una organizzazione tribale con eccesso di risorse a disposizione. Nelle societa' moderne e' impossibile.

[...]la scuola americana è un covo di psicopatici. Nel senso che ci entri sano ed esci fuori di testa. Quando sento parlare di ragazzi che entrano in classe e ammazzano la gente a colpi di granata, non posso non pensare che sono loro quelli sani di mente[...]

LA SCUOLA AMERICANA E' ESPRESSIONE DEL CLASSISMO, ESISTONO CENTRI DI ECCELLENZA CHE SONO ACCESSIBILI SOLO ALL'ELITE DOVE NON CI SONO PAZZI CON LA PISTOLA CHE AMMAZZANO I COMPAGNI

[...]il livello di indottrinamento e di stratificazione per "classi" è inconcepibile per noi italiani[...]

IL LIVELLO DI INDOTTRINAMENTO E' ELEVATO ANCHE IN ITALIA E LA SEPARAZIONE PER CLASSI ESISTE, MA NON ESISTENDO CENTRI DI ECCELLENZA, CHI APPARTIENE ALL'ELITE SI FORMA NEGLI STESSI ISTITUTI DELLE TOP-CLASS AMERICANE

[...]oltre ad essere sempre aggiornato sul prezzo al grammo del fumo[...]

DECISAMENTE COSA MOLTO IMPORTANTE... HO PERSO UN PO' IL PASSO INVECE!

Paxtibi said...

Complimenti per il post e per il blog, che scoperto di recente.

Forse perché esiste da appena un mese... ;-)
Comunque, grazie e benvenuto!

Grazie anche dell'ottimo commento, che condivido in toto, e di cui mi piace sottolineare un punto:

La dicotomia tra mondo reale e fiction-statale costringe alla disonesta' verso lo stato.

Se c'è una cosa buona dello stato è che con le sue stesse azioni crea il dissenso, che rende la vita molto più interessante.

:-D

Giorgio Mattiuzzo said...

Non credo che l'obbiettivo della scuola sia insegnare la disonesta', anzi, credo sia quello di infondere fede acritica nello Stato e tutte le sue manifestazioni, compreso il pagamento delle tasse e l'onesta'

Ma la fede acritica nello stato necessità di introiettare la disonestà :-)

Io parlavo di disonestà morale e sostanziale, verso il prossimo e a scapito del prossimo, non certo l'onesta formale e legale delle leggi e degli ordinamenti.

Dicevo che la scuola (italiana) ti insegna a essere furbo, a usare le scorciatoie e dove la morale di fondo è che le persone di valore sono anche stupide, perché non sono "furbe"...

LA SCUOLA AMERICANA E' ESPRESSIONE DEL CLASSISMO, ESISTONO CENTRI DI ECCELLENZA CHE SONO ACCESSIBILI SOLO ALL'ELITE DOVE NON CI SONO PAZZI CON LA PISTOLA CHE AMMAZZANO I COMPAGNI

Ovviamente, da qualche parte chi comanda deve pure andare a studiare.
Intendevo chiaramente la scuola per tutti, quella della popolazione che non può permettersi il top.
Anche in Italia abbiamo centri di eccellenza, ciononostante l'università fa schifo lo stesso :-)