Se qualcuno non avesse ancora capito come fosse possibile che i membri del Congresso si bevessero a garganella l'impressionante sfilza di balle propinata loro dall'amministrazione Bush in tutti questi anni di guerra (ipotesi piuttosto remota, lo riconosco), ecco una notizia riportata da Associated Press che dovrebbe risolvere la sua perplessità:
I membri del congresso hanno investito collettivamente fino a 196 milioni di dollari in aziende che fanno affari con il dipartimento della Difesa, guadagnando milioni dall'inizio della guerra in Iraq, secondo lo studio di un gruppo di ricerca nonpartisan.E questo risponde anche ai molti statalisti che continuano a credere che a fare profitti nella guerra sono solo i contractors privati, sfruttatori di un congresso ingannato e innocente. In realtà la guerra è un meccanismo diabolico in cui privati e politici sono complici, ma in cui molto più colpevoli sono i secondi, in quanto nelle loro mani è il potere di decidere.
Non tutte le aziende in cui i legislatori hanno investito sono appaltatori di difesa tipici. Società quali PepsiCo, IBM, Microsoft e Johnson & Johnson hanno ad un certo punto ottenuto dei contratti relativi alla difesa, nota il rapporto del Center for Responsive Politics con sede a Washington.
La revisione della dichiarazione 2006 di divulgazione finanziaria dei legislatori suggerisce che le azioni dei membri potrebbero porre un conflitto di interessi nel momento in cui decidono il destino della spesa per la guerra in Iraq. Diversi membri che guadagnano denaro da questi appaltatori hanno poltrone in comitati o incarichi di direzione, compresi il senatore democratico John Kerry, il senatore indipendente Joseph Lieberman e il capogruppo parlamentare repubblicano Roy Blunt.
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