Il Cato Institute ha pubblicato un libro bianco di Glenn Greenwald – avvocato costituzionale e collaboratore di Salon.com, autore di A Tragic Legacy (2007) e di How Would a Patriot Act? (2006) – sulla depenalizzazione delle droghe in Portogallo ed i suoi effetti. Sorpresa: il consumo di droga non è aumentato, Lisbona non è diventata un ricettacolo di tossici, e ovviamente tribunali e polizia hanno potuto così occuparsi di crimini veri, e non di punire chi si fa per i fatti suoi, senza danneggiare nessuno.
Come sempre, ogni volta che l'apparato repressivo si ritira dalle attività umane, ciò che emerge è uno spiraglio di luce proveniente da un mondo migliore, più libero, più tollerante e, soprattutto, possibile.
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Depenalizzazione della droga in Portogallo:
una lezione per la creazione di politiche sulla droga giuste e di successo
Di Glenn Greenwald
Il 1° luglio 2001 entrava in vigore in Portogallo una legge nazionale che depenalizzava tutte le droghe, comprese cocaina ed eroina. Nel nuovo quadro giuridico, tutte le droghe sono state “depenalizzate,” non “legalizzate.” Quindi, il possesso per uso personale e l'uso stesso della droga sono ancora proibiti legalmente, ma le violazioni di quelle proibizioni sono considerate esclusivamente amministrative e sono state quindi rimosse completamente dal regno criminale. Il traffico di droga continua ad essere perseguito come delitto.
Mentre altri stati dell'Unione Europea hanno sviluppato varie forme di depenalizzazione de facto – per cui le sostanze percepite come meno pesanti (come la cannabis) conducono raramente al procedimento penale – il Portogallo rimane l'unico stato membro della UE con una legge che definisce esplicitamente “depenalizzate” le droghe. Dato che più di sette anni sono ora trascorsi dalla promulgazione del sistema di depenalizzazione del Portogallo, ci sono ampi dati che permettono di valutare i suoi effetti.
Da notare che in Portogallo la depenalizzazione è diventata sempre più popolare dal 2001. Tranne alcuni politici di estrema destra, pochissime fazioni politiche nazionali spingono per un'abrogazione della legge del 2001. E anche se c'è una percezione diffusa che debbano essere fatti dei cambiamenti burocratici alla struttura della depenalizzazione portoghese per renderla più efficiente ed efficace, non c'è un vero dibattito per criminalizzare nuovamente le droghe. Più significativamente, nessuno degli scenari da incubo suggeriti prima della promulgazione dagli avversari della depenalizzazione – dall'aumento sfrenato nel consumo di droga fra i giovani alla trasformazione di Lisbona in un porto sicuro per i “turisti della droga” – si è verificato.
Il consenso politico per la depenalizzazione non è sorprendente alla luce dei dati empirici relativi. Quei dati indicano che la depenalizzazione non ha avuto effetti negativi sui tassi del consumo di droga in Portogallo, i quali, in numerose categorie, sono ora fra i più bassi della UE, specialmente se paragonati agli stati con i più severi regimi di criminalizzazione. Anche se i tassi del consumo post-depenalizzazione sono rimasti approssimativamente gli stessi o sono persino diminuiti un po' rispetto ad altri stati della UE, le patologie correlate alla droga – come le malattie trasmesse sessualmente e le morti dovute all'uso di droga – sono diminuiti drammaticamente. Gli esperti in politiche sulla droga attribuiscono queste tendenze positive all'aumentata capacità del governo portoghese di offrire programmi di cura ai propri cittadini – aumento permesso, per diversi motivi, dalla depenalizzazione.
Questo rapporto comincia con un esame della struttura portoghese di depenalizzazione come disposta nella legge e nei termini di come funziona in pratica. Inoltre è esaminato il clima politico in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione riguardo alle politiche sulla droga, e l'impeto che ha condotto la nazione ad adottare la depenalizzazione.
Il rapporto valuta quindi la politica portoghese sulla droga nel contesto dell'approccio della UE verso le droghe. I diversi quadri giuridici, così come la tendenza generale verso la liberalizzazione, sono esaminati per permettere una valutazione comparativa significativa fra i dati portoghesi ed i dati di altri stati della UE.
Il rapporto presenta inoltre i dati riguardanti le tendenze relative alla droga in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione. Gli effetti della depenalizzazione in Portogallo sono esaminati sia in termini assoluti che rispetto ad altri stati che continuano a criminalizzare le droghe, specialmente all'interno della UE.
I dati indicano che, secondo virtualmente ogni metro, la depenalizzazione portoghese è stata un successo clamoroso. In questo successo si trovano delle lezioni manifeste che dovrebbero guidare i dibattiti sulle politiche sulla droga in tutto il mondo.
Come sempre, ogni volta che l'apparato repressivo si ritira dalle attività umane, ciò che emerge è uno spiraglio di luce proveniente da un mondo migliore, più libero, più tollerante e, soprattutto, possibile.
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Depenalizzazione della droga in Portogallo:
una lezione per la creazione di politiche sulla droga giuste e di successo
Di Glenn Greenwald
Il 1° luglio 2001 entrava in vigore in Portogallo una legge nazionale che depenalizzava tutte le droghe, comprese cocaina ed eroina. Nel nuovo quadro giuridico, tutte le droghe sono state “depenalizzate,” non “legalizzate.” Quindi, il possesso per uso personale e l'uso stesso della droga sono ancora proibiti legalmente, ma le violazioni di quelle proibizioni sono considerate esclusivamente amministrative e sono state quindi rimosse completamente dal regno criminale. Il traffico di droga continua ad essere perseguito come delitto.
Mentre altri stati dell'Unione Europea hanno sviluppato varie forme di depenalizzazione de facto – per cui le sostanze percepite come meno pesanti (come la cannabis) conducono raramente al procedimento penale – il Portogallo rimane l'unico stato membro della UE con una legge che definisce esplicitamente “depenalizzate” le droghe. Dato che più di sette anni sono ora trascorsi dalla promulgazione del sistema di depenalizzazione del Portogallo, ci sono ampi dati che permettono di valutare i suoi effetti.
Da notare che in Portogallo la depenalizzazione è diventata sempre più popolare dal 2001. Tranne alcuni politici di estrema destra, pochissime fazioni politiche nazionali spingono per un'abrogazione della legge del 2001. E anche se c'è una percezione diffusa che debbano essere fatti dei cambiamenti burocratici alla struttura della depenalizzazione portoghese per renderla più efficiente ed efficace, non c'è un vero dibattito per criminalizzare nuovamente le droghe. Più significativamente, nessuno degli scenari da incubo suggeriti prima della promulgazione dagli avversari della depenalizzazione – dall'aumento sfrenato nel consumo di droga fra i giovani alla trasformazione di Lisbona in un porto sicuro per i “turisti della droga” – si è verificato.
Il consenso politico per la depenalizzazione non è sorprendente alla luce dei dati empirici relativi. Quei dati indicano che la depenalizzazione non ha avuto effetti negativi sui tassi del consumo di droga in Portogallo, i quali, in numerose categorie, sono ora fra i più bassi della UE, specialmente se paragonati agli stati con i più severi regimi di criminalizzazione. Anche se i tassi del consumo post-depenalizzazione sono rimasti approssimativamente gli stessi o sono persino diminuiti un po' rispetto ad altri stati della UE, le patologie correlate alla droga – come le malattie trasmesse sessualmente e le morti dovute all'uso di droga – sono diminuiti drammaticamente. Gli esperti in politiche sulla droga attribuiscono queste tendenze positive all'aumentata capacità del governo portoghese di offrire programmi di cura ai propri cittadini – aumento permesso, per diversi motivi, dalla depenalizzazione.
Questo rapporto comincia con un esame della struttura portoghese di depenalizzazione come disposta nella legge e nei termini di come funziona in pratica. Inoltre è esaminato il clima politico in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione riguardo alle politiche sulla droga, e l'impeto che ha condotto la nazione ad adottare la depenalizzazione.
Il rapporto valuta quindi la politica portoghese sulla droga nel contesto dell'approccio della UE verso le droghe. I diversi quadri giuridici, così come la tendenza generale verso la liberalizzazione, sono esaminati per permettere una valutazione comparativa significativa fra i dati portoghesi ed i dati di altri stati della UE.
Il rapporto presenta inoltre i dati riguardanti le tendenze relative alla droga in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione. Gli effetti della depenalizzazione in Portogallo sono esaminati sia in termini assoluti che rispetto ad altri stati che continuano a criminalizzare le droghe, specialmente all'interno della UE.
I dati indicano che, secondo virtualmente ogni metro, la depenalizzazione portoghese è stata un successo clamoroso. In questo successo si trovano delle lezioni manifeste che dovrebbero guidare i dibattiti sulle politiche sulla droga in tutto il mondo.
Download the Full White Paper (PDF) (4 MB)
Drug Decriminalization in Portugal: Lessons for Creating Fair and Successful Drug Policies, Cato White Paper
Speriamo che dalla depenalizzazione si passi alla liberalizzazione! E magari che in Italia ci si renda conto di quanto siamo stupidi, irrazionali e ipocriti. Rimaniamo pure stupidi e irrazionali ma almeno l'ipocrisia togliamola: la droga fa male? Galera! Troppi grassi fanno male: più controlli sulle grigliate!
ReplyDeleteHo linkato il post nel roll che passa attraverso il mio blog. In Italia non ne trovo traccia da nessun'altra parte. In America ne ha scritto Newsweek.
ReplyDeleteIn Italia non dobbiamo sapere... solo credere.
ReplyDeletehai perfettamente ragione paxtibi...non e he per caso si trova la traduzione del documento?
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