Sunday, May 30, 2010

Una Modesta Proposta

Incredibile a dirsi, la crisi economica è arrivata fino a Laputa. Tanto che, come ci racconta il nostro corrispondente dall'isola volante, si è dovuto ricorrere all'aiuto di una ditta di consulenze per affrontare l'imprevisto problema.

A giudicare dalla soluzione proposta, però, l'impressione è che la velocità di stampa delle rotative laputiane sia molto lontana dalle prestazioni di quelle terrestri: una semplice tassa sul valore aggiunto per i “produttori di moneta” sarebbe infatti da noi una pallida contromisura per lo tsunami inflattivo in arrivo.
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Di Giovanni Pesce


Anche qui a Laputa i problemi economici finanziari non mancano; la crisi ci ha colpito pesantemente.

L'onorata società che fa capo al Centro di Igiene Mentale ha chiesto la consulenza alla “Peligrosa,” ditta della quale è notoria l'affidabilità, garantita anche dalla presenza in quel consiglio di Amministrazione dell’amante del Governatore Maximo (κυβερνήτης).

Le proposte espresse dallo studio sono fondamentalmente due:
  1. Fare cassa svendendo a poco prezzo il patrimonio pubblico (Il Castello, Vicolo corto, la Centrale Elettrica fino a Parco della Vittoria);
  2. Applicare l’imposizione dell’IVA (20%) ai fabbricanti di denaro.
Qui nel nostro paese siamo un po’ legati alle tradizioni e vedere svenduto il patrimonio di tutti a poco prezzo come è successo in Italia, (1992 ed anni seguenti) metteva una certa tristezza addosso.

Pertanto la soluzione (1) è stata abbandonata.

Ma sull’applicazione dell’IVA ai fabbricanti e spacciatori di denaro ci è sembrata veramente cosa buona e giusta.

L'IVA (l'imposta sul valore aggiunto) è un'imposta che colpisce solo il valore aggiunto di ogni fase della produzione, scambio di beni e servizi; per tale ragione una produzione di biglietti che costano pochi centesimi e valgono molti €uro costituisce la base per un’imposizione fiscale del 19,99% di tutto il denaro che viene prodotto.

Idraulici e Parrucchieri di Laputa sono stati felici di ritrovare banchieri europei in fila con loro presso la sede locale dell’Agenzia dell’Entrate a presentare domande di ravvedimento per il mancato pagamento dell’IVA.

Così con un singolo atto normativo abbiamo risolto in parte i nostri problemi economici.

Certo questa soluzione è meno cruenta di quella proposta a suo tempo da Swift; però è molto semplice ed efficace.

Perche non ci pensate anche voi europei?

2 comments:

  1. Ops, simpatica idea; e di quel 20%, chi lo sosterrebbe il maggior onere?..l'Iva, si sa, fino al consumatore non è un costo....
    E, in ipotesi. Con cosa vi si farebbe fronte?...forse con un pò di debito ulteriore?...
    Meno male che Laputa è lontana...
    Saluti e complimenti per il blog,
    Riccardo

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  2. Difficile giudicare Laputa, vedono le cose da un'altra prospettiva... :-)

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