Thursday, April 30, 2009

I “ruggenti” anni 60

Michael Gaddy continua la sua “rabbiosa” indagine sugli omicidi eccellenti e i vari massacri nelle scuole, e su come questi fatti di sangue siano stati sfruttati dallo stato per implementare leggi contro la libertà dell'individuo.

Leggi che, apprendiamo, sono la copia carbone di quelle scritte dai legislatori nazisti qualche decina di anni prima: ma tu guarda il caso e la coincidenza.
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Gli anni 60: omicidi, un massacro in una scuola e il controllo delle armi nazista

Di Michael Gaddy


Gli anni 60 sono stati un periodo tumultuoso in America. C'era la guerra in Vietnam ed il relativo movimento per la pace; gli omicidi dei Kennedy; l'assassinio di Martin Luther King e il massacro all'Università del Texas eseguito da Charles Whitman. Gli omicidi di alto profilo e il massacro diedero modo al governo di spingere per un più rigido controllo delle armi, conducendo al passaggio dell'incostituzionale legge per il controllo delle armi del 1968, appoggiata anche dalla NRA.

Con l'eccezione della guerra in Vietnam e delle relative attività di protesta, tutti gli eventi di cui sopra sono serviti allo stato ed ai suoi continui sforzi per disarmare i privati cittadini. Mentre l'unico comune denominatore nel massacro dell'Università del Texas fu l'uso di droghe psicotrope da parte del tiratore, i tre omicidi furono simili nelle accuse alla CIA di aver avuto una parte in ciascuno di essi.

È stato rivelato che il presidente Lyndon Johnson venne convinto dal massacro all'università della necessità di un più rigido controllo delle armi; i fatti del caso avevano dimostrato proprio l'opposto. Dopo che Whitman ebbe ucciso sua madre e sua moglie pugnalandole a morte, andò alla torre dell'università dove colpì con il calcio del fucile la sua prossima vittima, Edna Townsley, una segretaria, provocandone la morte. In pratica, Whitman aveva già ucciso tre persone prima di premere per la prima volta il grilletto.

Quando le vittime cominciarono a cadere sotto i colpi sparati da Whitman dalla torre dell'università, svariati civili presero le armi dalle loro automobili e cominciarono a rispondere al fuoco di Whitman insieme ai poliziotti sul posto. Gli sforzi uniti di questi civili e della polizia obbligarono Whitman a sparare dalle feritoie, limitando notevolmente la sua capacità di colpire altri obiettivi. Non fosse stato per lo schieramento delle armi private dei civili, il tributo in vite perse o ferite sarebbe stato molto più grande. Tuttavia, lo stato usò questa tragedia per passare le limitazioni più draconiane al possesso di armi da fuoco per i cittadini privati.

Le teorie della cospirazione abbondano riguardo agli omicidi del presidente John F. Kennedy, di Robert Kennedy e di Martin Luther King. Come detto precedentemente, il coinvolgimento della CIA è considerato possibile in tutti e tre. Sappiamo che la CIA mentì su diversi aspetti dell'assassinio di JFK. Di solito, le bugie vengono dette per nascondere la verità; quale verità ha coperto per 40 anni la CIA, e perché? Perché la CIA ha nascosto delle prove alla Commissione di Warren ed ha opposto resistenza agli ordini della corte?

Usò la CIA le sue fonti “controllate” nei media per demonizzare e ridicolizzare chiunque trovasse delle irregolarità nel “pappone” fatto trangugiare alle masse riguardo all'assassinio? Un dispaccio della CIA del 1° aprile 1967, desecretato con la Legge per la Libertà d'Informazione (FOIA) nel 1976, raccomandava ai suoi “assett” nei media di “contrastare la critica al rapporto Warren.” A questi “assett” veniva insegnato che articoli e recensioni erano “particolarmente appropriati” a questo scopo. Queste fonti controllate dei media dovevano “rispondere e confutare” i critici della spiegazione ufficiale degli eventi chiamando in causa presunti “interessi finanziari,” ed adducendo che fossero “affrettati ed imprecisi nella loro ricerca” e “infatuati delle loro stesse teorie.” Questi tirapiedi della CIA nei media erano stati istruiti a dar risalto nei loro articoli al fatto che “non era emersa alcuna nuova prova significativa,” e che non c'era consenso fra i critici. I critici dovevano essere screditati sostenendo che fossero “innamorati delle loro teorie prima che ci fosse dentro qualsiasi prova.” Era inoltre usata il consueto argomento contro ogni possibile cospirazione che coinvolga lo stato: “una cospirazione su così grande scala sarebbe impossibile da celare.”

La FBI, il Servizio Segreto ed il Dipartimento di Polizia di Dallas occultarono prove alla Commissione Warren. Dato che la commissione non aveva suoi investigatori e dipendeva interamente dalle agenzie suddette per la ricerca di prove, la credibilità del rapporto dev'essere messa in discussione.

Se mettere in discussione la veridicità della relazione ufficiale dello stato sull'assassinio di JFK e l'occultamento e la soppressione delle prove da parte di coloro che erano incaricati di perseguire la verità mi rende un “pazzo cospirazionista,” allora passatemi la carta stagnola.

Allegazioni credibili della partecipazione della CIA all'assassinio di Robert Kennedy possono essere trovate qui.Vi prego di notare l'addotta partecipazione dell'agente della CIA George Joannides ad entrambi gli omicidi dei Kennedy.

Allegazioni sulla partecipazione della CIA e di altre agenzie di stato all'assassinio di Martin Luther King Jr. sono state fatte da aiutanti e da membri della famiglia King. Coretta Scott King disse, “ci sono abbondanti prove di una cospirazione ad altissimo livello nell'assassinio di mio marito...” Dexter King, il figlio di Martin Luther King Jr., che incontrò James Earl Ray prima della sua morte e dichiarò di credere che Ray non avesse ucciso suo padre, dichiarò inoltre che suo padre era stato assassinato “perché aveva sfidato le istituzioni.” Dexter King fece anche riferimento alla ricerca ed ai risultati ufficiali come il “più incredibile occultamento del secolo.”

Martin Luther King Jr. era stato sotto la sorveglianza della FBI, della CIA e dell'intelligence dell'esercito per un periodo esteso prima del suo assassinio perché si presumeva rappresentasse una minaccia contro la sicurezza nazionale. I suoi telefoni erano intercettati, era sotto continua sorveglianza, le sue stanze erano piene di microspie e i suoi seguaci infiltrati. Tuttavia, è stato assassinato in piena vista senza che nessuna delle agenzie di cui sopra avesse un indizio sui piani o i movimenti dell'assassino.

Alla FBI fu assegnato il compito di studiare l'assassinio dell'uomo che aveva considerato una minaccia contro la sicurezza nazionale e un oggetto dei loro “sporchi trucchi” connessi con le attività COINTEL-PRO.

L'autore Alex Constantine, nella sua opera Virtual Government: CIA Mind Control Operations in America, ha documentato esaurientemente l'influenza della CIA nei media per mezzo dell'Operazione Mockingbird. Quando un ente governativo ha la capacità di controllare il contenuto delle informazioni diffuse alle masse, non è forse quella una forma di controllo mentale?

Lo stato usò tutti gli eventi altamente discutibili di cui sopra per proporre ed approvare la legge del 1968 per il controllo delle armi. La stesura di questa legge venne presa quasi alla lettera dalla legge nazista per il controllo delle armi del 1938. La legge del 1968 non è il solo collegamento dello stato con i programmi nazisti. Quanti sanno del legame della CIA con i criminali di guerra nazisti?

Vediamo: la legge per il controllo delle armi del 1968 è un rifacimento di quella nazista del 1938; la CIA ha avuto un collegamento con i criminali di guerra nazisti fin dalla sua nascita; la CIA è sospettata di aver partecipato a diversi assassinii di primo piano in America; la CIA utilizza i suoi infiltrati (Operazione Mockingbird) nei media mainstream (MSM) per demonizzare ed emarginare chiunque cerchi di studiare le irregolarità nei rapporti ufficiali di questi omicidi e di altre possibili azioni segrete; la nostra forma di governo è mutata da una repubblica ad uno sfacciato fascismo, e chiunque creda che ci sia un collegamento fra lo stato e i massacri è un pazzo cospirazionista!

Quando l'unica alternativa usata dall'uomo della strada nella sua ricerca per la verità sono gli sms, le confezioni di birra da sei e American Idol, quante probabilità ci sono che possa riconoscere la verità quando la vede, o per quel che vale, anche curarsene?

Wednesday, April 29, 2009

La follia dei tassi d'interesse negativi

Il delirio in campo economico ha superato il livello di guardia: ormai “esperti” di calibro internazionale non si fanno scrupolo di proporre addirittura la distruzione del valore in sé come rimedio per la crisi economica.

Per chi non fosse pratico di cose economiche (ma ad esserlo più di certa gente ci vuole davvero poco), è come se il vostro medico vi consegnasse una Glock carica come rimedio al mal di testa provocato dalla sbornia della sera prima.

Fortunatamente il professor Murphy vigila e ci mette in guardia contro questi giocolieri di corte: perché è vero che fanno ridere, ma le loro trovate potrebbero anche distruggere il mondo.
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Di Robert P. Murphy


Nel suo editoriale sul New York Times del 18 aprile, il professore di Harvard (e consigliere di Bush) Greg Mankiw, per aggiustare l'economia, chiede alla Federal Reserve di promettere inflazione per il futuro. L'articolo di Mankiw illustra magnificamente cosa c'è di sbagliato nell'odierna professione economica: consiste di tipi (e tipe) molto intelligenti che possono sviluppare interessanti modelli da cui sgorgano raccomandazioni politiche in grado di distruggere l'economia.

L'argomento di Mankiw a favore dell'inflazione

L'editoriale di Mankiw è pieno zeppo di analisi sballate – ma comunque, per essere imparziali con Mankiw, la mia discussione è sull'economia tradizionale in sé, non sulla sua esposizione personale. Sarà più economico citare estesamente Mankiw prima di continuare per gradi esaminando gli errori:

Le recessioni derivano da una insufficiente domanda di beni e servizi – e così, si pensa, la nostra banca centrale può rimediare a questa mancanza tagliando i tassi d'interesse. Tassi d'interesse più bassi incoraggiano le famiglie e le aziende a prendere in prestito e spendere…

Il problema oggi… è che la Federal Reserve ha già tagliato quanto poteva il tasso d'interesse. Il suo obiettivo per il tasso dei fondi federali è circa a zero…

Allora perché la Fed non dovrebbe continuare a tagliare i tassi d'interesse? Perché non abbassa l'obiettivo per il tasso d'interesse, diciamo, al 3 per cento negativo?

A quel tasso di interesse, potreste prendere in prestito e spendere 100 dollari e rimborsarne l'anno prossimo 97. Questa occasione genererebbe sicuramente più prestiti e più domanda aggregata.

Il problema con i tassi d'interesse negativi, tuttavia, diventa rapidamente apparente: nessuno presterebbe a quelle condizioni. Piuttosto che dare i vostri soldi ad un mutuatario che promette un ritorno negativo, sarebbe meglio ficcare i contanti nel materasso. Dato che tenere i soldi promette un ritorno esattamente di zero, i prestatori non possono offrire di meno.

Questo a meno che immaginiamo un modo per rendere meno attraente tenersi i soldi.

Ad uno dei miei recenti seminari ad Harvard, un dottorando ha proposto un intelligente schema per fare esattamente questo…. Immaginate che la Fed annunciasse che, tra un anno a partire da oggi, estrarrà una cifra da zero a 9 da un cappello. Tutta la valuta con un numero di serie che finisse con quella cifra non sarebbe più moneta a corso legale. Improvvisamente, il ritorno previsto di tenersi i contanti si trasformerebbe in un 10 per cento negativo.

Una tale mossa permetterebbe alla Fed di tagliare i tassi d'interesse sotto allo zero. La gente presterebbe con piacere i soldi al 3 per cento negativo, poiché perdere il 3 per cento è meglio di perdere il 10.…

Se tutto ciò sembra troppo bizzarro, c'è un modo più prosaico di ottenere tassi d'interesse negativi: con l'inflazione. Supponete che, in prospettiva, la Fed si impegni a produrre un'inflazione significativa. In questo caso, mentre i tassi d'interesse nominale potrebbero rimanere a zero, i tassi d'interesse reale – tassi d'interesse misurati in potere d'acquisto – potrebbero diventare negativi. Se la gente fosse sicura di poter rimborsare i propri prestiti ad interesse zero in dollari svalutati, avrebbero un significativo incentivo a prendere in prestito e spendere.

I tassi di interesse non servono solo a regolare la “spesa”

Non voglio far piangere nessuno, ma devo segnalare che l'analisi di Mankiw è semplicemente pazzesca. In un mondo migliore, in cui gli economisti erano seri pensatori che pensavano a tutte le conseguenze delle loro raccomandazioni e i cui modelli erano molto accurati, l'analisi di Mankiw sarebbe considerata come un rompicapo. I professori chiederebbero ai loro allievi in Economia 101, “eccovi una discussione che dice che il governo dovrebbe promettere una massiccia inflazione. Chi individua l'errore?”

Forse il singolo più grande errore nella visione del mondo di Mankiw è il suo trattare il tasso d'interesse come fosse solo un freno o un regolatore della “spesa.” In questo usuale ma dolorosamente semplicistico metodo, “il” tasso d'interesse serve o a stimolare o a diminuire la quantità di denaro che spenderà oggi la gente. Così se le aziende licenziano, che problema c'è, la risposta è evidente: tagliate il tasso d'interesse per indurre maggiore spesa, in modo che le aziende riassumano quegli operai.

Ma nella realtà, i tassi d'interesse coordinano nel tempo le decisioni di consumo e di produzione. Fanno molto più che semplicemente regolare quanto la gente spende nel presente. In particolare, determinati settori sono molto più sensibili di altri ai tassi d'interesse. Per esempio, se i tassi d'interesse scendono, non succede soltanto che i consumatori e le aziende spendono di più, ma che spendono più su articoli particolari quali le case, le automobili e le fabbriche. Quando i tassi d'interesse scendono, il prezzo delle azioni di General Motors potrebbe aumentare, ma non quelle di General mills, perché i cereali per la prima colazione non sono beni durevoli (almeno non nella mia famiglia).

Mankiw non spiega perché siamo in recessione

Un problema correlato è che Mankiw non spiega perché si dia il caso che siamo “nella peggiore recessione dalla Seconda Guerra Mondiale.” Il suo articolo dà l'impressione che – evviva! – i consumatori hanno appena deciso di smettere di spendere soldi per le piccole spese e così la Federal Reserve deve premere Ctrl-Alt-Delete.

In realtà, ciò che è accaduto è che la Federal Reserve – sotto la direzione del “maestro” Alan Greenspan – ha ridotto drasticamente il tasso obiettivo della Fed all'un per cento e ve l'ha tenuto per un anno dal giugno 2003 al giugno 2004. Sempre più analisti si stanno accorgendo che questo ha causato o almeno esacerbato l'insostenibile boom immobiliare.

Ora, perché Greenspan avrebbe fatto una cosa tanto avventata? Be', stava operando nella convinzione che il modo per uscire di una recessione – causata allora dal crollo delle dot com – fosse di ridurre drasticamente i tassi d'interesse per convincere aziende e iconsumatori a spendere di più. In altre parole, siamo nell'attuale casino proprio a causa della stessa “medicina” che Mankiw propone.

Dato che la Federal Reserve ha portato i tassi d'interesse sotto i loro livelli di mercato, la complessa struttura capitale dell'economia è stata spinta in una configurazione insostenibile. Mankiw si affida ad un modello molto semplicistico in cui c'è un bene nell'economia e un solo “agente rappresentativo” prende in considerazione il tasso d'interesse e forse un altro paio di variabili quando decide come massimizzare la sua funzione di utilità. Ma se fate lo sforzo di studiare l'approccio al capitale di Mises-Hayek, vedrete tutto ciò che l'analisi semplicistica di Mankiw omette. Capirete perché il periodo del boom sia in realtà dispendioso ed insostenibile ed il periodo recessivo il tentativo dell'economia di mercato di salvare il meglio di una brutta situazione.

Dopo un boom indotto dalla Fed, gli operai ed altre risorse devono spostarsi dai settori gonfiati in industrie che durante il boom erano affamate. Ricordate che la Fed stampando nuovi soldi non crea maggiori risorse fisiche; dà semplicemente alle grandi banche più privilegi per togliere quelle risorse ad altri utenti potenziali. Il tasso di disoccupazione durante la recessione sale perché ci vuole tempo perchè l'economia di mercato diriga quegli operai nuovamente in occupazioni utili e sostenibili in cui il loro lavoro ingrana nel resto dell'economia.

Sarebbe stato impossibile per l'economia mondiale continuare ad operare come aveva fatto durante gli anni del boom dal 2002 al 2005, perché questi anni hanno visto i paesi asiatici ed altri spedire agli americani beni di consumo in cambio di diritti su un crescente numero di abitazioni vuote. L'unico vero modo per risolvere questo problema e continuare a vivere è di permettere che il mercato liquidi questi investimenti illogici. Tuttavia questo è precisamente il processo di ripulitura che Mankiw vuole cortocircuitare.

Il mercato non ha bisogno d'aiuto per raggiungere l'equilibrio

Quello che rende davvero furiosi nell'analisi di Mankiw è il suggerimento che la Fed debba inflazionare per dare alle famiglie la capacità di risparmiare (lo dice più esplicitamente sul suo blog.)! Al contrario, la Fed sta facendo tutto ciò che è in suo potere per promuovere il consumo e lo sperpero.

Anche se contrasta con tutto ciò che sentirete da Premi Nobel, professori di Harvard e commentatori della CNBC, all'inizio di un panico finanziario – quando la liquidità offre un premio – i tassi d'interesse a breve termine devono aumentare drammaticamente. Analogamente ai prezzi delle torce e dei cibi in scatola durante un uragano che abbatta le linee elettriche. Il prezzo deve aumentare vertiginosamente per razionare le unità disponibili tra coloro che ne hanno maggior bisogno.

Esattamente per lo stesso motivo, quando le banche d'investimento si rendono conto che i loro beni non valgono nemmeno lontanamente quanto pensavano, e l'offerta di “fondi prestabili” si sposta decisamente verso sinistra, allora i tassi d'interesse del mercato devono aumentare. Il prezzo per l'affitto di un generatore sale durante un uragano ed il prezzo per l'affitto di contanti deve salire durante un panico finanziario.

Anche alle sue stesse condizioni, Mankiw trascura un punto elementare. Stipuliamo per assurdo che il “tasso d'interesse reale di equilibrio” sia negativo e che il tasso d'interesse nominale scenda fino a zero. Ma, oh no! Dato il livello corrente dei prezzi e quello previsto per l'anno prossimo, il tasso d'interesse reale implicito è troppo alto perché il mercato possa ripulirsi. Che fare?

Il suggerimento di Mankiw è che la Fed dovrebbe credibilmente promettere di scaricare in dodici mesi mucchi di nuovi dollari nell'economia, aumentando così il futuro “livello” dei prezzi e dando alla gente un incentivo per liberarsi dei loro dollari oggi, mentre hanno ancora un qualche potere d'acquisto.

Ma c'è un'altra alternativa, ed è che oggi i prezzi di mercato scendano vertiginosamente fino a che il mercato non si sia ripulito. Il crollo dei prezzi a breve termine durante il mese corrente, per esempio, permetterà quindi una veloce inflazione dei prezzi fino a dei prezzi “normali” in un anno da oggi.

Questo è esattamente ciò che sarebbe accaduto l'anno scorso, se Bernanke non avesse sommerso il mercato di nuovi soldi – e qui sto parlando di M1, non solo della base monetaria. I prezzi non solo della benzina e delle case, ma di ogni specie di articoli, sarebbero scesi significativamente. I consumatori e gli investitori sarebbero usciti dalle attività collaterali, per così dire, e l'economia avrebbe ripreso a funzionare alla luce dei cattivi investimenti fatti durante il boom immobiliare.

Distruggere la valuta

Non è una coincidenza se la visione del mondo di Mankiw lo porta a proporre di distruggere letteralmente la valuta per aggiustare l'economia. Già solo questo dovrebbe far suonare delle campanelle d'allarme. Come regola generale, se il vostro modello economico produce come risultato “brucia a caso la decima parte dei contanti l'anno,” allora dovreste pensare un po' di più al modello piuttosto che sfornare un articolo sul New York Times.

“Mish” ha fatto un buon lavoro ridicolizzando l'idea, ma lasciatemi indicare qualche problema in più. Per prima cosa, la proposta in realtà non realizzerebbe un tasso d'interesse uniforme, ma piuttosto creerebbe un ambiente assurdo in cui le cose procedono tranquillamente finché – puf! – il 10 per cento dei contanti perde tutto il suo valore.

Un altro problema è che chi fosse in possesso di valuta dovrebbe sprecare del tempo analizzando le cifre per differenziare le proprie giacenze monetarie. Per esempio, nessuna drogheria vorrebbe trovarsi con un gran numero di fatture con una qualsiasi cifra particolare nel suo registratore di cassa, perché correrebbe un rischio inutile.

La proposta del dottorando, se venisse davvero applicata, farebbe nascere dei nuovi mercati di derivati che permetterebbero agli utenti della valuta di proteggersi da questo nuovo (e completamente arbitrario) rischio. In effetti, la AIG guidata dal governo farebbe probabilmente una piccola fortuna vendendo credit-default swaps che risarcirebbero chiunque rimanesse con una borsa di inutili fatture in mano.

Conclusione

Greg Mankiw è un tipo molto intelligente e un grande scrittore (almeno per un economista). Tuttavia, dato che abbraccia la struttura keynesiana di base della domanda aggregata condivisa da tutti gli economisti mainstream – sia al MIT che a Chicago – non riconosce le orribili implicazioni delle sue proposte. Va benissimo se un dottorando si trastulla con delle pazze idee come distruggere a caso un decimo della valuta. Ma un serio economista che influenza davvero i dibattiti politici a livello nazionale dovrebbe fare più attenzione.

Tuesday, April 28, 2009

Nobel al limone

Il tema della cosiddetta informazione asimmetrica è sempre molto attuale, ed è uno dei pilastri della dottrina statalista. Secondo i suoi teorici, dato che i partecipanti al mercato non possono sapere tutto dei prodotti che vengono scambiati, solo l'intervento del governo può colmare la lacuna e farlo funzionare.

Ovviamente, non può sfuggire il piccolo particolare che non c'è motivo di credere che, al contrario degli individui, il governo possa essere onnisciente, a meno di credere, appunto, ad una specie di carattere divino dello stato, raggiungibile magari con l'aiuto di qualche marchingegno fantascientifico come il noto “Cybersyn” cileno.

La questione è affrontata in modo chiaro e sintetico in questo articolo di William Anderson (segnalato dal buon Marco Bollettino).
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Di William L. Anderson


Il premio Nobel 2001 per le scienze economiche è stato assegnato a George A. Akerlof, Joseph E. Stiglitz e ad A. Michael Spence per “le loro analisi dei mercati con informazione asimmetrica” ed i loro “progressi nell'analizzare i mercati ed il controllo dell'informazione.”

Quando ero dottorando al primo anno di economia, mi fu assegnato il famoso studio di George Akerlof, “Il mercato dei limoni,” apparso nel 1970 in The Quarterly Journal of Economics, ed a quel tempo considerato un classico.

Il loro lavoro è spesso interessante e perfino stimolante. “Il mercato dei limoni” è assai leggibile, diversamente dalla maggior parte della roba che compare oggi nelle “principali” pubblicazioni di economia. In più, era un gradito cambiamento rispetto alla tesi dell'“informazione perfetta” che aveva dominato l'economia neoclassica dai giorni di Alfred Marshall.

L'argomento degli economisti dell'“informazione imperfetta” è questo: i partecipanti al mercato spesso non godono dell'“informazione perfetta” necessaria per far funzionare i mercati in modo adeguato, come indicato dal punto di equilibrio dimostrato nella famosa Marshallian Cross in cui la domanda e l'offerta sono uguali. Dato questo “fallimento del mercato,” che cosa fanno gli individui per far funzionare i mercati?

Ancora, i mercati potenziali sono afflitti da informazione asimmetrica, in cui le informazioni necessarie affinché compratori e venditori raggiungano “l'equilibrio” non si distribuiscono equamente fra le diverse parti. Akerlof offre l'esempio dei mercati delle auto usate (da cui, i “limoni” nel titolo del suo studio [in italiano, i “bidoni,” NdT]).

Un detto circa l'acquisto delle auto usate è che qualcuno “compra il problema di qualcun altro.” Quella che potrebbe sembrare una grande automobile in un'esposizione potrebbe in realtà essere un rottame una volta che il nuovo proprietario la guida intorno all'isolato. La prospettiva dell'auto usata che si rivela essere un bidone ha un effetto raggelante su tutte le transazioni dell'usato, scrive Akerlof, che infine può condurre al “collasso” di quel mercato nel suo complesso, dato che i compratori prudenti decidono che in definitiva non c'è modo per dire se l'auto è buona o no e i venditori non possono persuaderli del contrario.

La “soluzione” di Akerlof, come quella data da Stiglitz, è maggiore regolamentazione del mercato da parte del governo. La regolamentazione, sostengono, obbliga tutte le parti a fornire informazioni. Inoltre, delle “leggi del limone” che obblighino i venditori a rimborsare i compratori se l'automobile non raggiunge la velocità prevista impedisce a quei mercati di collassare.

La cosiddetta analisi economica dell'informazione imperfetta intendeva far uscire l'economia dagli irrealistici modelli della “concorrenza perfetta” in cui non c'era il “fallimento del mercato” o l'incapacità delle parti di ottenere tutte informazioni necessarie. Akerlof non fu affatto la prima persona ad esplorare questo campo, dal momento che gli economisti della scuola austriaca Ludwig von Mises, F.A. Hayek, Murray N. Rothbard e Israel Kirzner ne avevano scritto prima che Akerlof lanciasse il suo studio su QJE (l'articolo del 1976 di Israel Kirzner "Knowing about Knowledge: A Subjectivist View of the Role of Information" è, a mio parere, uno studio molto superiore ai “Limoni.” Compare nel libro di Kirzner Perception: Opportunity, and Profit: Studies in the Theory of Entrepreneurship. Kirzner e gli altri Austriaci capirono che l'informazione imperfetta è una parte del processo del mercato, e non uno scoglio per il suo funzionamento).

Non solo, l'analisi austriaca era (ed ancora è) molto superiore a qualsiasi cosa scritta dal trio vincitore dell'ultimo Nobel perché gli austriaci hanno riconosciuto il ruolo dell'imprenditore nel gestire la realtà dell'informazione imperfetta.

Secondo Akerlof ed altri, i partecipanti al mercato, messi di fronte alla realtà dell'informazione imperfetta, hanno poco o nessun motivo per ottenere più informazioni. Essi sarebbero “bloccati” in una trappola di squilibrio senza via d'uscita a meno che lo Zio Sam arrivi in loro soccorso. Tuttavia, sappiamo dalla semplice osservazione che Akerlof si sbaglia.

In primo luogo, i mercati delle auto usate non stanno crollando. Ogni città è piena di saloni di automobili usate, e i potenziali compratori che non sono sicuri della qualità dell'auto che potrebbero comprare hanno un certo numero di opzioni che possono perseguire.

Avevo una volta un amico che era un esperto di automobili e che spesso accompagnava i suoi amici quando cercavano un'auto usata. Questo amico avrebbe fatto un certo numero di cose per verificare la affidabilità del venditore, compreso passare un magnete lungo la carrozzeria dell'automobile per vedere se era stata danneggiata e se il venditore aveva usato della vetroresina per coprire le ammaccature.

Gli imprenditori hanno anche creato dei siti internet che danno modo a compratori e venditori potenziali di “incontrarsi,” ampliando così i mercati potenziali per tutti i partecipanti. In altre parole la gente ha inventato dei sistemi per occuparsi della questione dell'informazione imperfetta, che è una risorsa scarsa – e importante – in sé. Dire il contrario significa rifiutarsi di esaminare le transazioni nel mondo reale.

La convinzione che la regolamentazione del governo “risolva” il “problema dell'informazione” è fuori dal mondo. Semmai, il governo crea dei problemi d'informazione perché molte regolamentazioni impediscono alle parti in uno scambio di scoprire o agire in base a fatti rilevanti. Diversi anni fa, il consiglio della città di Washington vietò alle compagnie di assicurazione contro le malattie di discriminare i potenziali reclamanti in base alle condizioni mediche preesistenti. Infatti, le compagnie non dovevano neppure fare delle domande relative alla salute. Di conseguenza, i membri del consiglio furono “scossi ed arrabbiati” quando le compagnie di assicurazione minacciarono di non emettere polizze d'assicurazione per chiunque vivesse nel distretto.

Le leggi anti-discriminazione vietano ai datori di lavoro di conoscere i dati storici completi dei candidati ad un impiego, né possono i datori di lavoro comunicare informazioni pertinenti su cattivi impiegati ad altre ditte. La corrente pratica legale di allargare la portata della responsabilità contro le aziende, e quindi il definire quelle nuove politiche retroattive, aumenta l'incertezza che le aziende devono affrontare quando producono degli oggetti. Per esempio, le aziende del tabacco che producevano prodotti legali si sono trovate improvvisamente sotto tiro per pratiche seguite in passato che a quel tempo erano perfettamente legali. Vediamo inoltre cose come l'eterna controversia sull'amianto creare enormi nubi d'incertezza in numerosi altri mercati.

In altre parole il governo non rende le transazioni del mercato più sicure, ma in realtà le peggiora. Non c'è modo per gli individui di sapere tutto su tutto. Non so se la mia auto si romperà mentre mi recherò oggi al lavoro o se la mia casa brucerà a causa di collegamenti difettosi o perché colpita da un fulmine. La vita è incerta, non importa come la si vive. L'idea che il processo politico, che è una delle cose più aleatorie sulla faccia della terra, possa essere la base per la certezza e la stabilità, ignora semplicemente la realtà. Un premio Nobel non può cambiare questo fatto.

Monday, April 27, 2009

Nel frattempo, altrove...

Segnalo: un paio di traduzioni – tra le altre – sul blog Progetto Mayhem:

Incubi di un banchiere centrale

Dieci errori ricorrenti in economia

Il bellissimo “elogio del denaro” tratto da La rivolta di Atlante di Ayn Rand, opportunamente postato da Liberty Soldier:

Ayn Rand- Rivolta di Atlante- Elogio del Denaro

E un nuovo blog libertario, che sembra promettere bene: Libertarian.

Sunday, April 26, 2009

Disintossicati dalla repressione

Il Cato Institute ha pubblicato un libro bianco di Glenn Greenwald – avvocato costituzionale e collaboratore di Salon.com, autore di A Tragic Legacy (2007) e di How Would a Patriot Act? (2006) – sulla depenalizzazione delle droghe in Portogallo ed i suoi effetti. Sorpresa: il consumo di droga non è aumentato, Lisbona non è diventata un ricettacolo di tossici, e ovviamente tribunali e polizia hanno potuto così occuparsi di crimini veri, e non di punire chi si fa per i fatti suoi, senza danneggiare nessuno.

Come sempre, ogni volta che l'apparato repressivo si ritira dalle attività umane, ciò che emerge è uno spiraglio di luce proveniente da un mondo migliore, più libero, più tollerante e, soprattutto, possibile.
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Depenalizzazione della droga in Portogallo:
una lezione per la creazione di politiche sulla droga giuste e di successo


Di Glenn Greenwald


Il 1° luglio 2001 entrava in vigore in Portogallo una legge nazionale che depenalizzava tutte le droghe, comprese cocaina ed eroina. Nel nuovo quadro giuridico, tutte le droghe sono state “depenalizzate,” non “legalizzate.” Quindi, il possesso per uso personale e l'uso stesso della droga sono ancora proibiti legalmente, ma le violazioni di quelle proibizioni sono considerate esclusivamente amministrative e sono state quindi rimosse completamente dal regno criminale. Il traffico di droga continua ad essere perseguito come delitto.

Mentre altri stati dell'Unione Europea hanno sviluppato varie forme di depenalizzazione de facto – per cui le sostanze percepite come meno pesanti (come la cannabis) conducono raramente al procedimento penale – il Portogallo rimane l'unico stato membro della UE con una legge che definisce esplicitamente “depenalizzate” le droghe. Dato che più di sette anni sono ora trascorsi dalla promulgazione del sistema di depenalizzazione del Portogallo, ci sono ampi dati che permettono di valutare i suoi effetti.

Da notare che in Portogallo la depenalizzazione è diventata sempre più popolare dal 2001. Tranne alcuni politici di estrema destra, pochissime fazioni politiche nazionali spingono per un'abrogazione della legge del 2001. E anche se c'è una percezione diffusa che debbano essere fatti dei cambiamenti burocratici alla struttura della depenalizzazione portoghese per renderla più efficiente ed efficace, non c'è un vero dibattito per criminalizzare nuovamente le droghe. Più significativamente, nessuno degli scenari da incubo suggeriti prima della promulgazione dagli avversari della depenalizzazione – dall'aumento sfrenato nel consumo di droga fra i giovani alla trasformazione di Lisbona in un porto sicuro per i “turisti della droga” – si è verificato.

Il consenso politico per la depenalizzazione non è sorprendente alla luce dei dati empirici relativi. Quei dati indicano che la depenalizzazione non ha avuto effetti negativi sui tassi del consumo di droga in Portogallo, i quali, in numerose categorie, sono ora fra i più bassi della UE, specialmente se paragonati agli stati con i più severi regimi di criminalizzazione. Anche se i tassi del consumo post-depenalizzazione sono rimasti approssimativamente gli stessi o sono persino diminuiti un po' rispetto ad altri stati della UE, le patologie correlate alla droga – come le malattie trasmesse sessualmente e le morti dovute all'uso di droga – sono diminuiti drammaticamente. Gli esperti in politiche sulla droga attribuiscono queste tendenze positive all'aumentata capacità del governo portoghese di offrire programmi di cura ai propri cittadini – aumento permesso, per diversi motivi, dalla depenalizzazione.

Questo rapporto comincia con un esame della struttura portoghese di depenalizzazione come disposta nella legge e nei termini di come funziona in pratica. Inoltre è esaminato il clima politico in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione riguardo alle politiche sulla droga, e l'impeto che ha condotto la nazione ad adottare la depenalizzazione.

Il rapporto valuta quindi la politica portoghese sulla droga nel contesto dell'approccio della UE verso le droghe. I diversi quadri giuridici, così come la tendenza generale verso la liberalizzazione, sono esaminati per permettere una valutazione comparativa significativa fra i dati portoghesi ed i dati di altri stati della UE.

Il rapporto presenta inoltre i dati riguardanti le tendenze relative alla droga in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione. Gli effetti della depenalizzazione in Portogallo sono esaminati sia in termini assoluti che rispetto ad altri stati che continuano a criminalizzare le droghe, specialmente all'interno della UE.

I dati indicano che, secondo virtualmente ogni metro, la depenalizzazione portoghese è stata un successo clamoroso. In questo successo si trovano delle lezioni manifeste che dovrebbero guidare i dibattiti sulle politiche sulla droga in tutto il mondo.

Download the Full White Paper (PDF) (4 MB)
Drug Decriminalization in Portugal: Lessons for Creating Fair and Successful Drug Policies, Cato White Paper

Saturday, April 25, 2009

Creditori Vs Debitori

Dopo un periodo di silenzio, finalmente il trasmettitore telepatico del nostro corrispondente da Laputa ha ricominciato a ticchettare allegramente, battendo un dispaccio piuttosto curioso che racconta delle strane abitudini che gli abitanti dell'isola volante hanno sviluppato in merito al debito. Pare infatti che lassù i debiti durino un giorno soltanto, e svaniscano al tramontar del sole.

Non ho dubbi che con tale sistema abbiano potuto evitare la catastrofe che noi poveri terrestri stiamo attraversando, mi chiedo però se in realtà, abbia un senso definire questo tipo di transazione “debito.” La mia idea è che i rapporti personali da quelle parti siano molto diversi da quelli che conosciamo noi.

Immerso nella mia perplessa malinconia, vi lascio alla lettura augurandovi un fine settimana leggero e libero da impegni: un fine settimana laputiano, insomma.
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Di Giovanni Pesce


Gli attuali e-venti economici mondiali ci spingono verso nuove mete mentali; e uno dei primi approdi dei nostri viaggi è costituita dal debito.

In realtà il debito, sia da Voi che qui a Laputa, è una virtualizzazione di un comportamento sociale tra due parti: Creditore Vs Debitore.

Purtroppo non è facile trovare una definizione migliore per ognuna delle due parti in causa, in quanto i termini sinonimi (obbligato, impegnato, riconoscente, beneficiario, richiedente) possono essere assegnati a ciascuna delle due entità a seconda del punto di osservazione del fenomeno.

Vediamo, in pratica come vanno le cose; dopo una trattativa complessa, si instaura un nuovo rapporto di convivenza sociale tra le due parti: ora il debitore ha un obbligo nei confronti del creditore non solo nella restituzione del prestato bensì anche nella garanzia di una maggiorazione del prestato e nella conduzione di una vita tale da permettere la certa restituzione del debito.

Il creditore ora è autorizzato a dare consigli al debitore, controllarne l’attività, chiedere un rendiconto temporale dei movimenti e assegnargli un “rating” fiduciario complessivo.

Tutto questo non è limitato al semplice credito/debito di denaro ma è proponibile anche sul piano sociale con la creazione di rapporto di lavoro dipendente più o meno forte che può arrivare fino alla schiavitù. Spingendo il ragionamento vediamo che anche sul piano morale è possibile creare una serie di rapporti creditori/debitori tramite il concetto di peccato. Questi ultimi due contesti sono leggermente più complicati del solo credito/debito di soldi, ma il concetto base rimane lo stesso..

I soldi, da parte loro, dato che non si consumano, potrebbero essere concessi con la formula del “comodato d’uso,” bellissima espressione che esalta il concetto della comodità rispetto a quello della restituzione forzata. Anche nel contesto di rapporti sociali, il lavoro può essere concesso, in alcune occasioni, con la formula del comodato d’uso (“Arbeit macht frei”).

Ed anche tutte quelle piacevolezze della vita, alle quali normalmente si rinuncia in quanto vengono associate al peccato (= debito), potrebbero essere godute in comodato d’uso, senza dover disturbare moralmente alcuno.

Uno dei più bei pezzi sui risvolti sociali dovuto all’instaurazione di un debito è rappresentato ne “Il Mercante di Venezia” dove i rapporti umani basati sul debito/credito sono portati all’eccesso; la vicenda narra di un creditore, a tasso zero, che si fa garante per una somma di 3000 ducati in nome e per conto di un suo amico.

A fronte della mancata restituzione del debito il debitore viene portato in tribunale dove cerca di offrire la somma maggiorata a 6000 ducati per poter riscattare il vero oggetto del debito: una libbra della propria carne umana.

Nella sua opera teatrale, Shakespeare continua a giocare rovesciando i ruoli debitore/creditore tra i protagonisti, ma il messaggio che il pubblico, a fine spettacolo,deve riportare a casa è “Se siete padroni del credito, potete chiedere ai vostri debitori anche la loro stessa carne.”

Non penso che debba essere questa la regola del debito.

Qui a Laputa c’è un rito giornaliero di azzeramento del debito; non lasciamo che alcuno possa andare a letto con l’angoscia di dover restituire quello che non può restituire. Oltretutto se uno è privo di debiti, può il giorno dopo cercarne di nuovi in un turbinio di contrattazioni e di opportunità. Come con i peccati, facciamo, ogni sera, pubblica ammenda delle nostre colpe e siamo più liberi di prima.

Anche nelle scritture evangeliche si parla di remissione di debiti e di peccati, ma più sul piano morale che economico, infatti quando si parla esplicitamente di soldi, si specifica “date a Cesare quel che è di Cesare.”

Si racconta inoltre che nelle popolazioni ebree fosse abitudine cancellare i debiti regolarmente ogni sette anni quando tutti rimettevano i debiti nel nome di Dio Poi l’anno successivo a sette volte sette anni, ovvero il cinquantesimo anno, si svolgeva il Giubileo con una remissione di debiti di ancora più grandi dimensioni.

Per quelle stesse popolazioni anche l’anima doveva essere rimessa a Dio; l’uomo l’aveva in comodato d’uso fino alla fine dei suoi giorni e per questo credito iniziale era soggiogato ad un tipo di comportamento per tutto il resto della vita. I cristiani invece conservano la proprietà dell’anima anche dopo l’ultimo giorno terreno, senza obbligo di restituzione, ma con l’obbligo di rendicontazione delle attività.

Negli anni dei quali trattiamo, non era ancora stata messa in atto la divisione tra Potere Governativo, Potere Militare e Banca Centrale; quella divisione permette ora di tenere sotto scacco economico intere popolazioni anche dopo un eventuale cambio di governo; infatti è il Potere Governativo a definire il valore del denaro ed anche dopo la morte del Cesare di turno, il debito monetario resta inalterato nonostante l’immagine impressa sulle monete non sia più attuale.

Ma la liberazione sociale si effettua anche con la remissione del credito: “Ripigliati i tuoi soldi dei quali non so cosa farne e lasciami in pace!”

E’ in fondo quello che alcune popolazioni propongono quando vengono inviati alcuni aiuti umanitari non completamente necessari. “Smettetela di aiutarci, riprendetevi i vostri schemi di comportamento sociale quindi riprendetevi i vostri crediti”, è un grido lanciato da molti stati ma purtroppo ciò non avviene.

Penso, per concludere, che un po’ di anarchia su certi peccatucci sia, da una parte, ininfluente sul credito sociale e, dall’altra, veramente positiva per la liberazione dell’uomo.

Friday, April 24, 2009

Pubblica insicurezza

Ovvero: diffondere la paura per giustificare il monopolio della violenza.

Premio Caligola - Aprile '09

Eccoci di nuovo al più atteso degli election day, quello che premia le più spettacolari ubriacature di potere, le migliori performance di quei curiosi esseri chiamati genericamente “autorità” (Rhipicephalus sanguineus), e seleziona il più degno di ricevere il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa.

E l'edizione di aprile è davvero un'edizione speciale, perché come primo concorrente – assolutamente favorito! – presenta non uno, ma ben 20 esponenti di primo piano di questa specie parassita, che non hanno deluso le aspettative. Parlo ovviamente del G20, la babele di potenti che in un'orgia di hybris ha piantato i semi della prossima miseria inaugurando la valuta globale.

Una simile prestazione di squadra lascia ben poche speranze agli altri concorrenti: eppure, il consiglio cittadino di Epsom ed Ewell, nel suo piccolo, ci aiuta a capire lo scopo delle varie leggi antiterrorismo spuntate come brufoli sulla faccia di un adolescente un po' in tutto il mondo: servono a spiare i cittadini, per vedere se guidano il taxi o vendono alcol senza licenza, o se terrorizzano il quartiere tenendo il volume dello stereo troppo alto. War on terror!

E che dire del governo cinese, che scopriamo avere funzionari dedicati al controllo linguistico, non sia mai che a qualche suddito salti in mente di distinguersi dagli altri con un nome troppo poco comune. A questo punto, dico io, ma perché usare i nomi? Sono tanto comodi i numeri, li possiamo pure tatuare o – ancora meglio! – microchippare sottopelle. E all'aeroporto, alè, basterà mettere delle casse da supermercato e leggere il codice a barre, quale comodità!

In conclusione, non lasciate che il bagliore dei Venti Dementi eclissi i lampi degli altri candidati, ponderate bene e fate contare il vostro voto. O, se vi va, votate pure a caso, ché variando l'ordine dei fattori il risultato non cambia, non cambia proprio mai.

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Dal G20 passi avanti in direzione di una moneta unica mondiale


Una singola clausola del Punto 19 nel comunicato finale del vertice del G20 è in effetti una rivoluzione nell’ordine finanziario globale, a quanto scrive il
Daily Telegraph.

«Abbiamo deciso - si legge - di appoggiare uno stanziamento di Diritti Speciali di Prelievo (Sdr) che inietterà 250 miliardi di dollari nell’economia globale per aumentarne la liquidità».

In effetti, scrive il quotidiano, i leader del G20 hanno attivato la facoltà del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) di creare denaro con un quantitative easing, dando luogo in effetti ad una valuta mondiale al di fuori del controllo di qualsiasi istituzione sovrana.

Definendo il vertice del G20 «un ottima cosa» per l’Fmi, il
Daily Telegraph scrive che «i suoi fondi per far fronte alle crisi sono stati triplicati da un giorno all’altro ed assommano ora a 750 miliardi di dollari».

Il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Khan, ha dichiarato di recente che il mondo si trova già in «depressione» e che rischia disordini sociali e conflitti militari a meno che i leader politici non ricorrano a massicci stimoli.

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Il consiglio di Epsom ed Ewell usa poteri antiterrorismo per spiare i residenti


È emerso che poteri antiterrorismo sono stati usati dal consiglio di Epsom per spiare i propri residenti per piccole infrazioni.

Il consiglio di Epsom ed Ewell ha ordinato la sorveglianza progettata per contrastare attacchi terroristici per indagare su taxi senza licenza, truffatori di benefit, licenze per alcolici e vicini rumorosi.

Una richiesta nell'ambito della Legge sulla Libertà di Informazione da parte dei liberal-democratici ha rivelato che il consiglio ha utilizzato la Legge sulla Regolazione dei Poteri Investigativi 2000 (Ripa) 36 volte negli ultimi cinque anni.

Malgrado il grande numero di casi investigati soltanto tre hanno portato ad un procedimento giudiziario.

Il ministro dell'interno ombra Chris Grayling, deputato per Epsom ed Ewell, ha detto: “Penso che sia assolutamente sbagliato che questi poteri siano stati usati dalle autorità locali quando originariamente sono stati progettati per la sorveglianza antiterroristica.

“Non è solo uno spreco di soldi, è un'impropria invasione della privacy.

“È usare poteri destinati a combattere il terrorismo per scopi locali. È semplicemente sbagliato.

“Penso che le autorità locali non dovrebbero usarli affatto.”

Il consigliere liberal-democratico di
Epsom ed Ewell Jonathan Lees ha detto: “A livello nazionale è spaventoso che queste leggi siano state usate tante volte.

“Il Consiglio di Epsom ed Ewell le ha usate 36 volte, 29 delle quali sono state autorizzate dall'amministrazione e soltanto sette dall'amministrazione superiore.

“Sono molto preoccupato per questi poteri, che hanno il potenziale di infrangere le nostre libertà civili, devono essere utilizzati soltanto in casi estremi dall'amministrazione superiore del consiglio sotto stretto controllo.

“Dovrebbero essere controllati costantemente contro l'uso improprio e se usati, dovrebbe essere documentato il perché con una spiegazione chiara.”

Il capo esecutivo del consiglio, due direttori, quattro capi di servizio, un amministratore e tre capisquadra hanno il potere di autorizzare l'uso delle leggi antiterrorismo nelle indagini del consiglio.

Un portavoce per il consiglio ha ammesso che l'uso della nuova legislazione “permette di infrangere le libertà civili in modo legale.”

Ha aggiunto: “Il consiglio esegue indagini usando i poteri della Ripa su frodi di benefit, sulle licenze e sulla salute ambientale.

“Non lo fa su base sistematica, ma usa i poteri solo dove ritiene che siano adeguati.

“Le autorità locali hanno il potere di regolare determinate zone per garantire la sicurezza e la qualità di vita per i nostri residenti.

“Quando le infrazioni sono perseguibili in alcuni casi è richiestala sorveglianza per provarle.

“Un'autorità locale deve bilanciare i diritti dell'individuo contro i diritti ed i bisogni del pubblico nel suo complesso nell'espletamento delle sue funzioni.

“Il personale che autorizza regolarmente la sorveglianza è stato addestrato all'uso dei poteri adeguati e il mese scorso è stato tenuto un corso di aggiornamento condotto da istruttori esterni.”

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Il nome non è sulla lista? Cambiatelo, dice la Cina


“Ma,” il carattere cinese per cavallo, è il tredicesimo cognome più comune in Cina, condiviso da quasi 17 milioni di persone. Questo può causare una confusione infinita quando i Ma si riuniscono, specialmente se quei Ma condividono anche lo stesso nome, come molti cinesi.

Il nonno amante dei libri di Ma Cheng ha trovato una soluzione elegante a questo comune problema. Ventisei anni fa, quando la sua nipote nasceva, ha setacciato la sua biblioteca di dizionari cinesi e si è illuminato su di un carattere pronunciato “cheng.” Cheng, che significa destrieri al galoppo, assomiglia al carattere per cavallo, salvo che è condensato e scritto tre volte in fila.

Il carattere è così raro che una volta che la gente lo vede, dice la sig.na Ma, tende a ricordare sia lei che il suo nome. Per questo motivo le piace così tanto.

Ma quello è anche il motivo per cui il governo vuole che lo cambi.

Per Ma Cheng e milioni di altri, il desiderio dei genitori cinesi di dare ai loro bambini una scintilla di individualità si sta scontrando frontalmente con il desiderio di ordine della burocrazia cinese. Cercando di modernizzare il proprio vasto database su 1,3 miliardi di cittadini cinesi, l'ufficio di pubblica sicurezza del governo sta sostituendo la carta di identità scritta a mano che ogni cinese deve portare con sé con una digitale, completa di foto a colori e microchip incastonati. Le nuove carte sono più difficili da falsificare e possono essere scansionate in luoghi come gli aeroporti dove la sicurezza è una priorità.

I computer dell'ufficio, tuttavia, sono programmati per leggere soltanto 32.252 degli approssimativamente 55.000 caratteri cinesi, secondo un rapporto del governo del 2006. Il risultato è che la sig.na Ma ed almeno alcuni dei 60 milioni di altri cinesi con caratteri oscuri nei loro nomi non possono ottenere le nuove carte d'identità – a meno che cambino i loro nomi in qualcosa di più comune.

In più, la situazione può per peggiorare o, nel punto di vista del governo, migliorare. Almeno dal 2003, la Cina sta lavorando ad una lista standardizzata dei caratteri da utilizzare nella vita di tutti i giorni, anche per dare il nome ai bambini.

Un giornale la settimana scorsa ha rivelato che la lista sarà pubblicata alla fine di quest'anno e porrà un freno all'uso di nomi oscuri. Un funzionario di linguistica del governo ha detto a Xinhua, l'agenzia di notizie gestita dallo stato, che la lista comprenderà più di 8.000 caratteri. Anche se è molto meno di quanto la base di dati si presume includa, il funzionario ha detto che è più che sufficiente “per trasportare qualsiasi concetto in qualunque campo.” Circa 3.500 caratteri sono usati quotidianamente.

I funzionari di governo suggeriscono che i nomi siano sfuggiti di mano, con troppi genitori che selezionano i caratteri più oscuri che possono trovare o persino inventando i caratteri, come fossero accessori linguistici. Ma molte coppie cinesi sono orgogliose di cercare nei ricchi archivi del cinese classico per trovare un nome distintivo e piacevole, per aiutare parzialmente i loro bambini a distinguersi in una società con sorprendentemente pochi cognomi.

Secondo alcune stime, 100 cognomi coprono l'85% dei cittadini cinesi. Laobaxing, o “vecchi cento nomi,” è un termine colloquiale per le masse. In contrasto, 70.000 cognomi coprono il 90% degli americani.

Wednesday, April 22, 2009

Sicurezza privata o privati della sicurezza?

Se avete mai provato a spiegare a qualcuno in che modo un'ipotetica società libera potrebbe fornire servizi essenziali come la sicurezza, conoscerete senz'altro l'espressione di stupito orrore che le vostre argomentazioni suscitano nell'interlocutore, oltre alla sgradevole sensazione di venir considerato un utopista, una persona con dei problemi, o peggio. La sicurezza in mano ai privati? Mio Dio, il mondo di Kenshiro!

Eppure, aziende private forniscono già i loro servizi a diverse città americane flagellate dal crimine, per il semplice motivo che il mercato è in grado di offrire – incredibile a dirsi – un rapporto costi-benefici più vantaggioso di quello permesso dalle istituzioni pubbliche. Il consiglio della città Oakland in California, ad esempio, ha recentemente votato per assumere la International Services Inc., un'agenzia di sicurezza privata, per pattugliare i quartieri afflitti dal crimine, mentre alcuni quartieri commerciali avevano già raccolto fondi per pagare i servizi di sicurezza disarmati. Leggiamo sul sito del Wall Street Journal:
Impiegare guardie private è meno costoso che assumere nuovi agenti di polizia. Oakland – a fronte di un deficit di 80 milioni di dollari – spende circa il 65% del proprio budget per i servizi di pompieri e polizia, di cui circa 250.000 dollari l'anno, compresi benefit e stipendi, per ogni ufficiale di polizia.

In contrasto, per circa 200.000 dollari l'anno la città può mettere sotto contratto quattro guardie private per pattugliare il problematico settore orientale di Oakland in cui a marzo quattro ufficiali di polizia in servizio sono stati uccisi. E l'azienda, non la città, è responsabile dell'assicurazione per le guardie.
Secondo la polizia di Oakland, mentre le guardie disarmate sarebbero accettabili, quelle armate sarebbero da evitare, perché non addestrate come quelle pubbliche. Argomentazione difficile da accettare, considerando ad esempio i vari casi in cui gli addestratissimi esponenti delle forze dell'ordine si sono sparati nei piedi da soli, diventando star di Youtube (vedi video allegato)...

In ogni caso, i membri del consiglio comunale di Oakland difendono la loro scelta come l'unica opzione rimasta per affrontare l'offensiva criminale che si trovano ad affrontare. L'alternativa proposta dal sindacato di polizia è invece di spendere i 200.000 dollari per pagare gli straordinari di quattro agenti di polizia che perlustrerebbero la zona orientale di Oakland... a piedi (sempre che non li abbiano prima riempiti di piombo per sbaglio).

Insomma, pare proprio che anche nel caso della sicurezza il mercato – e la concorrenza – riesca a offrire soluzioni migliori di quelle prodotte dal monopolio di stato. Se non altro i lauti stipendi pagati ai membri del consiglio comunale di Oakland sono serviti per giungere a questa inattesa conclusione.

Monday, April 20, 2009

La legge dei numeri

“If most people are not willing to see the difficulty, this is mainly because, consciously or unconsciously, they assume that it will be they who will settle these questions for the others, and because they are convinced of their own capacity to do this.”
(Friedrich August von Hayek)

Un lettore, commentando l'intervista di Peter Schiff, solleva un'obiezione che è ormai classica, quando si discute di economia. Guru2012 scrive, infatti:
Cerco di capirci qualcosa di quel che dicono questi cervelloni della finanza e dell'economia, ma così, da parvenue, sento ancora parlare di competitività, di crescita, di vendere più prodotti.

... a mio parere, sono proprio quei modelli di "competitività" e di "crescita" che andrebbero interpretati in chiave diversa.
Mi sembra una buona occasione per provare a fare un po' di chiarezza su di un punto fondamentale: l'economia propone modelli da seguire? La risposta è no. L'economia studia le interazioni tra gli uomini e le loro conseguenze, permette di capire – ovviamente con un certo grado di incertezza – dove porterà un determinato corso di azioni, e quindi può aiutare a scegliere il più proficuo, ma nel momento in cui si pretende di usarla per imporne uno, pur con tutte le buone intenzioni di questo mondo, cessa a mio avviso di essere scienza e si trasforma in religione. Entra in gioco quella presunzione di sapere di cui parlava Hayek: armato di grafici e statistiche l'economista si pone al di fuori ed al di sopra dell'umanità presumendo di conoscere la volontà di milioni di esseri umani tutti diversi tra loro, e quindi di essere investito dell'autorità di guidarne il cammino e correggerne gli errori.

Questo tipo di attitudine mentale non ha niente a che fare con il libero mercato, ovvero il campo di studio della scienza economica, e infatti lo stesso Keynes, guida spirituale degli attuali economisti di corte alla Krugman, confessò candidamente che la sua visione di economia era molto più adatta ad una società totalitaria piuttosto che ad una in cui le relazioni e gli scambi interpersonali fossero liberi. Questa è anche la differenza fondamentale tra gli economisti austriaci, eredi dei classici, e i keynesiani o pianificatori: laddove i primi suggeriscono che gli uomini siano lasciati liberi di agire nel mercato, ragionevolmente certi che le spinte costruttive e positive compensino abbondantemente quelle distruttive e negative, i secondi credono il contrario e si autoinvestono dell'autorità di correggere l'umanità, della quale si considerano evidentemente superiori.

La vera differenza, quindi, è nel come si considera l'uomo: se l'austriaco si limita ad osservarne le azioni con la curiosità e la meraviglia dello studioso, rendendosi conto dei limiti che sono anche i suoi, per il keynesiano, come l'agente Smith del film Matrix, l'umanità è invece un virus, un organismo votato alla distruzione se non corretto con le sue cure “scientifiche.” L'agente Smith però, a differenza del keynesiano, non è umano (anche se su questo punto esistono diverse scuole di pensiero). La cosa curiosa è che è proprio da questa specie di “complesso di superiorità” che hanno origine le considerazioni con cui Guru2012 conclude il suo commento:
Capisco che un'azienda debba essere chiusa perché non produttiva, o meglio, troppo poco competitiva, ma non ci si può fermare a questo.

Non può vincere la cruda legge dei numeri.
Considerazioni apparentemente condivisibili, ma che in questo contesto sottintendono la capacità dell'economista di intervenire per ristabilire l'etica nelle interazioni tra gli individui, interazioni che, in accordo con la dottrina marxista (e prima ancora hobbesiana) sono per natura conflittuali. Ora, al di là del fatto che l'economista è anch'egli un uomo, e che quindi in questa ottica a sua volta immerso in questa presunta logica di conflitto, ciò che salta agli occhi è che la legge dei numeri, in realtà, vince sempre: se compro l'uovo oggi non potrò comprare la gallina domani, e fino ad oggi l'unica moltiplicazione di beni di cui siamo a conoscenza risale a duemila anni fa e riguardava alcuni pesci e poche pagnotte, ma non a caso viene ricordato come miracolo.

Il mercato, essendo una figura astratta che definisce l'insieme degli scambi tra gli uomini, non può essere immorale: lo possono essere alcuni di coloro che in esso agiscono, nel caso che, ad esempio, impongano degli scambi non volontari. Guarda caso, proprio il tipo di azione intrapresa da quell'ente dotato del monopolio della forza che si chiama stato, a cui i sacerdoti della new economy si sforzano di fornire giustificazioni morali, spesso ricorrendo a concetti quali la sostenibilità o l'equità. Ma un'economia sostenibile, per definizione, è un'economia che produce almeno quanto consuma, se non di più. Se un'azienda consuma risorse per produrre beni che nessuno vuole, quelle risorse mancheranno al resto dell'umanità. Se il consumo viene spinto dal credito – o dalla moneta creata dal nulla, che è praticamente la stessa cosa – e non dal risparmio, vengono consumate oggi delle risorse future. E se quel consumo non riesce a produrne almeno altrettante, quelle risorse domani non ci saranno più.

Questa è la vera immoralità: stampando moneta e moltiplicando il credito deprediamo il futuro delle prossime generazioni, un futuro che peraltro si avvicina sempre più rapidamente. Si sente spesso parlare del concetto di “decrescita felice.” Ecco, la decrescita l'abbiamo già imposta su chi verrà dopo di noi, e non credo proprio che saranno felici di scoprirlo. Vogliamo un'economia sostenibile? Allora ricordiamoci che la legge dei numeri vince sempre, e comportiamoci di conseguenza.

Sunday, April 19, 2009

Intervista a Peter Schiff

Nel turbine della “depressione inflazionistica” Peter Schiff – uno dei pochi analisti che predissero correttamente l'attuale crisi – vede nonostante tutto delle occasioni.

In questa intervista con The Gold Report, Schiff discute di cosa ci ha portati alla nostra attuale “economia fasulla” e raccomanda agli investitori di agire rapidamente e di “convertire gli assett in dollari degli Stati Uniti in metalli preziosi fisici, in altre valute ed in azioni ordinarie al di fuori degli Stati Uniti. Ma chissà se può essere sufficiente...
(Scarica il pdf.)
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The Gold Report: Peter, sei stato uno dei pochi a predire la crisi finanziaria in cui si trovano oggi gli Stati Uniti ed il mondo. Ad una recente conferenza, avete denominato le condizioni che stiamo affrontando “una depressione inflazionistica.” Puoi descrivere cosa intendi con questo?

Peter Schiff: Bene, fondamentalmente, è la condizione che il governo sta creando qui negli Stati Uniti e la depressione inflazionistica sarà un prolungato periodo di declino economico accompagnato da un veloce aumento dei prezzi al consumo. Così, sarà qualcosa come la stagflazione degli anni 70, solo con molto più ristagno, una vera e propria contrazione dell'economia, con il costo della vita che aumenta persino più velocemente di allora.

TGR: Esaminando alcune delle cose che Obama che prova a mettere a posto, c'è qualcosa che il governo potrebbe fare per evitarla?

PS: Non c'è niente che il governo possa fare per evitare una certa seria sofferenza a breve termine. Il paese è in grande difficoltà a causa di tutta cattiva gestione monetaria del passato, della spesa pubblica avventata e della creazione di moneta che ci ha condotto all'economia fasulla.

Abbiamo passato molto tempo sperperando la ricchezza di questo paese. Abbiamo preso in prestito molti soldi e stupidamente li abbiamo usati per consumare. Abbiamo permesso che la nostra base industriale si disintegrasse e sarà difficile ricostruire un'economia sostenibile. Ma non riusciremo mai a ricostruirne una se il governo si mette in mezzo. Quello che il governo sta facendo adesso con le sue politiche è di cercare di ottenere una reflazione della bolla; stanno provando a convincere gli americani a indebitarsi e spendere ancora più soldi quando siamo falliti a causa dei soldi che non avremmo dovuto prendere in prestito e spendere in primo luogo. E il governo sta cercando di ingrandirsi. Il governo sta cercando di ingrandire le sue dimensioni in un momento in cui dovrebbe contrarsi perché siamo davvero troppo falliti per poterci permettere un governo gonfiato.

Era un male in passato: ci rendeva meno competitivi, ma almeno potevamo permettercelo; ora, chiaramente, non possiamo. Così, abbiamo bisogno di meno governo. Abbiamo bisogno di una politica monetaria sana. Abbiamo bisogno di tassi d'interesse più elevati. Dobbiamo permettere che le aziende falliscano. Dobbiamo permettere che le aziende chiudano o vadano in bancarotta. Dobbiamo permettere che i pignoramenti avvengano. Dobbiamo permettere che la gente perda determinati lavori. Non possiamo tentare di interferire. E nella misura in cui lo facciamo, generiamo questa depressione; e se continuiamo a stampare soldi, alla fine avremo una massiccia inflazione.

TGR: Nei tuoi discorsi, hai detto che stampare i soldi causerà una massiccia inflazione ed il crollo del dollaro degli Stati Uniti. Puoi parlarci di questo?

PS: La gente pensa che si possa semplicemente creare soldi e usarli per spendere. Ma quando crei soldi non crei potere di acquisto. Così, quel che accade è che devi pagare più soldi; crei inflazione. Il modo per ottenere un aumento del potere d'acquisto è con l'aumento della produzione e stampare semplicemente i soldi non fa apparire le fabbriche. Non fa apparire i beni di consumo.

Per avere un reale aumento del consumo, dobbiamo produrre di più, il che significa che abbiamo bisogno di più risparmio e investimenti – che il governo sta scoraggiando con la sua politica, invece di promuoverli.

TGR: I salvataggi del governo contribuiranno ad aumentare la produzione ed infine il potere d'acquisto?

PS: No, no, i salvataggi sono distruttivi per l'economia perché il governo sta salvando industrie ed aziende che dovrebbero fallire. Sta mantenendo in attività aziende non produttive, il che insidia la competitività ed il rendimento della nostra economia.

Il fallimento è come quando un corpo ha un'infezione. La combatte, e questo è ciò che il mercato libero sta facendo cercando di eliminare le aziende non competitive. Il fallimento è una forza positiva in un'economia. Forse non è positivo per l'entità che fallisce, ma è positivo per l'economia complessivamente perché purifica il corpo dell'economia dalle aziende non sostenibili che stanno sperperando le nostre risorse.

Abbiamo bisogno che delle aziende falliscano così che le aziende più prospere possano riuscire. Mantenendo vive certe imprese, il governo sta impedendo che ne nascano altre che potrebbero essere più produttive.

TGR: Così, se il governo facesse un passo indietro e lasciasse lavorare i sistemi del mercato libero, quanto più rapidamente potrebbero provocare un'inversione di tendenza, piuttosto che farlo fare al governo?

PS: Non avremo affatto un'inversione di tendenza come conseguenza di ciò che il governo sta facendo. L'avremmo molto prima se lasciassero lavorare i sistemi del mercato libero, ma non sarebbe istantaneo. Dobbiamo smantellare l'economia fasulla prima di poter ricostruire un'economia sostenibile. Passeremo questa sofferenza transitoria. Dobbiamo superare tutto il danno che già è stato fatto dalla risposta del governo e dalla cattiva politica fiscale monetaria. Abbiamo avuto un'economia di bolla; abbiamo un'economia basata sullo spendere denaro che gli americani non avevano e sull'acquisto di beni che non avrebbero potuto permettersi o che non avevano prodotto. Abbiamo avuto un'economia costruita sul debito, sul debito di consumo e sull'ingegneria finanziaria, e le nostre aziende creavano profitti con la contabilità piuttosto che con la produzione. E tutto ciò era falso; la prosperità era falsa. Dobbiamo affrontare quei problemi ed ritornare sulla strada della sostenibilità economica.

TGR: È un fenomeno statunitense o mondiale?

PS: Bene, esiste in grado minore in altri paesi e certamente altri paesi ne sono colpiti perché stanno producendo le merci che noi stiamo consumando e ci stanno prestando i soldi per pagarle e, in definitiva, non possiamo ripagarli. E così le loro economie soffriranno come conseguenza di tutta la ricchezza che è stata sperperata e di tutte le risorse che sono state sprecate nella produzione per i consumatori americani perché non possiamo permetterci di pagare.

TGR: Il governo sta stampando denaro. Quale sarà l'effetto di tutti quei soldi che stanno entrando nell'economia?

PS: Bene, spingeranno su i prezzi. Alla fine i prezzi dei beni immobili cominceranno ad aumentare, i prezzi delle azioni cominceranno ad aumentare; ma gli americani non diventeranno più ricchi perché il costo della vita aumenterà molto velocemente. I prezzi degli alimentari e dell'energia aumenteranno molto più velocemente dei prezzi delle azioni o dei beni immobili.

TGR: Vedi arrivare un crollo del dollaro?

PS: Vedo un crollo del dollaro. Il dollaro stava già perdendo valore, ma penso che ne perderà molto di più.

TGR: Cosa dovrebbero guardare come porto sicuro gli investitori per i loro soldi?

PS: Bene, dovrebbero guardare i beni rifugio tradizionali come oro e argento; dovrebbero anche guardare ad altri prodotti ed investimenti al di fuori degli Stati Uniti. Ci sono molte occasioni nel mondo. Ci sono molte azioni estremamente economiche, a mio parere, specialmente nei mercati asiatici e nel campo delle risorse naturali.

Ci sono molte transazioni azionarie a valutazioni che non ho mai visto; c'è molto pessimismo nei mercati globali e ci sono prezzi da svendita. Il mondo ha reagito esageratamente davanti ai nostri problemi ed al modo in cui i nostri problemi hanno colpito le loro economie. Ed in questa atmosfera di de-leveraging e di liquidazione dei beni, gli investitori prudenti che hanno contanti possono fare grandi affari in tutto il mondo. Possono conservare la loro ricchezza e realmente ottenere profitto da ciò che sta accadendo.

TGR: Puoi condividere con noi alcuni settori che la gente dovrebbe considerare?

PS: In generale nei settori produttivi dell'economia ci sono aziende che fabbricano prodotti ed hanno buoni bilanci, aziende che operano all'interno di un settore di risorse che ha riserve immense – riserve minerarie o energetiche – o aziende che operano in vari campi dell'agricoltura. Lì ci sono grandi opportunità. Le azioni sono vendute per multipli molto bassi e ad una sola cifra da guadagni depressi. E ci sono molte aziende che offrono dei dividendi superiori al 10% e questi sono dividendi reali pagati dai guadagni. Ma, come investitore, dovete fare i vostri compiti a casa per trovarli. I tassi dei titoli sono così bassi che è possibile ottenere rendimenti incredibili sulle azioni ordinarie e questa è un grande opportunità, in particolare se quei rendimenti ci saranno pagati in valute che penso si rinforzeranno significativamente contro il dollaro degli Stati Uniti.

TGR: Quali paesi e valute vedi emergere per primi dalla recessione?

PS: Be', in definitiva, molte delle valute che attualmente sono legate al dollaro USA saranno molto forti, molte delle valute asiatiche. Già vediamo che molte delle valute legate alle risorse cominciano a indietreggiare. Abbiamo osservato una forza piuttosto notevole nel dollaro australiano ed in quello della Nuova Zelanda nelle ultime settimane. Penso che vedremo tale forza anche nell'euro, perché l'euro sembra essere una buona alternativa al dollaro come valuta di riserva. E la politica monetaria degli europei non è così cattiva quanto la nostra, così maggiori quantità di quel tipo di moneta saranno attirate verso l'euro e probabilmente beneficerà altre valute dell'eurozona – le valute scandinave, il franco svizzero – anche quelle valute si otterranno benefici.

TGR: La Cina, la Russia ed alcune altre nazioni dell'OPEC stanno chiedendo che il FMI emetta una valuta internazionale. Penso che li stiano chiamando diritti speciali di prelievo.

PS: Sì, la Cina parlava di cercare valute di riserva alternative al dollaro e sta suggerendo dei diritti speciali di prelievo emessi dal FMI. Non penso che sia una buona idea. In definitiva, la Cina deve effettivamente convincere il mondo a cercare un altro standard. La Cina deve trovare un'altra riserva da sé e lo può fare. I cinesi dovrebbero cominciare a disinvestire dal dollaro adesso. Possono scegliere qualsiasi valuta desiderino come loro valuta di riserva. Quando cominceranno a farlo questo avrà un impatto sul valore del dollaro.

TGR: Vederemo un ritorno ad una parità aurea?

PS: Le valute devono avere un valore e la carta non è un valore. Nessuna moneta inconvertibile nella storia è mai sopravvissuta. Tutti dicono che questa va benissimo ma siamo stati fuori dalla parità aurea soltanto dal 1971: è troppo presto per dirlo, ma di sicuro la situazione non sembra buona.

TGR: Vedi un ritorno alla parità aurea nel corso della tua vita?

PS: Sì: deve accadere.

TGR: Che consiglio di investimento hai per i nostri lettori?

PS: Gli investitori devono agire rapidamente e farsi carico del loro destino finanziario. Stiamo affrontando la più grande ridistribuzione di ricchezza attraverso inflazione.

Il colpo più duro sarà per i risparmiatori e gli investitori che vedranno i loro risparmi spazzati via se li mantengono in dollari. I dollari saranno sottratti ai risparmiatori per pagare queste politiche di enormi spese di governo: per la sanità, la formazione ed i salvataggi.

Convertirei gli assett in dollari USA in metalli preziosi fisici, in altre valute ed in azioni ordinarie al di fuori degli Stati Uniti, e mi focalizzerei sulle aziende che possiedono ben reali e che hanno una domanda.