Tuesday, August 5, 2008

Grigio antrace

La morte per “suicidio” del dott. Ivins, sospettato dalla FBI di essere il solo responsabile delle lettere all'antrace ha riportato agli onori delle cronache questa storia imbarazzante e ormai quasi dimenticata. Ancora una volta assistiamo al pernicioso rapporto di interdipendenza tra funzionari governativi e media, ancora una volta è forte la sensazione di essere sottoposti ad un subdolo quanto efficace lavaggio del cervello.

Leggiamo allora di questi ultimi sviluppi in questo articolo di Justin Raimondo, uno dei giornalisti che hanno scavato più a fondo in questa tana di serpenti.
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Era davvero Bruce Ivins il killer all'antrace?

Di Justin Raimondo


La narrativa dei media ora intessuta intorno all'apparente suicidio dello scienziato del governo degli Stati Uniti Bruce E. Ivins – un prominente ricercatore dell'antrace che ha lavorato all'istituto di ricerca medico dell'esercito di Fort Detrick nel –del laboratorio di ricerca delle armi biologiche e malattie infettive (USAMRIID) – è che si trattava di un pazzo solitario, un “maniaco omicida” che ha avvelenato le cinque persone uccise negli attacchi all'antrace del 2001 ed era determinato a compiere una strage nel suo luogo di lavoro mentre i federali chiudevano il cerchio su di lui. Il titolo del Times di Londra dice tutto: “Lo scienziato pazzo dell'antrace minaccia di uccidere i colleghi.”

Tuttavia, setacciando le risme di copertura mediatica provocate da questo sensazionale sviluppo in un caso vecchio di 7 anni, otteniamo una storia abbastanza diversa dai presunti oggetti della sua collera: i suoi colleghi di lavoro a Fort Detrick. Come ha segnalato il Washington Post:
“I colleghi e gli amici dello specialista di vaccini rimangono convinti che Ivins fosse innocente: contestano che non avesse né il motivo né i mezzi per fabbricare la polvere fine e mortale che venne spedita per posta a uffici dei media e a uffici congressuali verso la fine dell'estate e nell'autunno del 2001. Consci degli errori precedenti della FBI nel prendere di mira altri nel caso, molti sono profondamente scettici che l'ufficio abbia questa volta individuato la persona giusta.

“Non penso davvero che sia la persona giusta. Io dico alla FBI, ‘mostratemi le vostre prove,’” ha detto Jeffrey J. Adamovicz, ex direttore della divisione di batteriologia all'istituto di ricerca medico dell'esercito degli Stati Uniti per le malattie infettive, o USAMRIID, basato nel forte dell'esercito in costruzione a Frederick. “Molte delle tattiche che hanno usato erano studiate per isolarlo dal suo supporto. La FBI continuava soltanto a far pressione su di lui.”
Un altro dei suoi colleghi, Richard O. Spertzel, ha precisato che “la USAMRIID non si occupa di antrace in polvere. Non penso che ci sia nessuno che abbia la più pallida idea di come farla. Dovreste avere l'occasione, la possibilità e la motivazione, e lui non aveva nulla di tutto ciò.”

In quella che sembra molto simile alla serie coordinata di “soffiate” che accollarono la colpa su Steven J. Hatfill, un ex scienziato di guerra biologica al quale recentemente sono stati assegnati quasi 6 milioni di dollari come risarcimento e che è stato poi effettivamente scagionato, lo sforzo postumo per demonizzare Ivins ha ricoperto i media “tradizionali”. La caratteristica principale di questo sforzo è stata la testimonianza di tale Jean Duley, una consulente, che sostiene che Ivins non solo la ha minacciata, ma anche che ha partecipato ad una sessione di terapia di gruppo con una storia dettagliata su come aveva comprato una pistola, un giubbotto a prova di proiettile e stava progettando di “esplodere in una fiammata di gloria” ed uccidere quanti più suoi colleghi possibile all'avvicinarsi della FBI.

È alquanto strano, quindi, che proprio questi stessi colleghi stiano alzandosi in sua difesa. Due scienziati di Fort Detrick, che presumibilmente sarebbero stati falciati da Ivins, il cosiddetto “assassino vendicativo” (come Duley lo descrive), hanno detto al Baltimore Sun di essere “stupefatti e arrabbiati” per le accuse postume ad Ivins. “Nessuno pensa che Bruce lo abbia fatto,” ha detto uno dei due.

Nessuno, cioè, eccetto la FBI, la Duley e Tom, il fratello estraniato di Ivins, che non parlava con Bruce dal 1985 e che ha dichiarato, “ha un senso, quello che ha detto l'assistente sociale. Si considerava come un dio.” Dar credito ad una tale stupida calunnia di un morto dev'essere uno dei punti più bassi raggiunti dal “giornalismo” guidato da un'agenda a cui siamo ormai così abituati

Con il nascere di dubbi sulla descrizione di media e governo, sta diventando fin troppo chiaro che il suicidio di Ivins – probabilmente determinato dalla pressione inesorabile subita durante molti mesi di molestie costanti da parte della FBI, piuttosto che da una– reale colpevolezza – è l'occasione per ripulire istituzionalmente la quasi incredibile incompetenza della FBI, che sembra sempre più un occultamento al dispiegarsi degli eventi. Siamo trattati da rapporti dei media che borbottano su come il suicidio di Ivins significa che le vittime degli attacchi all'antrace e le loro famiglie avranno finalmente– una “conclusione” – ma ad essere fin troppo chiaro è che la FBI è alla ricerca della conclusione di un caso che espone il suo comportamento vergognoso (e, forse, criminale).

Muovetevi, non c'è niente da vedere! O c'è?

Nessun dubbio il FBI uscirà con la sua versione di prova “scientifica” che si presume li abbia condotti alla porta di Ivins. Ci viene detto che “nuove tecniche,” sviluppate dopo aver perseguito e infine scagionato Hatfill, provano conclusivamente che Ivins era il solo colpevole. Questa è stata a lungo la metodologia favorita dalla scienziata e attivista anti-armi biologiche Barbara Hatch Rosenberg, le cui dichiarazioni negli stadi precoci di questo caso sono state prese come vangelo dai media principali. È stata la teoria della Rosenberg che l'assassino all'antrace fosse un “insider” con conoscenza dettagliata della ricerca del governo sulle armi biologiche – e che il suo movente era di attirare l'attenzione su un campo di ricerca di estrema importanza presuntamente trascurato e poco finanziato – ad aver condotto alla persecuzione di Hatfill. Oggi, la stessa teoria viene tirata fuori per accusare Ivins.

Questo concetto di movente degli assassini dell'antrace fa cadere l'intero contesto del terrorismo postale che ha gettato la nazione in un panico post-9/11 ed ha dato energia al procedere verso la guerra con l'Iraq. Come Glenn Greenwald ed altri hanno notato, gli attacchi all'antrace sono stati usati dai funzionari dell'amministrazione e dai commentatori neoconservatori per dimostrare la fondatezza della guerra: i funzionari dell'amministrazione ed il loro angolo ameno (compreso John McCain) hanno usato questo “spunto di conversazione” per promuovere l'invasione dell'Iraq. La tesi di Rosenberg inoltre ignora il testo delle lettere all'antrace, in cui gli autori chiaramente intendevano indicare che questi atti orribili erano perpetrati da un musulmano che odiava gli Stati Uniti e Israele.

A me sembra una forzatura per divorziare il motivo non solo dal contesto, ma anche da un'importante prova fisica in questo caso: le lettere stesse. Un'altra prova ugualmente importante è stata completamente ignorata. Nel corso degli anni, ho presentato molto di quest'aspetto trascurato-anche-se-affascinante del mistero dell'antrace in una serie di colonne – qui, qui, qui, qui, qui e qui –– in cui ho riferito la storia di ciò che è accaduto ad un altro scienziato di Fort Detrick, il dott. Ayaad Assaad.

Assaad, un cittadino americano nato in Egitto, ha lavorato per USAMRIID all'inizio degli anni 90 ed è stato coinvolto in un conflitto con un gruppo di impiegati di Fort Detrick che si definivano “Camel Club.” Come esposto da Dave Altimari e da Jack Dolan di Hartford Courant in una serie di sorprendenti pezzi, questa congiura era impegnata nella sistematica molestia di Assaad e di altri impiegati arabo-americani nella struttura, compreso il mettere poesie oscene e razziste sulla sua scrivania ed il presentarsi a lui con un cammello di gomma ornato con un giocattolo erotico. Le molestie del Camel Club su Assaad avevano un aspetto distintivo ideologico, uno che retrodatava il meme “invadi i loro paesi, bombarda le loro città e convertili al Cristianesimo” che più tardi è diventato così popolare con i neocons post-9/11 alla Coulter.

Nel settembre 2001 – prima che le notizie delle lettere all'antrace fossero venute fuori, ma dopo che erano state– spedite – fu ricevuta una lettera indirizzata “alla polizia della città di Quantico” che accusava Assaad di essere un terrorista che stava progettando di intraprendere la guerra biologica contro gli Stati Uniti sul terreno americano. Quando le prime lettere all'antrace furono aperte, Assaad ricevette una chiamata dalla FBI. L'agente Gregory Leylegian voleva avere un piccolo colloquio con lui.

La riunione, presenziata anche dall'avvocato di Assaad, provocò uno shock piuttosto forte ad Assaad. Mentre l'agente leggeva ad alta voce la lettera di accuse, una cosa era diventata immediatamente palese: il Camel Club stava ottenendo la sua vendetta.

Quali che fossero i motivi dell'autore della lettera di Quantico, un fatto sembra ragionevolmente evidente: chiunque lo abbia scritto molto probabilmente sapeva in anticipo degli attacchi all'antrace. Tuttavia tutti i tentativi di esaminare questa prova vitale sono stati deviati dalla FBI. A Don Foster, un professore di inglese a Vassar ed esperto in materia di analisi testuale – è stato Foster ad identificare in Joe Klein l'autore– di Primary Colors – venne chiesto di analizzare le lettere all'antrace ed a proposito della lettera di Quantico egli disse a Vanity Fair:
“Era il dicembre del 2001, tuttavia la storia di Dolan e di Altimari del Hartford Courant era la prima di cui avessi sentito parlare sulla lettera di Quantico. [Agente speciale di sorveglianza James R]. Neanche Fitzgerald non ne aveva sentito parlare,. Infatti, c'erano parecchi documenti critici che Fitzgerald ancora non aveva visto. Cosa stava facendo, mi chiedevo, l'unità operativa dell'antrace. Sperando che la lettera di Quantico potesse condurre, se non all'assassino, almeno ad un sospetto, mi offrii di esaminare il documento. La mia fotocopia arrivò con Fedex non dall'unità operativa ma dalle sedi della FBI a Washington. Cercando tra i documenti di circa 40 impiegati di USAMRIID, trovai degli scritti di un ufficiale donna che avevano una corrispondenza perfetta. Scrissi un rapporto dettagliato sulla prova, ma l'unità operativa dell'antrace rifiutò di seguirla: la lettera di Quantico era stata già dichiarata una mistificazione e non era stata archivata come componente della ricerca sul 9/11.”
“La traccia che ci conduce agli esecutori degli attacchi terroristici delle lettere all'antrace si conclude a Fort Detrick” – ho scritto queste parole in luglio, prima del suicidio di Ivins, ma ancora non abbiamo raggiunto la fine di questa particolare strada.

Foster si riferisce al lavoro da certosini fatto dalla squadra di reporter del Hartford Courant nello scoprire le circostanze caotiche e pericolose che sono esistite a Fort Detrick per anni, così come la vittimizzazione di Assaad. Una storia di Courant in particolare, che dettagliava l'ampia varietà di agenti patogeni di cui la struttura ha perso le tracce in anni di funzionamento – compreso uno sviluppato dagli scienziati degli Stati Uniti conosciuto semplicemente come “agente patogeno X” – provocò brividi freddi giù per la mia spina dorsale. Nell'esporre questa trascuratezza, il Courant segnalava un avvenimento in cui un ex impiegato, il dott. Philip Zack, era stato immortalato dalle videocamere mentre si introduceva nella struttura presuntamente sicura in cui gli agenti patogeni erano immagazzinati, aiutata dalla sua “buona amica” dott. Marian Rippy. Erano entrambi coinvolti in esperimenti non autorizzati, secondo Dolan e Altimari, ed erano entrambi membri del Camel Club. Effettivamente, il motivo per la partenza di Zack secondo quanto riferito aveva molto a che fare con le sue continue molestie ad Assaad.

Non faccio il collegamento fra Rippy e la scoperta di Foster “degli scritti di un ufficiale donna che avevano una corrispondenza perfetta” con la lettera di Quantico. È solo che le menti indagatrici vogliono sapere...

Il suicidio di un'anima torturata non chiude il mistero dell'antrace. Al contrario, solleva più questioni di quelle a cui risponde. Secondo il necrologio sul giornale del suo luogo natio, Ivins ha lavorato a Fort Detrick per la sua intera vita professionale: era là quando il Camel Club faceva le sue buffonate ed indubbiamente ha conosciuto tutti i principali partecipanti, compreso Assaad. Cosa sapesse delle altamente sospette attività extracurriculari del Camel Club, e le vere origini delle lettere mortali all'antrace, a questo punto non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai. E questo è proprio quello che gli esecutori reali di uno dei crimini più spaventosi nella nostra storia volevano.

Noterete che uso il plurale, esecutori: è quasi inconcepibile che una singola persona possa essere responsabile del terrore all'antrace. In modo logistico, è quasi impossibile immaginare che un singolo “pazzo solitario” potesse produrre l'antrace, e tanto meno distribuirlo, senza interferenze. Ha viaggiato fino al New Jersey, di tutti i posti possibili, solo per spedire queste missive mortali, dopo aver sintetizzato da solo una sostanza che richiede ogni tipo di attrezzature avanzate (e di misure di sicurezza) per essere preparata? Non sembra probabile.

Il che significa che, anche se Ivins avesse fatto parte del complotto, non era solo, e gli altri avvelenatori sono ancora là fuori.

Ivins è stato liquidato con un “suicidio” perché sapeva troppo e stava per rivelarlo agli investigatori? Potremmo non sapere mai la risposta a questa domanda, ma questo non dovrebbe impedirci di farla.

Tutto questo doloroso episodio esemplifica la complicità dei media con gli enti governativi degli Stati Uniti nella creazione di narrativa che rifletta quella ufficiale di Washington. La larga diffusione del meme Ivins-è-un-assassino-psicopatico, che descrive lo scienziato deceduto come il nerd “ossessionato” che era un pericolo per il suo terapista – in realtà, Duley non era la sua terapista, e la sua accusa che Ivins fosse un “sociopatico” è basata sulla sua versione di ciò che il suo psichiatra, il dott. David Irwin, si reputa abbia detto – sottolinea– il ruolo in evoluzione dei media come servi dello stato, piuttosto che cani da guardia dei cittadini.

Seguiamo questa storia spaventosa su Antiwar.com da quando gli attacchi all'antrace hanno conquistato le prime pagine ed abbiamo continuato a seguirla persino quando il resto dei media ha provato a seppellirla. Credo di aver scritto a questo proposito in questo spazio praticamente ogni anno dal 2001 e ho segnalato molti dei fatti sopra citati. L'improvviso riemergere di questo caso in questo modo spettacolare dà risalto all'esigenza di fonti come questa, che presentano i fatti che i media “tradizionali” preferiscono non occuparsi – perché troppo occupate a creare narrative fasulle per parare il culo ai funzionari di governo, o peggio.

5 comments:

  1. Purtroppo la memoria a volte ha una durata limitata.

    Chi si ricorda oggi il clima di isteria che regnava in quei giorni?

    E le lettere scritte "da musulmani che a malapena padroneggiavano l'inglese?"

    Dubitare della provenienza terrorista - islamica delle lettere all'antrace all'epoca significa appoggiare il terrorismo.

    Poi si è scoperto che no provenivano da terroristi musulmani, ma da laboratori americani.

    Ma ormai il terrore del momento era passato, e questo non interessava più nessuno.

    In seguito, a chiudere la beffa, innocenti furono accusati del fatto, e i "suicidi" mirati sono la naturale conclusione di storie come questa.

    Che ormai non interessano più nessuno.

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  2. E l'antrace che è avanzata dove l'hanno messa? In mano a qualcuno che diceva di avere le prove delle armi di distruzione di massa?
    Poi, secondo il copione della fiction, avrebbero dovuto portarne un po' in Iraq... ma no... ormai non serviva più. Adesso la conservano per altre occasioni.
    dr_julius

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  3. Pare se la sia sniffata Georgino in una crisi d'astinenza.

    :-)

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  4. In tema, consiglio caldamente il libro di Blondet "La strage dei genetisti". Per quanto Blondet non mi piaccia sotto vari aspetti, questo suo libro è un vero concentrato di informazioni e notizie estremamente interessanti, che non ricostruiscono solo la cronologia della vicenda antrace e delle decine di morti sospette tra i massimi esperti di genetica e microbiologia, ma allarga l'analisi a scenari di guerra molto realistici e attuali: la guerra chimico-biologica è già roba vecchia per le elite militari, ora si tratta di guerra genetica (e i retroscena sui programmi di codificazione del dna umano, per dirne solo una, aiutano a mettere a posto una marea di pezzi di questo incredibile puzzle).
    La strage dei genetisti nasconde una rete di 'movimenti sotterranei' che probabilmente nemmeno il più incallito 'cospirazionista' osa immaginare.

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