Cos'è un parassita? Leggiamo:
Probabilmente sarebbe necessario aggiungere una categoria alle specie di parassiti, dato anche che, nel caso del politico, non si tratta di organismo di specie diversa, ma di un parassitismo, quindi, tutto interno alla specie umana (a meno che David Icke abbia ragione, e si tratti di rettiloidi shape-shifting, ma è un dettaglio). Uno dei segreti del successo di questo particolare tipo di parassitismo sta nell'inganno operato ai danni dell'ospite, che dev'essere convinto della natura benefica del parassita – che ama infatti presentarsi come guida in grado di migliorare le condizioni dell'ospite – ed esprimere quindi sostegno alla sua vampirizzazione, sostegno che si concretizza nel voto.
Il problema del parassita è che, oltre un certo punto, l'ospite si accorge dell'inganno e smette di votare, esprimendo anzi ad ogni occasione la sua contrarietà. Il parassita-politico ha però un collaudato sistema per ovviare a questo contrattempo: proprio come un vampiro crea i propri schiavi, o succubi, il politico crea dipendenti pubblici. Sottrae cioè ancora più risorse dalle forze produttive della società per trasferirle nelle tasche di una certa quantità di persone, sufficiente ad assicurare la continuazione dell'inganno del voto, e trasformandole così, a loro volta, in parassiti, con l'ovvio risultato di avvicinare ulteriormente la morte dell'ospite. Osserviamo questa meraviglia della natura in questo articolo del Giornale:
Il parassita non si limita a nutrirsi a spese dell’ospite, ma utilizza quest’ultimo come propria nicchia ecologica e gli affida in parte o totalmente il compito della regolazione dei rapporti di entrambi con l’ambiente esterno. I parassiti sono per definizione patogeni, attualmente o potenzialmente.A questo punto dovreste aver riconosciuto in questa descrizione una certa categoria di persone. L'unico dubbio rimane tra le ultime due distinzioni: il politico è un parassita facoltativo o obbligato? Difficile dirlo, poiché se da un lato, teoricamente, il politico potrebbe sopravvivere senza sfruttare il lavoro altrui, dall'altro è molto, mooolto difficile immaginarsi un Frodi o un Fisco che fanno gli imbianchini o i metalmeccanici o un lavoro onesto qualsiasi, a scelta (l'imprenditore non lo prendo nemmeno in considerazione, visto che tale occupazione necessita di almeno un'infarinatura in materia economica, materia la cui conoscenza nelle segreterie di partito mi sento di poter escludere decisamente).
Si distinguono parassiti facoltativi, che possono vivere anche indipendentemente dall’ospite, e parassiti obbligati, che dipendono strettamente dall’ospite per le proprie necessità.
Probabilmente sarebbe necessario aggiungere una categoria alle specie di parassiti, dato anche che, nel caso del politico, non si tratta di organismo di specie diversa, ma di un parassitismo, quindi, tutto interno alla specie umana (a meno che David Icke abbia ragione, e si tratti di rettiloidi shape-shifting, ma è un dettaglio). Uno dei segreti del successo di questo particolare tipo di parassitismo sta nell'inganno operato ai danni dell'ospite, che dev'essere convinto della natura benefica del parassita – che ama infatti presentarsi come guida in grado di migliorare le condizioni dell'ospite – ed esprimere quindi sostegno alla sua vampirizzazione, sostegno che si concretizza nel voto.
Il problema del parassita è che, oltre un certo punto, l'ospite si accorge dell'inganno e smette di votare, esprimendo anzi ad ogni occasione la sua contrarietà. Il parassita-politico ha però un collaudato sistema per ovviare a questo contrattempo: proprio come un vampiro crea i propri schiavi, o succubi, il politico crea dipendenti pubblici. Sottrae cioè ancora più risorse dalle forze produttive della società per trasferirle nelle tasche di una certa quantità di persone, sufficiente ad assicurare la continuazione dell'inganno del voto, e trasformandole così, a loro volta, in parassiti, con l'ovvio risultato di avvicinare ulteriormente la morte dell'ospite. Osserviamo questa meraviglia della natura in questo articolo del Giornale:
[A] Palazzo Chigi sembra in voga la tattica, tipica della prima Repubblica, di assunzioni nel pubblico impiego. Tattica che veniva rafforzata in vista di un ciclo elettorale. All’epoca, però, non c’erano vincoli di bilancio da rispettare, e il debito volava rapido fino alle vette attuali.Maggior gettito fiscale: ovvero maggiori risorse sottratte al ciclo produttivo, per mantenere un esercito di inutili privilegiati. La morte dell'organismo ospite – leggi: collasso economico – diventa così sempre più vicina, ma di questo i parassiti possono ormai disinteressarsi: hanno accumulato a questo punto sufficiente ricchezza per continuare a vivere (ed “alla grande”) anche dopo, senza lavorare. E le centinaia di migliaia di schiavi privilegiati? Forse potranno riciclarsi come loro servitori personali: sempre meglio che crepare nel fango insieme a tutti gli altri disperati.
Con la legge finanziaria, il governo sembra provare nostalgia per quelle pratiche. Tant’è che per il prossimo triennio prevede di spendere un miliardo e 161 milioni di euro per ampliare gli organici della pubblica amministrazione (Forze di sicurezza, ma non solo). Risultato: nel prossimo triennio potranno essere assunte più di 41mila persone. Esattamente gli abitanti di Macerata.
Al tempo stesso, però, con un blitz lessicale, introduce in uno dei maxi-emendamenti approvati con la fiducia alla Camera, una profonda modifica al regime di sanatoria per i precari. Cambiando qualche avverbio, rende possibile l’assunzione di circa 50mila precari; soprattutto quelli con contratti a termine presenti nelle amministrazioni regionali. Una popolazione pari a quella di Pordenone.
Al momento, i costi di queste nuove assunzioni, che arrivano a un totale virtuale di 91mila (ma potrebbero essere anche di più, fino a sfiorare le 100mila unità), sono garantite dal maggior gettito fiscale.
"l'imprenditore non lo prendo nemmeno in considerazione, visto che tale occupazione necessita di almeno un'infarinatura in materia economica, materia la cui conoscenza nelle segreterie di partito mi sento di poter escludere decisamente"
ReplyDeleteFidati, ho lavorato per dei figli di papà che non avevano la minima idea di cosa fosse l'iva. Eppure gestiscono l'azienda di papà, che frutta una meraviglia.
Stai tranquillo che se i nostri rappresentanti andassero a lavorare invece di “pianificare” il mercato anche quei figli di papà li seguirebbero ben presto.
ReplyDeleteMagari si troverebbero pure in competizione per un posto di pulicessi nella “Pizzeria/Kebab” di Abdul...