L'avventura americana nel Caucaso, nonostante il grande battage propagandistico, sta raccogliendo ben pochi consensi non solo nel resto del mondo, ma anche in patria. Pat Buchanan, conservatore, è stato consigliere dei presidenti americani Nixon, Ford e Reagan, ed è co-fondatore e redattore di The American Conservative. È inoltre autore di sette libri, tra cui Where the Right Went Wrong, A Republic Not An Empire, e Churchill, Hitler, and the Unnecessary War. Oggi è un critico feroce dell'amministrazione repubblicana, e ribadisce che l'accusa di aggressione rivolta ai russi è priva di fondamento – cosa di cui stanno cominciando ad accorgersi, seppur in ritardo, anche i quotidiani nostrani – e che quella di una risposta eccessiva, considerati i precedenti, è fuori luogo.
Il tentativo di formare un fronte compatto ostile alla Russia – che è pur sempre una potenza nucleare – sembra per il momento fallito. Ma sarà in grado il Partito della Guerra di digerire la sconfitta?
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Non è stupefacente l'ipocrisia occidentale?
Di Patrick J. Buchanan
La decisione di Mikheil Saakashvili di usare l'apertura dei Giochi Olimpici per coprire l'invasione georgiana della sua provincia separatista, la Sud Ossezia, va classificata in stupidità con la decisione di Gamal Abdel-Nasser di chiudere gli stretti di Tiran alle navi israeliane.
Il grossolano errore di Nasser gli costò il Sinai nella Guerra dei Sei Giorni. Il grossolano errore di Saakashvili probabilmente significa la perdita permanente della Sud Ossezia e dell'Abcazia.
Dopo aver bombardato e attaccato della quello che proclama essere il suo paese, uccidendo una quantità di suoi cittadini osseti e spingendone decine di migliaia a fuggire in Russia, l'esercito di Saakashvili, nel giro di 48 ore è stato sbattuto indietro in Georgia.
Vladimir Putin ha colto l'opportunità di scacciare a calci l'esercito georgiano dall'Abcazia, e per bombardare Tbilisi e assediare Gori, città natale di Stalin.
Godendo della sua condizione di intimo di George Bush, Dick Cheney e John McCain, e di unico alleato democratico degli americani nel Caucaso, Saakashvili ha pensato di poter effettuare un attacco fulmineo e presentasi al mondo con un fait accompli.
Ma Mikheil non ha calcolato né la collera né la risolutezza dell'Orso.
Le accuse americane di aggressione russa suonano vuote. La Georgia ha cominciato il combattimento. La– Russia lo ha terminato. Chi inizia le guerre non ottiene di decidere come e quando si debbano concludere.
La risposta della Russia è stata “sproporzionata” e “brutale,” si è lamentato Bush.
Vero. Ma non abbiamo forse autorizzato Israele a bombardare il Libano per 35 giorni in risposta ad una schermaglia di confine in cui diversi soldati israeliani sono stati uccisi e due catturati? Non fu quella risposta molte volte più “sproporzionata”?
La Russia ha invaso un paese sovrano, ha ragliato Bush. Ma gli Stati Uniti non bombardarono forse la Serbia per 78 giorni e non la invasero per obbligarla a cedere una provincia, il Kosovo, su cui la Serbia vantava un diritto storico ben maggiore di quello che la Georgia pretende di avere su Abcazia o Sud Ossezia, le quali preferiscono entrambe Mosca a Tbilisi?
Non è stupefacente l'ipocrisia occidentale?
Quando l'Unione Sovietica si è divisa in 15 nazioni, abbiamo celebrato. Quando la Slovenia, la Croazia, la Macedonia, la Bosnia, il Montenegro e il Kosovo si sono separati dalla Serbia, ci siamo rallegrati. Perché, allora, questa indignazione se due province, i cui popoli sono etnicamente diversi dai georgiani ed hanno combattuto per la propria indipendenza, dovessero riuscire a separarsi?
Le secessioni e la dissoluzione delle nazioni sono lodevoli solo quando si accordano con l'agenda dei neocon, molti dei quali detestano in modo viscerale la Russia?
Che Putin abbia colto l'occasione della prodezza provocatoria e stupida di Saakashvili per somministrare una dose supplementare di punizione è innegabile. Ma non è forse comprensibile la rabbia russa? Per anni l'occidente ha rinfacciato alla Russia la sua sconfitta nella Guerra Fredda e l'ha trattata come la Germania di Weimar.
Quando Mosca ritirò l'Armata Rossa dall'Europa, chiuse le sue basi a Cuba, dissolse l'impero del male, lasciò che l'Unione Sovietica si dividesse in 15 stati e cercò amicizia ed alleanza con gli Stati Uniti, noi che cosa abbiamo fatto?
Trafficanti americani hanno colluso con furfanti moscoviti nel saccheggio della nazione russa. Rompendo un impegno con Mikhail Gorbachev, abbiamo allargato la nostra alleanza militare nell'Europa Orientale, fin sulla porta della Russia. Sei nazioni del Patto di Varsavia e tre ex repubbliche dell'Unione Sovietica sono ora membri della NATO.
Bush, Cheney e McCain spingono per far entrare l'Ucraina e la Georgia nella NATO. Questo significa che gli Stati Uniti dovrebbero entrare in guerra contro la Russia per difendere la città natale di Stalin e per la sovranità sulla Crimea e su Sebastopoli, sede tradizionale della flotta russa del Mar Nero.
Da quando questi sono diventati interessi vitali degli Stati Uniti, tanto da giustificare una guerra con la Russia?
Gli Stati Uniti hanno abrogato unilateralmente il trattato sui missili balistici perché la nostra tecnologia era superiore, quindi hanno progettato di collocare le difese antimissile in Polonia e Repubblica Ceca in difesa dai missili iraniani, benché l'Iran non avesse ICBM né bombe atomiche. Una controfferta russa per mettere insieme un sistema antimissile in Azerbaijan è stata rifiutata immediatamente.
Abbiamo costruito l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan-Ceyhan dall'Azerbaijan alla Turchia attraverso la Georgia per tagliar fuori la Russia. Quindi abbiamo aiutato la deposizione di regimi amici di Mosca con le “rivoluzioni” democratiche in Ucraina e Georgia ed abbiamo provato a ripeterle in Bielorussia.
Gli Americani hanno molte belle qualità. La capacità di vedersi come gli altri li vedono non è tra queste.
Immaginate un mondo che non avesse mai conosciuto Ronald Reagan, in cui l'Europa avesse abbandonato la Guerra Fredda quando Mosca installò quei missili SS-20 ad est dell'Elba. E se l'Europa fosse uscita dalla NATO, ci avesse detto di tornare a casa e diventare subordinata a Mosca.
Come avremmo reagito se Mosca avesse fatto entrare l'Europa occidentale nel Patto di Varsavia, stabilito basi in Messico e a Panama, messo radar per la difesa antimissile e missili a Cuba e si fosse unita alla Cina per costruire oleodotti per trasferire il petrolio messicano e venezuelano ai porti del Pacifico e da lì spedirli in Asia? E tagliarci così fuori? Se ci fossero consiglieri russi e cinesi che istruiscono gli eserciti dell'America Latina, come noi facciamo nelle ex repubbliche sovietiche, come reagiremmo? Osserveremmo distratti un simile comportamento russo?
Per un decennio, alcuni di noi hanno avvertito della follia di affrontare la Russia e di violarne lo spazio. E ora i polli dell'imperialismo democratico sono andati a razzolare proprio lì: a Tbilisi.
Il tentativo di formare un fronte compatto ostile alla Russia – che è pur sempre una potenza nucleare – sembra per il momento fallito. Ma sarà in grado il Partito della Guerra di digerire la sconfitta?
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Non è stupefacente l'ipocrisia occidentale?
Di Patrick J. Buchanan
La decisione di Mikheil Saakashvili di usare l'apertura dei Giochi Olimpici per coprire l'invasione georgiana della sua provincia separatista, la Sud Ossezia, va classificata in stupidità con la decisione di Gamal Abdel-Nasser di chiudere gli stretti di Tiran alle navi israeliane.
Il grossolano errore di Nasser gli costò il Sinai nella Guerra dei Sei Giorni. Il grossolano errore di Saakashvili probabilmente significa la perdita permanente della Sud Ossezia e dell'Abcazia.
Dopo aver bombardato e attaccato della quello che proclama essere il suo paese, uccidendo una quantità di suoi cittadini osseti e spingendone decine di migliaia a fuggire in Russia, l'esercito di Saakashvili, nel giro di 48 ore è stato sbattuto indietro in Georgia.
Vladimir Putin ha colto l'opportunità di scacciare a calci l'esercito georgiano dall'Abcazia, e per bombardare Tbilisi e assediare Gori, città natale di Stalin.
Godendo della sua condizione di intimo di George Bush, Dick Cheney e John McCain, e di unico alleato democratico degli americani nel Caucaso, Saakashvili ha pensato di poter effettuare un attacco fulmineo e presentasi al mondo con un fait accompli.
Ma Mikheil non ha calcolato né la collera né la risolutezza dell'Orso.
Le accuse americane di aggressione russa suonano vuote. La Georgia ha cominciato il combattimento. La– Russia lo ha terminato. Chi inizia le guerre non ottiene di decidere come e quando si debbano concludere.
La risposta della Russia è stata “sproporzionata” e “brutale,” si è lamentato Bush.
Vero. Ma non abbiamo forse autorizzato Israele a bombardare il Libano per 35 giorni in risposta ad una schermaglia di confine in cui diversi soldati israeliani sono stati uccisi e due catturati? Non fu quella risposta molte volte più “sproporzionata”?
La Russia ha invaso un paese sovrano, ha ragliato Bush. Ma gli Stati Uniti non bombardarono forse la Serbia per 78 giorni e non la invasero per obbligarla a cedere una provincia, il Kosovo, su cui la Serbia vantava un diritto storico ben maggiore di quello che la Georgia pretende di avere su Abcazia o Sud Ossezia, le quali preferiscono entrambe Mosca a Tbilisi?
Non è stupefacente l'ipocrisia occidentale?
Quando l'Unione Sovietica si è divisa in 15 nazioni, abbiamo celebrato. Quando la Slovenia, la Croazia, la Macedonia, la Bosnia, il Montenegro e il Kosovo si sono separati dalla Serbia, ci siamo rallegrati. Perché, allora, questa indignazione se due province, i cui popoli sono etnicamente diversi dai georgiani ed hanno combattuto per la propria indipendenza, dovessero riuscire a separarsi?
Le secessioni e la dissoluzione delle nazioni sono lodevoli solo quando si accordano con l'agenda dei neocon, molti dei quali detestano in modo viscerale la Russia?
Che Putin abbia colto l'occasione della prodezza provocatoria e stupida di Saakashvili per somministrare una dose supplementare di punizione è innegabile. Ma non è forse comprensibile la rabbia russa? Per anni l'occidente ha rinfacciato alla Russia la sua sconfitta nella Guerra Fredda e l'ha trattata come la Germania di Weimar.
Quando Mosca ritirò l'Armata Rossa dall'Europa, chiuse le sue basi a Cuba, dissolse l'impero del male, lasciò che l'Unione Sovietica si dividesse in 15 stati e cercò amicizia ed alleanza con gli Stati Uniti, noi che cosa abbiamo fatto?
Trafficanti americani hanno colluso con furfanti moscoviti nel saccheggio della nazione russa. Rompendo un impegno con Mikhail Gorbachev, abbiamo allargato la nostra alleanza militare nell'Europa Orientale, fin sulla porta della Russia. Sei nazioni del Patto di Varsavia e tre ex repubbliche dell'Unione Sovietica sono ora membri della NATO.
Bush, Cheney e McCain spingono per far entrare l'Ucraina e la Georgia nella NATO. Questo significa che gli Stati Uniti dovrebbero entrare in guerra contro la Russia per difendere la città natale di Stalin e per la sovranità sulla Crimea e su Sebastopoli, sede tradizionale della flotta russa del Mar Nero.
Da quando questi sono diventati interessi vitali degli Stati Uniti, tanto da giustificare una guerra con la Russia?
Gli Stati Uniti hanno abrogato unilateralmente il trattato sui missili balistici perché la nostra tecnologia era superiore, quindi hanno progettato di collocare le difese antimissile in Polonia e Repubblica Ceca in difesa dai missili iraniani, benché l'Iran non avesse ICBM né bombe atomiche. Una controfferta russa per mettere insieme un sistema antimissile in Azerbaijan è stata rifiutata immediatamente.
Abbiamo costruito l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan-Ceyhan dall'Azerbaijan alla Turchia attraverso la Georgia per tagliar fuori la Russia. Quindi abbiamo aiutato la deposizione di regimi amici di Mosca con le “rivoluzioni” democratiche in Ucraina e Georgia ed abbiamo provato a ripeterle in Bielorussia.
Gli Americani hanno molte belle qualità. La capacità di vedersi come gli altri li vedono non è tra queste.
Immaginate un mondo che non avesse mai conosciuto Ronald Reagan, in cui l'Europa avesse abbandonato la Guerra Fredda quando Mosca installò quei missili SS-20 ad est dell'Elba. E se l'Europa fosse uscita dalla NATO, ci avesse detto di tornare a casa e diventare subordinata a Mosca.
Come avremmo reagito se Mosca avesse fatto entrare l'Europa occidentale nel Patto di Varsavia, stabilito basi in Messico e a Panama, messo radar per la difesa antimissile e missili a Cuba e si fosse unita alla Cina per costruire oleodotti per trasferire il petrolio messicano e venezuelano ai porti del Pacifico e da lì spedirli in Asia? E tagliarci così fuori? Se ci fossero consiglieri russi e cinesi che istruiscono gli eserciti dell'America Latina, come noi facciamo nelle ex repubbliche sovietiche, come reagiremmo? Osserveremmo distratti un simile comportamento russo?
Per un decennio, alcuni di noi hanno avvertito della follia di affrontare la Russia e di violarne lo spazio. E ora i polli dell'imperialismo democratico sono andati a razzolare proprio lì: a Tbilisi.
semplicemnte ti dico questo è uno degli articoli più ''forti e giusti'' che abbia mai letto. e so per certo che l'impwerialismo maericano e il suo militarismo continueranno a sfornare altre scusa, forse un giorno qualche repubblicano ci dirà che bin laden è in iran è in palestina è in corea è in etiopia e in ecc....
ReplyDeleteI turlupinatori dell'opinione pubblica hanno inventato un nuovo problema fasullo: quando fare entrare la Georgia di Shaakasvili nella NATO.
ReplyDeleteIl problema che dovremmo, invece, come italiani, prendere seriamente in considerazione è quello della uscita dell'Italia dalla NATO.
Pierpaolo
pierpaolo bravo semplicemnte: No Nato!
ReplyDeleteGrazie pax,
ReplyDeletecome dicevo altrove mi hai risparmiato (metà)lavoraccio che avevo intrapreso.
Una curiosità: l'articolo su Repubblica che linki, l'avevo già trovato su Noreporter (http://www.noreporter.org/dettaglioArticolo.asp?id=11582), Repubblica l'ha ripreso da lì?
Ok, Chiarito, è NoReporter ad averlo ripreso da Repubblica.
ReplyDeleteIl che rende il fatto ancora più strano: Repubblica che descrive la realtà? Strano...
Certo, è annegata in decine di altri articoli di tenore opposto, ma se le cose dovessero venire a galla avranno l'alibi giusto per dire "comunque noi l'avevamo scritto".
beh..l'importante che iniziano a scrivere serio.
ReplyDeleteNo NATO, in tempi d'aborto galoppante, è un bello slogan.
ReplyDeleteCirca Repubblica, mi sa che per pubblicare un pezzo simile ha avuto il permesso da Israele, ora che quest'ultima ha mollato la Georgia.
A Pax, che sa quanto io nel mio piccolo sia nostalgico dell'impero asburgico (ma lo zarista o l'ottomano andavano bene lo stesso), vorrei chiedere un parere sull'equazione seguente: l'anarchia d'oggi = l'oligarchia di domani. Mi spiego meglio coll'aggiungere che chi, longa manus dei banchieri ebreitannici, vuol rovesciare lo Stato (ovvero uno stato nazionale) lo fa solo allo scopo, consapevole o no, di preparare l'avvento di uno stato sovranazionale. In altre parole, l'insubordinazione dello Stato contro la Chiesa non è che la premessa all'abdicazione dello Stato a favore della Banca. In termini tradizionali, casta sacerdotale soppiantata da quella regale-guerriera-amministrativa e questa a sua volta soppiantata dalla casta mercantile-usuraia.
Così recita la profezia vedica. E così sta accadendo. Resta da vedere l'ultima casta, al potere. Quella dei servi.
Un caro saluto da Ipo-Asno.
Mi spiego meglio coll'aggiungere che chi, longa manus dei banchieri ebreitannici, vuol rovesciare lo Stato (ovvero uno stato nazionale) lo fa solo allo scopo, consapevole o no, di preparare l'avvento di uno stato sovranazionale.
ReplyDeleteGli eventi dimostrano che l'elite mondialista esiste, e lavora alacremente. Considera però che i libertari – che sono pochi e sassai poco influenti, purtroppo – si battono non semplicemente per l'abolizione dello stato, ma per l'eliminazione dell'autorità centrale, di cui un eventuale governo mondiale sarebbe la massima espressione.
Per questo i libertari pongono tra i punti principali l'abolizione delle banche centrali, vero braccio armato che consegna al sistema bancario il potere derivato dalla riserva frazionaria (ho già pronto un articolo di Rockwell sull'argomento. Stay tuned).
Il freno alla costruzione del governo mondiale non possono essere gli stati nazionali, dal momento che è proprio utilizzando il potere di queste entità che si va a realizzarlo: l'EU – primo passo verso l'unificazione – è stata creata ed imposta ai popoli con il potere degli stati, non è certo nata in una situazione di anarchia. E come avrebbe potuto?
Per quanto riguarda la nostalgia degli antichi regni, credo che ti troveresti d'accordo con Hoppe. :-)
ReplyDeleteMa la nostalgia non deve farci dimenticare che quel periodo è passato, distrutto dalla propria degenerazione prima ancora che dalle "rivoluzioni".
Una rinascita delle élite naturali è auspicabile, ma impossibile finché l'autorità usurpata e criminale degli stati moderni (o, Dio ce ne scampi, di uno stato globale) continua a regnare su questo mondo.
Grazie per la sollecita risposta.
ReplyDeleteDi Hoppe non sapevo nulla. Ho stampato i tuoi post relativi e li leggerò subito.
Siamo d'accordissimo sulla degenerazione, 'ché un impero cade solo quando è fradicio. Anche la Banca (terza casta) crollerà per degenerazione e sarà sostituita dalla quarta, quella dei servi [di Satana] ossessionati dalla "erogazione di servizi".
Quel che volevo dire, con una punta d'affettuosa malignità, è che il libertario si comporta come l'utile idiota, inconsapevolmente strumentalizzato com'è (basti pensare alle "rivokuzioni colorate" nell'ex URSS, eredi del nostro '68). Un'autorità centrale c'è sempre stata e sempre ci sarà, essendo prevista nel nostro codice genetico. Tutto sta a vedere se è legittima, ordinata cioè gerarchicamente a piramide (papa, re, mercante, servo) o illegittima, a piramide rovesciata. Questo è il senso del potere dell'Anticristo, "la Menzogna fatta uomo". Se alludo alle profezie è perché solo in tal modo ti spieghi la ragione per cui "i peggiori comandano". E purtroppo nessuna mano umana potrà raddrizzare le cose.
Ciò non toglie che, pur nelle nostre disparità di vedute, leggerti sia di estremo interesse. A proposito, sei linkato ne 'Lasino e il cammello' (donkamel.splinder.com).
Ciao. Asno
Grazie Asno, ho già letto parte dei post de L'asino e il cammello e li ho trovati molto interessanti.
ReplyDeleteOcchio però a non confondere il libertarismo anarchico con le rivoluzioni colorate finanziate da Soros, che sono una delle tante facce del collettivismo conformista che sostiene l'autorità degli stati, e il cui scopo è la continua trasformazione della società per mezzo dell'ingegneria sociale: in questo vedi giusto, il fine è il dominio globale ed il perfezionamento dell'uomo massa, ovvero la fine dell'individuo.
Il libertarismo rivendica invece l'unicità dell'individuo, la responsabilità personale e la libera scelta (leggi pure "libero arbitrio", se vuoi). Da questo punto di vista i punti di contatto con il cristianesimo sono evidenti: per il libertario, ad esempio, la solidarietà non può essere imposta, ma dev'essere spontanea ("non sappia la tua mano sinistra...”), in caso contrario, oltre a perdere il suo valore, diventa un atto di aggressione.
Nei tempi antichi nessun re s'è mai sognato cose del genere, le leggi e la morale erano preesistenti alla sua persona ed alla sua autorità. Oggi l'uomo presume di scriversi le sue leggi e imporre la sua "morale" (diritto positivo) servendosi del potere, in altre parole ha fatto dello stato e della democrazia una religione.
Il libertarismo al contrario proclama il giusnaturalismo, cioè il ritorno ad un sistema regolato dalle leggi naturali di base che sono poi la base di ogni comandamento: non uccidere, non rubare, non aggredire (diritto negativo).
Al di là di queste semplici norme, la condotta di ciascuno non può né deve essere sottoposta al giudizio degli uomini, ma eventualmente, a quello di qualcuno un po' più in alto.
Insomma, al di là del fatto che ancora non riesco a credere in Dio (mi sforzo però :-)), io penso proprio che le nostre posizioni siano in realtà più vicine di quanto tu creda.
Dimenticavo, una lettura interessante:
ReplyDeleteJesus Is an Anarchist
;-)
per favore non ti avvicinare al cristiaensimo sarebbe la tua rovina, poli molto libertariamente tocca a te la scelta... :)
ReplyDeletecmq aspetto l'articolo: "Per questo i libertari pongono tra i punti principali l'abolizione delle banche centrali, vero braccio armato che consegna al sistema bancario il potere derivato dalla riserva frazionaria (ho già pronto un articolo di Rockwell sull'argomento. Stay tuned)."
essere crisitnai oggi significa essere conservatori, super intolleranti e mega illibertari....quindi nn diciamo cose da paleo....
essere crisitnai oggi significa essere conservatori, super intolleranti e mega illibertari.
ReplyDeleteCristo però non predicava niente di tutto ciò.
Detto questo, penso che se avessi la fede vivrei molto più tranquillo, invece di macerarmi nell'impotenza. Purtroppo non ce l'ho, e devo accontentarmi della rabbia per tirare avanti. E non è un bel vivere.
M'hai messo al tappeto.
ReplyDeletePrima Hoppe e mo Redford, per giunta in inglese.
Troppa grazia. Mille grazie, sicché.
Sono certissimo che le nostre posizioni siano più che vicine. Tra l'altro, parlar spesso di Dio - come faccio io - non comporta affatto il vivere in Dio. Anzi - ed è il mio caso - si dà spesso il contrario. Dulcis in fundo, se è vero che il ritorno di Cristo è atteso sia dal cristiano che dal musulmano e se è vero - qui bestemmio - che l'uno e l'altro Lo vedranno secondo le rispettive vedute, vuoi evangeliche e vuoi coraniche, cosa impedirà al libertario di vederLo come anarchico?
Omnia munda mundis significa anche questo. D'altronde non saremo giudicati su questioni dottrinarie.
beh.....un messia anarchico mi sa di antianarchico. però sono uno che accetta tali considerazioni,
ReplyDeleteè vero sono convinto che gesù non diceva nulla di quello che hp detto, infatti ho detto essere cristiani oggi.
L'anarchico rifiuta il dominio dell'uomo sull'uomo. Se invece si dovesse presentare un eventuale creatore, non credo ci dovrebbero essere problemi ad accettarne l'autorità.
ReplyDeleteDirei anzi che converrebbe farlo senza indugi, sai com'è...
:-)
CERTO SE SCHERZIAMO...... cmq dai certamente che se scenderebbe da celo una divinità superiore anche io mi inginicchierei, ma fino ad oggi non è sceso nessuno, quindi non solo nn accetterò nessuna autorità, figuriamoci coloro che si considerano creatori....w l'anarchia......... solo la liberà, aspettando il ''creatore''. sono ateo nn credo ce venga qualcuno.
ReplyDelete"Detto questo, penso che se avessi la fede vivrei molto più tranquillo, invece di macerarmi nell'impotenza".
ReplyDeleteSe avessi la fede non avresti la ragione. Tranquillo, certo, ma coglione ;-).
Impotente, invece, lo saresti comunque, e pure depotenziato, perche' tranquillo.
(E' una mia opinione, di agnostico deficiente, quindi nessuna offesa: solo cio' che penso senza ipocrisia).
mc
Impotente, invece, lo saresti comunque, e pure depotenziato, perche' tranquillo.
ReplyDeleteMah, non lo so mica sai Mc? Perché la ragione mi dice chiaramente e senza dubbio alcuno che non c'è nessuna speranza, e che i miei sforzi contro l'ingiustizia sono poco più che convulsioni nervose il cui risultato non è altro che un consumo di energia che sarebbe stata meglio impiegata per cercar di migliorare la mia condizione materiale.
La fede ti consente la speranza, che anche se irragionevole può dare un senso alle tue azioni. Il problema, da quel che ho capito, è che per poter avere la fede bisognerebbe avere il coraggio o l'umiltà (o la follia, se vuoi) di sospendere almeno per un attimo la ragione, e io questo non riesco a farlo.
Di conseguenza non saprei neanche dire se sarebbe giusto o sbagliato.
non c'è nessuna speranza, e che i miei sforzi contro l'ingiustizia sono poco più che convulsioni nervose
ReplyDeletePerche' sono sforzi di un individuo solo... ;-)
Il problema, da quel che ho capito, è che per poter avere la fede bisognerebbe avere il coraggio o l'umiltà (o la follia, se vuoi) di sospendere almeno per un attimo la ragione
Qui non sono d'accordo:
E' vero che la fede rappresenta irrazionalita' ma, secondo me, solo nell'approcciarsi ad essa.
L'irragionevolezza della fede e' spesso, per molti, solo una fase transitoria. Quando la si ha, l'accettazione ne implica la assoluta realta' concreta. La fede non e' piu' fiducia, ma diventa riferimento.
Non che creda che la ragione sia tutto, ma di certo e' quasi tutto. Riferirsi ciecamente a qualcosa di irrazionale e' conscia follia: praticamente qualcosa di patologico, ben piu' grave della stessa semplice follia.
Ti auguro, di non arrivarci mai.
:-)
Ho fede in te!
mc
La ragione e' l'unico vero amico che abbiamo, l'unico di cui ci si possa fidare, ma.....
ReplyDeleteCon la sola ragione non si arriva da nessuna parte.
Ci sono delle verita' che sono inspiegabili dalla ragione (come inspiegabile e' la maggior parte del creato) ma nonostante cio' le prendiamo per buone perche le percepiamo vere.
E' l'assioma iniziale su cui poggiano tutti i campi esplorati dalla ragione. E' il motivo per cui si crede nella legge naturale opposta all'arbitrio umano.
Non tutto e' spiegabile razionalmente, ma, nonostante cio', e' nondimeno spiegabile con altri mezzi, magari.
«Il problema non si pone» rispose Barbieri. «Il Caso o il Destino, il Big Bang o Nostro Signore, non fa alcuna differenza. Un giorno lo verremo a sapere. Quando io combatto la Fede, non lo faccio perché non credo all'esistenza di Dio, ma perché desidero "non riposarmi" sul dogma. Preferisco vivere dubitando piuttosto che archiviare Dio come un dato acquisito. Vivo più io in compagnia dell'idea di Dio che non un cattolico osservante».
ReplyDeleteildubbio
Vivo più io in compagnia dell'idea di Dio che non un cattolico osservante».
ReplyDeleteCompletamente d'accordo con con cio' che esprime il Barbieri fino ad arrivare qui, a quest'ultima affermazione citata:
Eh no!
Il fatto che non si creda alle fattezze caratteristiche delle varie religioni riguardo i loro rispettivi dei, non e' meno arrendevole del credere ad una entita' superiore. E' la stessa cosa.
L'"adagiarsi sul dogma" non e' solo conseguente al fatto di appoggiare una dottrina, ma quello di rinnegare la misconoscenza, la probabile impossibilita' di raggiungere risposte esistenziali.
Il dogma in questione sul quale si adagia il Barbieri non e' piu' di stampo religioso, ma di tipo antropocentrico. Quello che avverto nell'atto di imporsi una "risposta" assoluta del tutto arbitraria-irrazionale, solo per non rimanere sprovvisti di fiducia nei propri mezzi in balia dell'impotenza dell'umana ragione, fallibile e "mortale" come l'uomo stesso.
mc
E' la non discutibilita' del dogma il vero limite del dogma stesso.
ReplyDeleteSenza di essa non sarebbe tale, con essa sarebbe una semplice teoria. Preso atto di questo, ognuno puo' "credere" in cio' che piu' soddisfa le sue domande, sempre che se ne ponga e che non abbia scelto di avere solamente risposte pronte all'uso.
mc
Con la sola ragione non si arriva da nessuna parte.
ReplyDeleteDipende da dove si pensa di poter arrivare.
Arrivare a carpire i segreti della vita?
Eheheh...
Capire che non e' poi cosi' importante sapere tutto? (premesso che lo scopo sia esistere cercando di farlo al meglio, secondo i propri canoni).
Capire che solo importante chiedersele determinate cose, piuttosto che ottenerne risposte?
Piu' in generale:
Le risposte sono spesso traducibili in potere per chi le ha. Se poi si hanno (e qui mi scappa da ridere) risposte che altri non hanno, perche' non possono, proprio come non puoi tu che le hai :-), si ha un potere ancora piu' grande (basato sul nulla ma cosa importa!?!?).
E' molto umano pretendere di averle: e' come chiedere alle persone "preferisci bere merda o versarne da bere agli altri?".
mc
A Vince' ma che cce devo da fa' co' quer Linke?? Il Dubbio...
ReplyDeleteEr dubbio cell'ho : che me stai a pija' pe' cculo... :-)
Sono anche andato a guardare il TheoBlog (per fortuna ha smesso di aggiornare)...
Alcuni articoli e citazioni interessanti: tutte quelle estranee alla religione. :-o
Quello che ho potuto percepire dal quel blog e' proprio l'inutilita' (almeno relativamente al mio punto di vista personale) di contornarmi la vita di tali assurdita', vita peraltro gia' molto complessa per conto suo.
...in bocca al lupo...
mc
il link porta ad un libro di decrescenzo dalla quale ho tratto quella citazione.
ReplyDeleteOpps... ti giuro che mi si e' aperto il blog in cui e' citato il libro di Decrescenzo che riporta la frase...
ReplyDeleteEHeheh... e visto che il blogger e' in pieno frenzy apostolico, credevo mi suggerissi la conversione... hahahaha
Minchia anche tu, pero':
non c'era da nessun'altra parte quella cazzo di frase...
:-)
mc