Thursday, July 31, 2008

Guardare e non toccare

Nel post Lo stato visibile e lo stato invisibile Lew Rockwell notava come lo stato sia molto attento nel selezionare cosa dobbiamo vedere e cosa no, perché potrebbe intaccare la fiducia che il popolo nutre nei suoi confronti. Spingendo un poco oltre il ragionamento, viene naturale chiedersi se ciò che ci viene mostrato sia effettivamente una rappresentazione fedele della realtà, e non invece una sua interpretazione, utile per perpetrare la leggenda di uno stato al nostro servizio. Del resto è indubbio che, dall'avvento dell'era cinematografica, la propaganda abbia raggiunto livelli prima impensabili: è sufficiente un sapiente montaggio, un'accurata selezione di suoni e immagini, e una nuova realtà è creata, una realtà virtuale, predigerita e inoffensiva.

E poi, ci sono le tecniche di manipolazione dell'immagine, in grado di consegnare ai nostri occhi quello che pensiamo essere un pezzo di realtà, e che ne è solo la versione modificata destinata ai proles, a quelli che mai dovranno porsi determinate domande. Questo è uno strumento ancora più potente, perché se anche qualcuno di essi dovesse mai provare a farlo, si troverà a scontrarsi contro il muro compatto dei suoi simili, che la verità “l'hanno vista in televisione,” convinti per questo di aver assistito allo svolgersi della storia. Ma quale storia?
L'immaginazione delle folle, come quella di tutti gli esseri in cui non interviene il ragionamento, è suscettibile di profonde impressioni. Le immagini evocate nel loro spirito da un personaggio, un fatto, un incidente, hanno quasi la vivezza delle cose reali. Le folle sono un po' come un dormiente, in cui la ragione é momentaneamente annullata, e vede sorgere nel suo spirito delle immagini d'una intensità estrema, ma che si dissipano subito appena vengono a contatto con la riflessione. Le folle, essendo incapaci di riflettere e di ragionare, non conoscono l'inverosimile; ora, le cose più inverosimili sono generalmente quelle che colpiscono di più.

Per questo le folle sono impressionate maggiormente da ciò che c'é di meraviglioso e di leggendario negli avvenimenti. Il meraviglioso e il leggendario sono in realtà i veri sostegni delle civiltà. Nella storia l'apparenza ha sempre avuto più importanza della realtà. L'irreale predomina sul reale.
(Gustav le Bon, Psicologia delle folle)


9 comments:

  1. Gran bel pezzo "La psicologia delle folle", ci sono un sacco di ottimi spunti per riflettere :)

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  2. Fa anche un po' perdere la speranza...

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  3. Ah, tu nutri ancora speranza? :D
    (che triste questo mio commento)

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  4. Ciao Tibi
    C'è un solo problema...l'Italia è un paese di folle (...e di folli). La folla del Grande Fratello, di Amici di Maria de Filippi, di un partito e dell'altro, di una squadra e dell'altra, delle vacanze, ecc...
    E' sempre tutto eccezionale: un posto dove si è andati in vacanza, un imbecille che non sa cantare o ballare, 4 sfigati che si fanno chiamare ultras (e come sai io ho vissuto gli ultras ai tempi belli...quando era un'altra cosa), il figlio; ci fosse uno che sta tranquillo nel vivere la sua normalità...no, sono tutti fantastici, unici ed eccezionali!
    TETE

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  5. Ah, tu nutri ancora speranza?

    Sì: di arrivare a fine mese. Ma è più un sogno che una speranza, ormai.

    ci fosse uno che sta tranquillo nel vivere la sua normalità...no, sono tutti fantastici, unici ed eccezionali!

    Eh, la folla si nutre di meraviglie... Ci fosse una ragazza che non si autodefinisce "solare", per esempio. Ma che cazzo vuol dire solare? Che di notte si spegne?

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  6. che poi si definiscono solari, e poi scopri che sono quasi sempre lunatiche..

    (commento sessista.. :-P )

    ciao Pax

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  7. A Roma "er sola" non è esattamente un tipo solare....

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  8. ...guarda...io sono un tipo particolare!
    Uomo o donna che sia...MA SE CE NE SONO MILLE ALTRI COME TE!!!!
    GUARDATE LE STESSE COSE E FATE LE SETSSE COSE, ANDATE NEGLI STESSI POSTI...E RAGIONATE COME VI FANNO RAGIONARE!!!!
    E fin da piccoli: ho visto lunedì sera un servizio sulle notti di Londra, Lloret del Mar e Rimini. a parte la pateticità del servizio (anche lì doveva essere tutto eccezionale e strano, nonché esclusivo). Gli unici che si riconoscevano tra ragazzi di paesi diversi erano gli italiani
    Tipo Uomo: pinocchietto, occhiale da 58 pollici, tatuaggi copiati, infradito e borsello a tracolla (oltre a un numero imprecisato di ferri in bocca o nelle orecchie)
    Tipo Donna: vestita da zoccola
    Sono contento di essere italiano

    TETE (ciao Tibi)

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  9. Be', allora possiamo ben dire che la d/istruzione pubblica ha funzionato a perfezione: ha prodotto una generazione di imbecilli proprio tutti uguali l'uno all'altro.

    “Mission accomplished!”

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