Wednesday, April 8, 2009

L'occhio che tutto vede

“It is almost universally felt that when we call a country democratic we are praising it; consequently, the defenders of every kind of regime claim that it is a democracy, and fear that they might have to stop using the word if it were tied down to any one meaning.”
(George Orwell)

I contorni del “cambiamento” obamiano si stanno delineando sempre più precisamente, e si capisce che anche tale termine dev'essere passato per un processo di trasformazione neolinguistica. Infatti, nota Glenn Greenwald, per quanto riguarda il programma di intercettazioni non autorizzato di Bush, il ministero della giustizia della nuova amministrazione ricalca le orme di quella precedente, nonostante le assicurazioni profuse l'agosto scorso quando fu sancita l'immunità delle aziende di telecomunicazioni che avevano partecipato illegalmente al programma.

Ecco, ad esempio, come il senatore Jay Rockefeller giustificò l'immunità in un editoriale sul Washington Post:
In secondo luogo, le cause contro il governo possono procedere. Non c'è dubbio che il governo stesse operando, nel migliore dei casi, in una zona grigia della legge. Se i funzionari dell'amministrazione hanno abusato del loro potere o impropriamente violato la segretezza di persone innocenti, devono essere giudicati responsabili. Questo è esattamente il motivo per cui abbiamo rifiutato l'annosa pressione della Casa Bianca per coprire con l'immunità i funzionari di governo.
La EFF – il principale consulente legale nelle cause contro le telecom – depositò allora nell'ottobre 2008 una causa contro l'amministrazione Bush per aver illegalmente spiato le comunicazioni degli americani.

Ma non si deve mai credere alle parole di un politico: nel pomeriggio di venerdì, il ministero della giustizia di Obama ha depositato la prima risposta del governo alla causa della EFF (.pdf) – la prima nel suo genere contro i funzionari del governo sotto la FISA, la Wiretap Act ed altri statuti contenuti nel programma NSA di Bush – e tale risposta è stata una richiesto di rigetto dell'intera causa sulla base (1) del fatto che i privilegi del “segreto di Stato” bandiscono qualsiasi causa contro l'amministrazione Bush per intercettazioni illegali e (2) di un nuovissimo proclama di “immunità sovrana” di portata strabiliante – che neanche Bush osò presentare – secondo cui il Patriot Act esclude ogni simile causa contro la sorveglianza illegale del governo a meno che ci sia una “volontaria rivelazione” delle comunicazioni illegalmente intercettate.

Tutta la sostanza del “cambiamento,” dunque, appare sempre più un semplice perfezionamento dell'apparato statale tipo Stasi costruito dalla precedente amministrazione: non solo, infatti, viene abbracciato il concetto di privilegio del “segreto di Stato” caro a Bush, ma lo si completa con una dichiarazione nuova di zecca di immunità di governo, che asserisce letteralmente che il governo degli Stati Uniti è libero di intercettare qualsiasi comunicazione privata (telefonica, email e simili) senza ricadute legali. In altre parole, il segreto è un diritto esclusivo dello stato, al cittadino non resta che il dovere di non nascondergli nulla.

E i sorrisi e le pacche sulla spalla ammirati nel recente G20 lasciano prevedere un'estensione globale di tale dottrina autoritaria. Il Nuovo Ordine Globale sta emergendo, dice Brown, e il termine usato appare più che appropriato: perché è dai gironi infernali più profondi che la nuova forma del Leviatano ascende sulla terra.

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