Vivo nel centro di Atene, è agosto e fuori sembra che nevichi. Ma non è neve: è la cenere del monte Ymittos che brucia, mentre un'enorme nube di fumo oscura il cielo della città.
La stagione degli incendi in Grecia ha raggiunto la dimensione della tragedia. Dozzine di focolai in Attica, Evoia, Peloponneso. Decine di morti finora, mentre il vento spinge le fiamme verso le prime case di Atene. La distruzione peggiore, al momento, sembra essere quella occorsa nei pressi di Zacharo, sulla costa occidentale del Peloponneso, sulla cui splendida spiaggia di Kaiafa ho passato le vacanze.
Molte delle vittime sono morte cercando di salvare le loro case, abbandonati dal meccanismo statale, che ancora una volta si è dimostrato inadeguato in quello che dovrebbe essere il suo primo compito: proteggere i cittadini. Inadeguato perché, per quanto il numero degli incendi possa essere eccezionale (e in gran parte di origine dolosa), il problema non è certo nuovo da queste parti, ogni estate bruciano ettari di boschi.
Di fronte ad un fronte di fuoco tanto impressionante, la protezione civile greca ha messo in campo tutti i suoi mezzi aerei (ricordiamo che la gran parte delle zone colpite non sono facilmente raggiungibili via terra): 19 Canadair e 18 elicotteri. In molte zone, ovviamente, non li hanno neanche visti. Il sindaco di Styra, in Evoia, ha appena protestato in diretta perché l'unico aereo attivo nella zona è stato dirottato in gran fretta alla periferia di Atene che sta bruciando. Le forze dei vigili del fuoco, che già lamentano le prime vittime, sono state integrate da specialisti dell'esercito, in numero di 60 (!).
19 aerei e 18 elicotteri: neanche uno per ogni focolaio acceso in questo momento. Questa la capacità di protezione dello stato greco dal fuoco, il nemico più concreto che ogni estate minaccia e distrugge vite umane e proprietà, mentre i politici si riempiono la bocca di parole come eroismo, solidarietà, unità, come sempre in questi casi.
Ma al di là delle parole, andiamo a vedere come gli stessi politici hanno preferito impegnare le risorse economiche del paese negli anni passati, risorse sottratte ai cittadini in cambio della promessa di proteggerli. Per cominciare, da Wikipedia: la Grecia destina approssimativamente il 4.3% del suo PIL alla spesa militare, la quarta più alta percentuale in Europa. [...] La Grecia è stata terza nel mondo per la spesa militare nel 2004.
A marzo di quest'anno la Grecia ha siglato un contratto di quasi nove milioni di dollari con la Raytheon per una fornitura di munizioni ed altre attrezzature militari. L'anno passato ha acquistato 30 F-16C/D per un totale di circa due miliardi di dollari, l'anno prima un totale di 333 carri armati usati – 183 Leopard 2A4s e 150 Leopard 1A5 – dalla Germania, al prezzo di 270 milioni di euro. Nel 2003 è stata la volta di 12 AH-64D Apache Longbow dalla Boeing, con opzione per altri quattro. Il programma di spesa, già approvato, per gli anni dal 2006 al 2010 ammonta a 11,39 miliardi di euro, e prevede l'acquisto, tra l'altro di: 20 elicotteri da trasporto, 6 fregate, 5 ricognitori, 400 mezzi corazzati per il trasporto truppe.
Non è specificato quale tremendo nemico la Grecia si stia preparando ad affrontare con un simile volume di fuoco, pagato a così caro prezzo con il lavoro dei contribuenti greci. Certamente però non è il nemico che in questo momento sta devastando il territorio ellenico, la sua ricchezza, la sua bellezza, la vita dei suoi figli, che imperversa incontrastato ben all'interno dei suoi confini. Di fronte a questo nemico, così noto e così aggressivo, lo stato è impotente, si spera e si prega che il vento cali.
In chiusura, da Eleftherotypia:
Il comando dei vigili del fuoco ed il ministro responsabile dell'ordine pubblico Vyronas Polydoras sapevano da marzo delle enormi carenze del servizio antincendio di Lakonia. In un documento ufficiale, vero e proprio “campanello d'allarme”, i responsabili del servizio antincendio di Sparta segnalavano deficienze e debolezze di personale e mezzi. [...]
Per concludere, sempre nello stesso documento, il quale ha già valore di prova d'accusa, in tutta la Lakonia erano attivi 60 vigili del fuoco, nella stragrande maggioranza graduati ed autisti, mentre il 60% dei veicoli del comando di Sparta hanno più di 15 anni, cosicché soffrono frequenti guasti e sono quindi molto spesso fuori servizio.
Ritieniti fortunato. Qui in Italia il numero di Canadair è 15
ReplyDeleteBruciamo anche noi, anche se un pò meno che lì.
Inoltre voi avete almeno la "soddisfazione" di averci comprato aerei e carriarmati con i soldi dei contribuenti.
Noi non abbiamo manco quelli. E se volesse ci potrebbe invadere San Marino.
Ma in compenso abbiamo le tasse più alte del mondo....
Inoltre voi avete almeno la "soddisfazione" di averci comprato aerei e carriarmati con i soldi dei contribuenti.
ReplyDeleteDetto per inciso, tutta roba di seconda mano, gli aerei vengono giù ad intervalli regolari, i carri costano più di ricambi di quello che sono costati.
Neanche le armi sanno comprare questi babbei!