Segnalo: un paio di traduzioni – tra le altre – sul blog Progetto Mayhem:
Incubi di un banchiere centrale
Dieci errori ricorrenti in economia
Il bellissimo “elogio del denaro” tratto da La rivolta di Atlante di Ayn Rand, opportunamente postato da Liberty Soldier:
Ayn Rand- Rivolta di Atlante- Elogio del Denaro
E un nuovo blog libertario, che sembra promettere bene: Libertarian.
Il vostro blog è fantastico.
ReplyDeleteGrazie
"E il grado della produttività dell'uomo determina la sua ricompensa."
ReplyDeleteQuello che mi colpisce delle parole che leggo sul Gongoro è questo dare per scontate certe affermazioni come quella citata qui sopra.
Il fatto poi di leggerlo in un blog dove campeggia come sottotitolo "La libertà è l'unica via Il socialismo il più grande dei mali"..., beh, tanta enfasi mi lascia perplesso.
Il socialismo buttiamolo pure al secchio, sono daccordo, ma cerchiamo di fare un passino avanti.
Cerchiamo di capire che bisogna produrre di meno in questo mondo.
Le cose che produciamo, non sono affatto di nostra esclusiva proprietà.
Il possesso delle cose è all'origine della guerra, fratelli.
Un diverso punto di vista.
>Le cose che produciamo, non sono affatto di nostra esclusiva proprietà.
ReplyDelete• E qui mi verrebbe da farti due domandine:
Ho la proprietà esclusiva del mio corpo? Se la risposta è no, di chi è la proprietà? Chi può disporre a suo piacimento del mio corpo se non me stesso?
Se invece la risposta è sì allora sorge la domanda successiva. Ho la proprietà dei frutti del mio lavoro? Se un campo è incolto ed io mi metto ad ararlo, a seminarlo, innaffiarlo e ne ho cura, avrò diritto o no alla proprietà del grano che vi crescerà?
>Il possesso delle cose è all'origine della guerra, fratelli.
* Non è la proprietà l’origine della guerra ma il furto ovvero lo scambio non volontario.
@ Ashoka
ReplyDeletePrima domandina:
"Ho la proprietà esclusiva del mio corpo?"
Come si usa dire, ognuno è padrone di sé stesso, ma è solo una convenzione e forse è proprio qui la chiave del mio ragionamento.
Nel migliore dei casi siamo appena "responsabili delle nostre azioni".
Seconda domandina:
Ho la proprietà dei frutti del mio lavoro?
Se coltivi un campo di grano, hai poi diritto a goderne i frutti, è vero, ma lasciami dire,
quel campo incolto era di tua "proprietà"? Esiste un foglio di carta in un catasto che afferma che quel pezzo di terra è di tua esclusiva proprietà?
E se esistesse un dio, avrebbe il diritto o no, di chiederci la rata dell'affitto?
Non ti pare, Guru, che il filo del tuo ragionamento sconfini pericolosamente nella metafisica?
ReplyDeleteOltre un certo limite, dovresti saperlo, non c'è più discussione possibile.
Comunque, per ora a chiedere soldi sono stati sempre esseri umani – neanche dei migliori esemplari, tra l'altro – di esseri incorporei nemmeno l'ombra.
Hai ragione Paxtibi, devo concederti che anch'io rileggendo il mio scritto, mi son chiesto dove volessi andare a parare.
ReplyDeleteIl fatto è che tutte queste parole che leggo sul Gongoro (sono rimasto indietro di un paio di post), se da una parte mi intrigano e mi fanno capire delle cose, da un'altra mi rendono diffidente.
Saranno concetti metafisici, come tu dici, ma in fondo anche il "libero mercato" lo è.
Presto, nel migliore dei casi, il lavoro diventerà un privilegio di pochi. E la gratificazione non potranno essere i soldi, o il possesso delle cose.
La gratificazione sarà quella di poter esprimere le proprie qualità.
Solo così potranno vincere le idee migliori.
Invece qui, leggo di "sicurezza privata", immagino che si auspichi anche una "privatizzazione della sanità", per un servizio sempre più attento alle esigenze del cliente, pardon, volevo scrivere paziente.
A proposito, ti faccio una domandina facile facile:
"Secondo te, se i medici avessero un contratto standard di duemila euri al mese, avremmo una sanità migliore, o peggiore?"
Se mi dai la risposta esatta, giuro che mi leggo "Hayek - La presunzione della conoscenza" che ho scaricato sul mio desk.
Saranno concetti metafisici, come tu dici, ma in fondo anche il "libero mercato" lo è. Niente affatto: il libero mercato è al massimo la definnizione astratta di un insieme di azioni ben concrete. Io non “credo” nel libero mercato: semplicemente auspico che il mercato possa essere libero, perché vorrei avere la possibilità di lavorare e guadagnarmi da vivere.
ReplyDeletePresto, nel migliore dei casi, il lavoro diventerà un privilegio di pochi.Ovvia conseguenza della mancanza di libertà nel mercato...
E la gratificazione non potranno essere i soldi, o il possesso delle cose.Non è questione di gratificazione, mi pare, quanto di sopravvivenza.
La gratificazione sarà quella di poter esprimere le proprie qualità.
Solo così potranno vincere le idee migliori.Ma questo è proprio il senso del libero mercato (sempre che sia libero, ovviamente).
Invece qui, leggo di "sicurezza privata", immagino che si auspichi anche una "privatizzazione della sanità", per un servizio sempre più attento alle esigenze del cliente, pardon, volevo scrivere paziente.Noto un certo fastidio, di cui mi sfugge la ragione. È forse sbagliato cercare di ottenere servizi migliori? O che chi li fornisce possa essere premiato da maggiori guadagni rispetto a chi ne offre di scadenti?
A proposito, ti faccio una domandina facile facile:
"Secondo te, se i medici avessero un contratto standard di duemila euri al mese, avremmo una sanità migliore, o peggiore?"Avremmo chi? Mi risulta che tutti i medici siano diversi tra loro, e diverse le loro capacità e dedizione al lavoro.
Se mi dai la risposta esatta, giuro che mi leggo "Hayek - La presunzione della conoscenza" che ho scaricato sul mio desk.Subordinare la tua personale crescita culturale alle mie risposte mi pare una strategia illogica ed autolesionista...
Paxtibi, non so se leggerai ancora, ma voglio spiegarmi un po' meglio.
ReplyDeleteQuando scrivo che il lavoro diventerà un privilegio, intendo dire che l'innovazione tecnologica ridurrà (io auspico) la necessità di "lavoro" come lo concepiamo oggi
e non ce ne sarà per tutti.
In quanto alla sicurezza privata, o alla sanità, mi par di capire che a un miglior servizio, secondo le leggi di mercato, dovrà corrispondere un maggior prezzo.
Su questo, in effetti non sono daccordo.
Vabbè, parole in libertà, come al solito. Comunque, buon primo maggio... (la nostra festa)
Quando scrivo che il lavoro diventerà un privilegio, intendo dire che l'innovazione tecnologica ridurrà (io auspico) la necessità di "lavoro" come lo concepiamo oggi e non ce ne sarà per tutti.Allora ne riparliamo quando il tuo auspicio avrà un qualche riscontro nella realtà.
ReplyDeleteIn quanto alla sicurezza privata, o alla sanità, mi par di capire che a un miglior servizio, secondo le leggi di mercato, dovrà corrispondere un maggior prezzo.Può anche essere, ma non è del tutto conseguente. Ma il punto da considerare è che l'alternativa è un prezzo standard per un servizio che può andare dal più scadente (quasi sempre) all'eccellenza (se sei molto fortunato). Considerato che parliamo di servizi di cui hai bisogno, nella maggior parte dei casi, solo in occasioni particolari, mi pare evidente quale sia l'alternativa più vantaggiosa.
Se poi ne hai una migliore, tipo l'offrire a prezzi scontati sempre e a tutti l'eccellenza, non perder tempo e mettila in atto: il mercato non mancherà di premiare i tuoi sforzi.