Nella guerra moderna, sempre meno uno scontro di eserciti e sempre più cambiamento politico imposto con l'uso della forza, il fattore psicologico ha acquistato sempre maggior importanza: da qui l'esigenza di colpire con azioni rappresentative obiettivi prevalentemente civili dal grande valore simbolico. La Seconda Guerra Mondiale ci ha offerto numerosi tragici esempi di questa nuova tecnica bellica, culminata nelle carneficine atomiche di Hiroshima e Nagasaki, ma molti altri piani vennero studiati e mai messi in pratica dagli stati maggiori delle nazioni in guerra.
Il nostro corrispondente da Laputa, il Pesce Volante, ce ne ricorda alcuni tra quelli scaturiti dalle fervide menti dei generali italiani, con obiettivo il cuore di New York, quell'isola che darà il nome al più grande piano di morte e distruzione della storia.
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Di Giovanni Pesce
Nel breve periodo di WWII nel quale Italia ed Usa erano schierati su fronti opposti, c’è stato un susseguirsi di preparazioni di azioni militari ad alto esplosivo mediatico, in particolare i Comandi italiani prepararono due o tre piani per attaccare gli USA.
“La miglior difesa è l’attacco” pensarono i comandi della Regia Marina e della Regia Aeronautica quando ricevettero l’ordine di preparare dei piani per colpire il cuore degli USA: l’isola di Manhattan, la parte più conosciuta di New York.
Alla storia sono rimasti documenti relativi a due tentativi: quello dell’Aeronautica che prevedeva l’uso di un quadrimotore, e quello della Marina che ipotizzava l’uso di sommergibili tascabili.
Furono studiate anche le conseguenze politiche delle due imprese, ed un gruppo di ufficiali fece presente che era più conveniente perdere la guerra piuttosto che incattivire i rapporti con il gigante USA il quale avrebbe poi imposto un “escalation” nei bombardamenti sulle città italiane.
L’Aeronautica quindi pianificò un bombardamento “umanitario” con il lancio di arance siciliane, una copia aggiornata del bombardamento “virtuale” effettuato con volantini dagli italiani su Vienna nella WWI.
Venne approntato un velivolo Savoia Marchetti 95 serie B che probabilmente avrebbe portato a termine la missione dopo l’attuazione di un certo numero di modifiche tecniche se gli eventi dell'8 Settembre 1943 non avessero fermato quell'azione.
La Marina, da parte sua, approntò un progetto più ardito: un sommergibile atlantico avrebbe accompagnato alla foce dell’Hudson due sommergibili tascabili CA1 e CA2, costruiti dalla soc. Caproni; questi due sommergibili avrebbero dovuto risalire il fiume fino a portare degli uomini-rana a sbarcare a Manhattan con un compito particolare: minare l’Empire State Building.
Il progetto era ad un buon livello esecutivo: alla base Betasom sull’Atlantico un gruppo di marinai faceva esperienza per il trasporto atlantico dei due sommergibili tascabili, ed anche i Caproni Ca1 e Ca2 vennero adattati all’impresa tramite i suggerimenti di incursori della Decima Flottiglia Mas scelti per quella azione, ma gli eventi della storia travolsero questi progetti italiani.
Nel corso degli anni la storia fu più complicata; l’Empire State Building venne colpito da un “kamikaze amico” a fine Luglio 1945 e i grattacieli più alti di Manhattan furono abbattuti con altre tecniche distruttive nel Settembre 2001.
Ironia della sorte; il Governo Usa aveva ideato un progetto di distruzione globale conosciuto con un nome fantasioso: il Progetto Manhattan.
Il nostro corrispondente da Laputa, il Pesce Volante, ce ne ricorda alcuni tra quelli scaturiti dalle fervide menti dei generali italiani, con obiettivo il cuore di New York, quell'isola che darà il nome al più grande piano di morte e distruzione della storia.
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Di Giovanni Pesce
Nel breve periodo di WWII nel quale Italia ed Usa erano schierati su fronti opposti, c’è stato un susseguirsi di preparazioni di azioni militari ad alto esplosivo mediatico, in particolare i Comandi italiani prepararono due o tre piani per attaccare gli USA.
“La miglior difesa è l’attacco” pensarono i comandi della Regia Marina e della Regia Aeronautica quando ricevettero l’ordine di preparare dei piani per colpire il cuore degli USA: l’isola di Manhattan, la parte più conosciuta di New York.
Alla storia sono rimasti documenti relativi a due tentativi: quello dell’Aeronautica che prevedeva l’uso di un quadrimotore, e quello della Marina che ipotizzava l’uso di sommergibili tascabili.
Furono studiate anche le conseguenze politiche delle due imprese, ed un gruppo di ufficiali fece presente che era più conveniente perdere la guerra piuttosto che incattivire i rapporti con il gigante USA il quale avrebbe poi imposto un “escalation” nei bombardamenti sulle città italiane.
L’Aeronautica quindi pianificò un bombardamento “umanitario” con il lancio di arance siciliane, una copia aggiornata del bombardamento “virtuale” effettuato con volantini dagli italiani su Vienna nella WWI.
Venne approntato un velivolo Savoia Marchetti 95 serie B che probabilmente avrebbe portato a termine la missione dopo l’attuazione di un certo numero di modifiche tecniche se gli eventi dell'8 Settembre 1943 non avessero fermato quell'azione.
La Marina, da parte sua, approntò un progetto più ardito: un sommergibile atlantico avrebbe accompagnato alla foce dell’Hudson due sommergibili tascabili CA1 e CA2, costruiti dalla soc. Caproni; questi due sommergibili avrebbero dovuto risalire il fiume fino a portare degli uomini-rana a sbarcare a Manhattan con un compito particolare: minare l’Empire State Building.
Il progetto era ad un buon livello esecutivo: alla base Betasom sull’Atlantico un gruppo di marinai faceva esperienza per il trasporto atlantico dei due sommergibili tascabili, ed anche i Caproni Ca1 e Ca2 vennero adattati all’impresa tramite i suggerimenti di incursori della Decima Flottiglia Mas scelti per quella azione, ma gli eventi della storia travolsero questi progetti italiani.
Nel corso degli anni la storia fu più complicata; l’Empire State Building venne colpito da un “kamikaze amico” a fine Luglio 1945 e i grattacieli più alti di Manhattan furono abbattuti con altre tecniche distruttive nel Settembre 2001.
Ironia della sorte; il Governo Usa aveva ideato un progetto di distruzione globale conosciuto con un nome fantasioso: il Progetto Manhattan.
La storia dell'incursione coi due sommergibili mi era nota,non quella
ReplyDeletedel tentativo di bombardare simbolicamente con arance Manhattan.
Il Savoia Marchetti aveva del resto
un'autonomia di circa 2000 chilometri,mi appare improbabile che riuscisse ad attraversare l'oceano e bombardare new york anche se modificato.Da dove sarebbe partito?
Gli americani fecero un bombardamento
dimostrativo ritenuto impossibile
su Tokyo,partendo pero' con bombardieri pesanti dalle loro portaerei che noi invece non avevamo,la famosa missione Doolittle.Ma la regia aeronautica come avrebbe fatto?
NIBELUNGA:
ReplyDeleteIl Savoia Marchetti aveva del resto
un'autonomia di circa 2000 chilometri,mi appare improbabile che riuscisse ad attraversare l'oceano e bombardare new york anche se modificato.Da dove sarebbe partito?
Ma nessuno si è mai chiesto a cosa servissero gli emigranti?
Davvero si pensa che andassero via perchè antifascisti?
Erano per il 20% almeno dei servizi segreti. Il resto erano soldati travestiti con le casse contenenti tutti i loro averi, cioè i pezzi dei cannoni smontati.
I carri armati sono stati rimontati, nascosti e pronti a partire da Little Italy.
Poi non se ne fece niente e i soldati preferirono rimanere e sistemarsi là, chiamali scemi, viste le enormi possibilità che offriva il mercato.
Pyter
Su questo sito c'è la storia più dettagliata.
ReplyDeletewww.passatopresente.net
L'ing. Armando Palanca era mio vicino di casa e, da buon ligure, era addetto alla carburazione "parsimoniosa" dei 4 motori.
Negativo per i bombardieri "pesanti" di Doolittle,quelli erano B25 "bombardieri leggeri", decollati oltretutto dal ponte di portaerei!.
Interessante il libro di Alfio Caruso "Arrivano i nostri" che aggiunge note supplementari alla vicenda dei CA1 e Ca2.
Ciao
Gianni Pesce
Stranamente quell link citato prima non funziona più?1?!
ReplyDeletesu:
storiedimarina.blogspot.com/2009_02_01_archive.html
c'è il racconto nella versione di Luigi Romersa.
Meglio di così...
24mila litri per 13mila kilometri..
Caro Gianni ti ringrazio per il
ReplyDeletelink che non manchero' di consultare e che a quanto pare funziona.Vedo che il b25 viene
classificato da wiki come bombardiere medio:era comunque quasi impossibile farlo decollare dalla Hornet ma i ragazzi di Doolittle ce la fecero e colsero di sorpresa i non molto astuti nipponici,il viaggio di ritorno fu
per molti un'odissea,un equipaggio fu addirittura internato dagli alleati russi(questi comunisti sono sempre infidi)dopo essere atterrato in suolo sovietico.
Una domanda se mi consenti:il fatto che tu abbia il nome di un eroe della resistenza e' dovuto a....................omonimia?
scelta?pseudonimo?grazie ancora
Doolittle che aveva partecipato pure al bombardamento di Roma (19 Luglio 1943), nell'occasione del decollo con il B25 dalla portaerei si era dimenticato di abbassare i flaps!!!!!
ReplyDeleteEppure, a differenza dello SpanAir, è riuscito a decollare.
Con l'omonimia con l'altro Giovanni Pesce, penso che ci sia una qualche parentela: lui era di Visone (Acqui) a pochi chilometri dai miei antenati.
L'ho consciuto quando cercavo informazioni su Guernica: lui pensava ad un fatto militare, io invece pensavo ad un fatto mediatico.
Strano che un agente del Mossad non sappia queste cose.
ciao Gianni
"Il Savoia Marchetti aveva del resto
ReplyDeleteun'autonomia di circa 2000 chilometri,mi appare improbabile che riuscisse ad attraversare l'oceano e bombardare new york anche se modificato.Da dove sarebbe partito?"
I giapponesi aggirarono il problema portando un idrovolante in zona operativa con un sommergibile nel '42 se non vado errato. Non fecero sfracelli, se non bruciare una foresta in Oregon ma per quel che concerne l'atto dimostrativo in sè fu un successo.
L'ing Palanca garantiva il completamento della missione di 13000 chiloòetri.
ReplyDeleteNell'aereo era stato tolto tutto e sostituisto da serbatioi di benzina-avio per 23.800 litri.
La partenza prevista era dalla costs francese sull'Atlantico.
Qualche tempo prima (estate 1942) era stato studiato dalla R.A.l'uso di un idrovolante CANT Z 511 che avrebbe richiesto un rifornimento in pieno oceano, da effettuare tramite un sommergibile.
ciao Gianni
Eh eh,francamente penso che il vero
ReplyDeleteMossad abbia cose ben piu' importanti su cui indagare che i casi di omonimia in italia,con rispetto parlando.Comunque grazie
mille Gianni
Ironia della sorte; il Governo Usa aveva ideato un progetto di distruzione globale conosciuto con un nome fantasioso: il Progetto Manhattan.
ReplyDeleteAdesso ti tocca scriverci un articolo però...
Sarebbe davvero interessante, dopotutto si parla sempre di test sulla popolazione...