Ancora un'appassionante sfida per il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa di gennaio, il primo del 2009. Chi ben comincia è già a metà dell'opera, si usa dire, e invero quegli esseri così simili a noi, comuni mortali, ma ormai irrimediabilmente trasfigurati dal terrificante virus del potere, han cominciato a darsi un gran daffare fin dai primi giorni dell'anno, rendendo improbo il lavoro di preselezione della giuria. Ma, alla fine, i tre candidati prescelti per contendersi il prestigioso trofeo sono più che degni della sua augusta tradizione, combinando la tendenza aggressiva e sprezzante di ogni buon detentore di autorità con una demenzialità che non si può non definire artistica.
Come per esempio nel caso del primo concorrente, rappresentante dell'Italia – anzi, no: della Padania – il rubicondo Roberto Calderoli. Il ministro della semplificazione (pensate a che livello siamo!), a furia di semplificare, è riuscito nell'intento di dividere i cittadini in due classi: i pubblici ufficiali, e le bestie. Tale infatti la giusta definizione del semplice cittadino una volta eliminato l'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 (d'oh!), sconosciuto ai più, ma che consentiva alle vittime di abusi polizieschi di difendersi senza essere accusati di oltraggio a pubblico ufficiale. Un piccolo ma decisivo passo verso lo stato di polizia, eseguito quasi senza parere.
Non da meno, comunque, il secondo concorrente, il governo di Seul, che non ha trovato di meglio da fare che accusare della crisi economica un blogger, Park Dae-sung detto Minerva, che è stato arrestato per aver predetto, semplicemente informandosi sulla rete, le sorti della Lehman Brothers e altre cosette, per la serie “non potevamo sapere, non potevamo prevedere.” Da quel che ci risulta, gli analisti economici delle maggiori testate sudcoreane sono invece ancora a piede libero: non avevano previsto nulla di tutto ciò, sono quindi innocenti.
Per chiudere, una piccola chicca arrivata da Israele, mentre la battaglia infuriava sulla Striscia, il capo del partito di estrema destra israeliana Yisrael Beitenu, il parlamentare Avigdor Lieberman, ha proposto una brillante soluzione al problema di Gaza, anzi, la soluzione: una bella atomica come quella di Hiroshima. E qui davvero la demenzialità tracima nel genio, perché in tal modo ci si sbarazzerebbe dei palestinesi subito, e degli israeliani – Lieberman compreso – un po' più lentamente, seguendo il ritmo del fall-out. Chissà, forse ci si dovrebbe fare un pensierino...
Ma a questo punto la parola spetta a voi, a voi il privilegio di scegliere quale tra questi campioni della politica merita il nostro riconoscimento. Un diritto-dovere... fatica-riposo... lavoro-svago... ehm, insomma, ci siamo capiti. Votate!
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Errore nei tagli, diventa reato difendersi dagli abusi degli agenti
MILANO — Lavorare di lima, suggerirebbe il buon senso quando si interviene sul cristallo degli assetti normativo. E invece, a forza di mulinare allegramente l'accetta per disboscare la giungla di leggi stratificatesi nei decenni, e nella foga di troppo vantare la semplificazione normativa, il governo del ministro «semplificatore» Roberto Calderoli ha semplificato troppo. Così tanto da calare per sbaglio la mannaia, con il decreto legge che ha appena «tagliato» 29mila leggi del 1861-1947, anche su un testo del 1944 senza accorgersi che così priva il cittadino di una garanzia di sistema nell'ordinamento democratico contro gli eccessi arbitrari dei funzionari pubblici: e cioè la norma che esime il cittadino dalle ricadute penali di talune sue reazioni ad atti arbitrari o illegali dell'Autorità pubblica, insomma all'uso scorretto del potere discrezionale dei rappresentanti lo Stato.
Senza più questa manciata di righe, e salvo modifiche entro il 20 febbraio nella conversione del decreto legge n. 200 approvato il 22 dicembre scorso, ciascun cittadino — quello che subisca un fermo per motivi infondati, quello che allo stadio si ritrovi vittima di azioni immotivate delle forze dell'ordine, quello che in piazza veda equivocato il proprio ruolo nel parapiglia di una manifestazione politica, quello che in udienza abbia un acceso confronto con un giudice prepotente — si ritrova più indifeso rispetto a potenziali soprusi di Stato. Nel codice penale, infatti, alcuni articoli puniscono la resistenza o minaccia a pubblico ufficiale (fino a 5 anni); la violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (fino a 7 anni); l'oltraggio a pubblico ufficiale (fino a 2 anni), a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (fino a 3 anni), a un magistrato in udienza (fino a 4 anni). Però, grazie all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 del 14 settembre 1944, i cittadini sono esenti da sanzioni «quando il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio o pubblico impiegato» abbia causato la reazione dei cittadini «eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni».
Norma tutt'altro che desueta, né considerabile (condizione per finire nel trita-leggi varato il 22 dicembre) «estranea ai principi dell'ordinamento giuridico attuale»: non solo è spesso applicata, ma ad esempio la Cassazione l'ha utilizzata nel 2005 per ritenere arbitrario il fermo per accertamenti e l'ammanettamento di una persona infondatamente sospettata d'essersi sottratta alla sorveglianza speciale, poi l'ha di nuovo applicata nel 2006, quindi l'ha trattata nel 2008, senza contare che anche la Consulta l'ha esaminata ancora nel 2007 nell'ordinanza numero 36. Il problema è che il decreto del 22 dicembre, salutato dal ministro Calderoli come una «pulizia legislativa di leggi superate o svuotate di significato dalla legislazione sopravvenuta», ha «ripulito» sbrigativamente anche il testo del 1944, e aperto quindi per sbaglio una falla che nell'ordinamento non trova copertura in qualche altro testo, come invece per fortuna può accadere per l'abrogazione del decreto luogotenenziale n.288 del 1944, che nel codice sostituiva la pena di morte con l'ergastolo, e introduceva le attenuanti generiche. Qui non c'è pericolo, neanche per esercizio di sfizio dialettico, che si considerino la pena di morte ripristinata o le attenuanti scomparse: in un caso la salvezza viene, oltre che dalla Costituzione, dall'abolizione della pena di morte all'art.1 del protocollo addizionale n.6 alla «Convenzione europea dei diritti dell'uomo» (Cedu) ratificato dalla legge n.8 del 2 gennaio 1989; nell'altro caso, soccorrono una legge del 1975 e l'ex Cirielli del 2005.
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Seul, in carcere l'aruspice della finanza
Quando le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel suo appartamento lo hanno sorpreso mentre ordinava online un saggio in materia di finanza. Aveva creato intorno a sé un alone di autorevolezza dispensando vaticini riguardo alle sorti dell'economia sudcoreana, si era nascosto per mesi dietro allo pseudonimo di Minerva. La polizia lo ha arrestato, accusandolo di aver diffuso online informazioni false che hanno agito sul quadro economico del paese.
Minerva si era espresso centinaia di volte sulle pagine dedicate ai dibattiti del popolare portale Daum, i suoi post raccoglievano centinaia di migliaia di visite: aveva previsto le sorti di Lehman Brothers, aveva anticipato il crollo del valore della valuta sudcoreana, aveva tracciato con sufficiente precisione lo scenario che si sarebbe configurato per il suo paese nel momento in cui fosse stato investito dall'impatto della recessione. Non tutti i vaticini di Minerva si sono trasformati in realtà, non tutte le qualifiche che vantava erano realmente in suo possesso. La stampa locale riprendeva pedissequamente le sue predizioni, assecondava timori e alimentava paure. Il mondo della finanza incassava e prestava ascolto all'oracolo. Ed è scivolato in una spirale creata ad arte da un cittadino della rete che non esitava a diffondere notizie che le autorità hanno definito infondate.
Il governo di Seul ha reagito alla congiuntura economica e ha previsto un piano per rialzarsi. Ha inoltre ordinato l'arresto di Minerva, responsabile, a parere del giudice che ha disposto il provvedimento, di “aver influito sul mercato monetario globale e sulla credibilità nazionale” con due post. Avrebbe distorto la realtà e turbato l'andamento dell'economia, avrebbe deliberatamente seminato il panico diffondendo informazioni false, fra cui la notizia di una raccomandazione che il governo avrebbe inviato alle banche per ammonirle a non comprare dollari per consolidare la valuta locale.
Le forze dell'ordine hanno identificato Minerva in Park Dae-sung, 31enne che non ha conseguito alcun titolo di studio negli Stati Uniti né ha mai lavorato per Wall Street. Hanno fatto irruzione nel suo appartamento, lo hanno tratto in arresto. Minerva non si è dichiarato colpevole, né si dimostra disposto a patteggiare: nella maggior parte dei casi si limitava a racimolare informazioni online e ad analizzare la situazione in articoli aggressivi. "Scrivevo articoli per aiutare le persone esasperate dal governo - si è spiegato Park - piccoli commercianti, persone ordinarie su cui si è abbattuta la crisi economica". Qualora venga giudicato colpevole rischia di scontare 5 anni di carcere e una multa che può raggiungere i 50 milioni di won, poco meno di 30mila euro.
Se ci sono membri del governo pronti a giurare che Park non abbia mai mentito, non mancano coloro che si schierano a favore dell'arresto di Park, mentre i dibattiti riguardo all'anonimato online affollano la rete coreana. Sono numerosi i netizen, coreani e non, che denunciano come la Corea del Sud, uno dei paesi più connessi del mondo, abbia iniziato a disporre sequestri e a condannare netizen. Una regolamentazione della rete che ingabbia il diritto ad esprimersi e che riduce al silenzio il dissenso.
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Avigdor Lieberman: 'Hamas va annichilita come gli Usa fecero con i giapponesi'
“Dovremmo comportarci con Hamas così come gli Usa fecero con giapponesi, dovremmo svilire la loro volontà di combattere.” A pronunciare queste parole è Avigdor Lieberman, presidente del partito politico Yisrael Beiteinu, che segue la linea più dura e intransigente nelle questione palestinese. Durante il suo discorso tenuto all'Università di Bar-Illan, Lieberman ha detto che Hamas merita lo stesso trattamento ricevuto dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, “a quel punto - sostiene - non sarebbe più necessaria neanche l'occupazione militare.” Nel 1945 il Giappone si arrese incondizionatamente agli Stati Uniti in seguito al lancio delle due bombe atomiche si Hiroshima e Nagasaki. Sebbene gli statunitensi avessero programmato ancheun'invasione di terra, questa non sirese necessaria a seguito della capitolazione nipponica. Yisrael Beitenu è al momento la quinta forza politica del paese, ma i sondaggi lo danno in crescita per le prossime elezioni di febbraio.
Come per esempio nel caso del primo concorrente, rappresentante dell'Italia – anzi, no: della Padania – il rubicondo Roberto Calderoli. Il ministro della semplificazione (pensate a che livello siamo!), a furia di semplificare, è riuscito nell'intento di dividere i cittadini in due classi: i pubblici ufficiali, e le bestie. Tale infatti la giusta definizione del semplice cittadino una volta eliminato l'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 (d'oh!), sconosciuto ai più, ma che consentiva alle vittime di abusi polizieschi di difendersi senza essere accusati di oltraggio a pubblico ufficiale. Un piccolo ma decisivo passo verso lo stato di polizia, eseguito quasi senza parere.
Non da meno, comunque, il secondo concorrente, il governo di Seul, che non ha trovato di meglio da fare che accusare della crisi economica un blogger, Park Dae-sung detto Minerva, che è stato arrestato per aver predetto, semplicemente informandosi sulla rete, le sorti della Lehman Brothers e altre cosette, per la serie “non potevamo sapere, non potevamo prevedere.” Da quel che ci risulta, gli analisti economici delle maggiori testate sudcoreane sono invece ancora a piede libero: non avevano previsto nulla di tutto ciò, sono quindi innocenti.
Per chiudere, una piccola chicca arrivata da Israele, mentre la battaglia infuriava sulla Striscia, il capo del partito di estrema destra israeliana Yisrael Beitenu, il parlamentare Avigdor Lieberman, ha proposto una brillante soluzione al problema di Gaza, anzi, la soluzione: una bella atomica come quella di Hiroshima. E qui davvero la demenzialità tracima nel genio, perché in tal modo ci si sbarazzerebbe dei palestinesi subito, e degli israeliani – Lieberman compreso – un po' più lentamente, seguendo il ritmo del fall-out. Chissà, forse ci si dovrebbe fare un pensierino...
Ma a questo punto la parola spetta a voi, a voi il privilegio di scegliere quale tra questi campioni della politica merita il nostro riconoscimento. Un diritto-dovere... fatica-riposo... lavoro-svago... ehm, insomma, ci siamo capiti. Votate!
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Errore nei tagli, diventa reato difendersi dagli abusi degli agenti
MILANO — Lavorare di lima, suggerirebbe il buon senso quando si interviene sul cristallo degli assetti normativo. E invece, a forza di mulinare allegramente l'accetta per disboscare la giungla di leggi stratificatesi nei decenni, e nella foga di troppo vantare la semplificazione normativa, il governo del ministro «semplificatore» Roberto Calderoli ha semplificato troppo. Così tanto da calare per sbaglio la mannaia, con il decreto legge che ha appena «tagliato» 29mila leggi del 1861-1947, anche su un testo del 1944 senza accorgersi che così priva il cittadino di una garanzia di sistema nell'ordinamento democratico contro gli eccessi arbitrari dei funzionari pubblici: e cioè la norma che esime il cittadino dalle ricadute penali di talune sue reazioni ad atti arbitrari o illegali dell'Autorità pubblica, insomma all'uso scorretto del potere discrezionale dei rappresentanti lo Stato.
Senza più questa manciata di righe, e salvo modifiche entro il 20 febbraio nella conversione del decreto legge n. 200 approvato il 22 dicembre scorso, ciascun cittadino — quello che subisca un fermo per motivi infondati, quello che allo stadio si ritrovi vittima di azioni immotivate delle forze dell'ordine, quello che in piazza veda equivocato il proprio ruolo nel parapiglia di una manifestazione politica, quello che in udienza abbia un acceso confronto con un giudice prepotente — si ritrova più indifeso rispetto a potenziali soprusi di Stato. Nel codice penale, infatti, alcuni articoli puniscono la resistenza o minaccia a pubblico ufficiale (fino a 5 anni); la violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (fino a 7 anni); l'oltraggio a pubblico ufficiale (fino a 2 anni), a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario (fino a 3 anni), a un magistrato in udienza (fino a 4 anni). Però, grazie all'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 del 14 settembre 1944, i cittadini sono esenti da sanzioni «quando il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio o pubblico impiegato» abbia causato la reazione dei cittadini «eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni».
Norma tutt'altro che desueta, né considerabile (condizione per finire nel trita-leggi varato il 22 dicembre) «estranea ai principi dell'ordinamento giuridico attuale»: non solo è spesso applicata, ma ad esempio la Cassazione l'ha utilizzata nel 2005 per ritenere arbitrario il fermo per accertamenti e l'ammanettamento di una persona infondatamente sospettata d'essersi sottratta alla sorveglianza speciale, poi l'ha di nuovo applicata nel 2006, quindi l'ha trattata nel 2008, senza contare che anche la Consulta l'ha esaminata ancora nel 2007 nell'ordinanza numero 36. Il problema è che il decreto del 22 dicembre, salutato dal ministro Calderoli come una «pulizia legislativa di leggi superate o svuotate di significato dalla legislazione sopravvenuta», ha «ripulito» sbrigativamente anche il testo del 1944, e aperto quindi per sbaglio una falla che nell'ordinamento non trova copertura in qualche altro testo, come invece per fortuna può accadere per l'abrogazione del decreto luogotenenziale n.288 del 1944, che nel codice sostituiva la pena di morte con l'ergastolo, e introduceva le attenuanti generiche. Qui non c'è pericolo, neanche per esercizio di sfizio dialettico, che si considerino la pena di morte ripristinata o le attenuanti scomparse: in un caso la salvezza viene, oltre che dalla Costituzione, dall'abolizione della pena di morte all'art.1 del protocollo addizionale n.6 alla «Convenzione europea dei diritti dell'uomo» (Cedu) ratificato dalla legge n.8 del 2 gennaio 1989; nell'altro caso, soccorrono una legge del 1975 e l'ex Cirielli del 2005.
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Seul, in carcere l'aruspice della finanza
Quando le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel suo appartamento lo hanno sorpreso mentre ordinava online un saggio in materia di finanza. Aveva creato intorno a sé un alone di autorevolezza dispensando vaticini riguardo alle sorti dell'economia sudcoreana, si era nascosto per mesi dietro allo pseudonimo di Minerva. La polizia lo ha arrestato, accusandolo di aver diffuso online informazioni false che hanno agito sul quadro economico del paese.
Minerva si era espresso centinaia di volte sulle pagine dedicate ai dibattiti del popolare portale Daum, i suoi post raccoglievano centinaia di migliaia di visite: aveva previsto le sorti di Lehman Brothers, aveva anticipato il crollo del valore della valuta sudcoreana, aveva tracciato con sufficiente precisione lo scenario che si sarebbe configurato per il suo paese nel momento in cui fosse stato investito dall'impatto della recessione. Non tutti i vaticini di Minerva si sono trasformati in realtà, non tutte le qualifiche che vantava erano realmente in suo possesso. La stampa locale riprendeva pedissequamente le sue predizioni, assecondava timori e alimentava paure. Il mondo della finanza incassava e prestava ascolto all'oracolo. Ed è scivolato in una spirale creata ad arte da un cittadino della rete che non esitava a diffondere notizie che le autorità hanno definito infondate.
Il governo di Seul ha reagito alla congiuntura economica e ha previsto un piano per rialzarsi. Ha inoltre ordinato l'arresto di Minerva, responsabile, a parere del giudice che ha disposto il provvedimento, di “aver influito sul mercato monetario globale e sulla credibilità nazionale” con due post. Avrebbe distorto la realtà e turbato l'andamento dell'economia, avrebbe deliberatamente seminato il panico diffondendo informazioni false, fra cui la notizia di una raccomandazione che il governo avrebbe inviato alle banche per ammonirle a non comprare dollari per consolidare la valuta locale.
Le forze dell'ordine hanno identificato Minerva in Park Dae-sung, 31enne che non ha conseguito alcun titolo di studio negli Stati Uniti né ha mai lavorato per Wall Street. Hanno fatto irruzione nel suo appartamento, lo hanno tratto in arresto. Minerva non si è dichiarato colpevole, né si dimostra disposto a patteggiare: nella maggior parte dei casi si limitava a racimolare informazioni online e ad analizzare la situazione in articoli aggressivi. "Scrivevo articoli per aiutare le persone esasperate dal governo - si è spiegato Park - piccoli commercianti, persone ordinarie su cui si è abbattuta la crisi economica". Qualora venga giudicato colpevole rischia di scontare 5 anni di carcere e una multa che può raggiungere i 50 milioni di won, poco meno di 30mila euro.
Se ci sono membri del governo pronti a giurare che Park non abbia mai mentito, non mancano coloro che si schierano a favore dell'arresto di Park, mentre i dibattiti riguardo all'anonimato online affollano la rete coreana. Sono numerosi i netizen, coreani e non, che denunciano come la Corea del Sud, uno dei paesi più connessi del mondo, abbia iniziato a disporre sequestri e a condannare netizen. Una regolamentazione della rete che ingabbia il diritto ad esprimersi e che riduce al silenzio il dissenso.
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Avigdor Lieberman: 'Hamas va annichilita come gli Usa fecero con i giapponesi'
“Dovremmo comportarci con Hamas così come gli Usa fecero con giapponesi, dovremmo svilire la loro volontà di combattere.” A pronunciare queste parole è Avigdor Lieberman, presidente del partito politico Yisrael Beiteinu, che segue la linea più dura e intransigente nelle questione palestinese. Durante il suo discorso tenuto all'Università di Bar-Illan, Lieberman ha detto che Hamas merita lo stesso trattamento ricevuto dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, “a quel punto - sostiene - non sarebbe più necessaria neanche l'occupazione militare.” Nel 1945 il Giappone si arrese incondizionatamente agli Stati Uniti in seguito al lancio delle due bombe atomiche si Hiroshima e Nagasaki. Sebbene gli statunitensi avessero programmato ancheun'invasione di terra, questa non sirese necessaria a seguito della capitolazione nipponica. Yisrael Beitenu è al momento la quinta forza politica del paese, ma i sondaggi lo danno in crescita per le prossime elezioni di febbraio.
La scodella accoppa-goyim è sempre spettacolare: ormai sono talmente strafottenti ed assetati di sangue che neanche distribuendo supposte in bianco e nero per i prossimi vent'anni riusciranno a raschiare la patina di schifo dello spettatore medio.
ReplyDeleteBuondì,
ReplyDeleteil mio voto stavolta va alla mannaia del Calderoli. Ma più per la brillante coerenza logica del giornalista de "Il Corriere":
"...priva il cittadino di una garanzia di sistema nell'ordinamento democratico contro gli eccessi arbitrari dei funzionari pubblici: e cioè la norma che esime il cittadino dalle ricadute penali di talune sue reazioni ad atti arbitrari o illegali dell'Autorità pubblica, insomma all'uso scorretto del potere discrezionale dei rappresentanti lo Stato."
Dunque per difendere una persona dal manganello democratico serve una legge scritta da quelli che lo impugnano... e ovviamente la legittima difesa è cosa da disciplinare per alzata di mano.
Chissà che tale svista non torni utile a qualcuno, visti i tempi poco tranquilli...
Giorgio Venzo.
Non riesco a votare!
ReplyDeleteIl voto elettronico è bloccato!
Questa è un sabotaggio effettuato da oscuri e diabolici cospiratori.
Riproverò a votare più tardi. (Korea)
Ciao GianniPesce
Sarà sicuramente un complotto ordito dai soliti anarcoinsurrezionalisti. Non tema l'elettorato, i responsabili saranno scoperti e puniti e la regolarità del rito democratico ristabilita!
ReplyDeleteLa volontà popolare sterminerà l'egoismo oltranzista delle forze antidemocratiche!
A morte i disfattisti e i sabotatori!
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ReplyDeleteCalderoli è un fatto compiuto anche se con un decreto (non mi ricordo bene l'iter dovrebbe valere per 3 mesi poi deve essere confermata), come anche Minerva semplicemente assurdo, per Avigdor si tratta di propaganda elettorale, è quella più deprorevole, la più schifosa ed è ancora più brutto il fatto che guadagni consensi.
ReplyDeleteVivendo in Italia opto per il Calderoli, altrimenti avrei scelto Avigdor.
Mi sembra che Lieberman sia di un'altra categoria, un vero fuoriclasse nel campo.
ReplyDeleteE il Ministero dell'Assorbimento?
ReplyDeleteEil ministero dell'Orientamento?
Vabbè, io voto per Calderoli.
Mi sembra il più genuino e sincero.
Pyter
Perbacco! Calderoli, senza dubbio. Perché è vero che gli statalisti dell'altra parte sono dei buoni a nulla, ma i presunti antistatalisti al governo sono proprio capaci di tutto.
ReplyDeleteDopo un dubbio atroce fra il nostro nuovo eroe nazionale e il rampante politico scodellato, scelgo quest'ultimo perché veramente la sua sparata è insuperabile.
ReplyDeleteSenza comunque nulla togliere alla gravità dell'atto di calderoli (se passa la sua "mannaiata", saranno volatili senza zucchero per tutti), mentre alle autorità di Seul darei il premio speciale "fantasia al potere"..
Voto il bombarolo ebreo, non tanto perché lo pensi così scemo da credere in quel che dice, ma perché 1) l'università in cui ha esposto il suo progetto è la stessa università che ha espulso Ariel Toaff e 2) in quanto ebreo, cioè "sartore", è opposto e complementare agli zingari, ovvero ai "calderoli" (conciapentole o aggiustacaldaie che si voglia).
ReplyDeleteCerto discendere dai rom, per un Calderoli, è dura.
Scusa, Pax, il precedente anonimo è Asno.
ReplyDeleteDa segnalare che il “buon” Avigdor viene pronosticato, insieme a “Bibi” Netanyahu, come il vincitore delle prossime elezioni.
ReplyDeletePotrà quindi mettere a frutto la sua esperienza professionale di buttafuori da discoteca guidando Israele nel processo di pace...