“It is also important for the State to inculcate in its subjects an aversion to any outcropping of what is now called 'a conspiracy theory of history.' For a search for 'conspiracies,' as misguided as the results often are, means a search for motives, and an attribution of individual responsibility for the historical misdeeds of ruling elites. If, however, any tyranny or venality, or aggressive war imposed by the State was brought about not by particular State rulers but by mysterious and arcane 'social forces,' or by the imperfect state of the world -- or if, in some way, everyone was guilty -- then there is no point in anyone's becoming indignant or rising up against such misdeeds. Furthermore, a discrediting of 'conspiracy theories' will make the subjects more likely to believe the 'general welfare' reasons that are invariably put forth by the modern State for engaging in aggressive actions.”
(Murray N. Rothbard)
Per questo lemma mi affido alle parole di Roberto Quaglia (e a quelle di Rothbard qui sopra, come sempre illuminanti), che lo ha analizzato efficacemente nel presentare il suo libro Il Mito dell’11 Settembre. Non credo sia necessario aggiungere altro.
___________________________Cospirazione
Significato originario:
1 accordo, intesa segreta fra più persone per decidere e organizzare azioni ai danni di qcn., spec. di chi detiene il potere: ordire una c. contro il re, c. politica
2 concorso di più elementi nell’ostacolare qcs. o qcn.
Tutti crediamo di sapere cosa sia un complotto, o una cospirazione. Così come tutti crediamo di sapere cosa sia un cospiratore. In realtà, come vedremo tra poco, queste parole hanno lievemente mutato significato nelle nostre menti, rispetto al loro significato originario, e adesso vogliono dire qualcos’altro. La differenza è piccola, ma, come vedremo, sostanziale.
Il fenomeno diventa più facilmente visibile e comprensibile se alla parola complotto (o cospirazione) aggiungiamo il vocabolo “teoria”. Tutti noi sappiamo anche cosa è una teoria. Eppure, l’espressione combinata “teoria del complotto” significa qualcosa di sostanzialmente differente da ciò che dovrebbe significare.
In inglese è anche più evidente. Provate a menzionare l’espressione conspiracy theory ad un qualsiasi individuo anglofono appena appena erudito e vedrete nel 99% dei casi un sorrisino ironico dipingersi sul suo viso. Non lasciatevi disarmare. Insistete nel vostro esperimento e provate a pretendere di raccontargli di una cospirazione realmente avvenuta o addirittura in atto. Il sorrisino del vostro interlocutore con tutta probabilità si arricchirà di tutti gli altri semantemi espressivi della commiserazione: nel migliore dei casi verrete osservati con il compatimento che naturalmente si destina al solito tapino squilibrato che cerca di propinare al prossimo la strampalata farneticazione paranoide di turno.
Potete effettuare questo esperimento anche in lingua italiana con soggetti italiani. Dovrebbe funzionare anche in italiano, anche se probabilmente non tanto quanto in inglese. Poiché l’esperimento è ripetibile da chiunque ed i risultati ottenuti in linea di massima si equivarranno per tutti, questa può valere da dimostrazione scientifica del fatto che la parola “cospirazione” ha nel tempo smarrito il suo significato originario, soprattutto nella lingua inglese. Conspiracy ormai non è più un vocabolo serio che voglia dire ciò che il dizionario pretende che esso significhi. Conspiracy è ormai un vocabolo che contiene in sé anche l’accezione della propria falsità. Parlate ad un anglofono (ed in misura minore ad un italiano) di una cospirazione ed egli immediatamente comprenderà che vi state riferendo a qualcosa di falso, un teorema infondato, forse addirittura un delirio paranoico, prima ancora che abbiate iniziato ad esporre la vostra tesi. Se alla parola conspiracy aggiungete anche il vocabolo theory (teoria), la frittata è completa. Il concetto di teoria, associato a quello di cospirazione, suggella in modo pressoché definitivo la falsità di quanto venga ipotizzato. Si scrive Teoria della Cospirazione, si legge Teoria Falsa e Paranoide della Cospirazione.
Per inciso, l’uso stesso della parola “teoria”, associata a cospirazione, è completamente fuori luogo. Le teorie attengono al campo della scienza, ne viene dimostrata l’autenticità o la falsità, ma rimangono teorie anche dopo essere state provate. Come il filosofo Popper insegna, per essere degna di tal nome un teoria deve essere falsificabile, poiché rappresenta solo uno dei possibili modi di interpretare un aspetto della realtà. Quindi, una teoria è per definizione associata ad un senso di provvisorietà. L’idea che in un dato caso criminale possa esserci stata una cospirazione a monte è invece una ipotesi. In casi come questo, la domanda dovrebbe quindi essere non tanto se la teoria della cospirazione è fondata (come potrebbe mai esserlo, dato che non è una teoria?), quanto se l’ipotesi che ci sia stata una cospirazione è vera. Ipotizziamo che ci sia stata una cospirazione, non teorizziamo che essa ci sia stata.
Invece, oggi si parla comunemente, e a sproposito, di teoria della cospirazione.
Tutto ciò è curioso. Per caso o per dolo, il semantema che per secoli o millenni ha significato il concetto di cospirazione adesso virtualmente significa cospirazione immaginaria. Scrivi cospirazione, leggi cospirazione immaginaria. Come è mai potuto accadere qualcosa del genere? E, soprattutto, se mai una cospirazione davvero venisse tramata o messa in atto da qualcuno da qualche parte, come potrebbe mai essere possibile discuterne con lucidità, se il fatto stesso di nominarla si tira dietro il significato della infondatezza di ciò di cui si sta parlando? È perfettamente possibile – e per inciso assai probabile – che tale trasmutazione semantica sia interamente casuale. Tuttavia... non è più affascinante pensare per un attimo – anche solo per gioco o per divertimento intellettuale – che dietro a questo curioso fenomeno possa celarsi un astuto progetto, un diabolico artifizio allo scopo di disarmare i tam tam verbali di coloro che di una importante cospirazione venissero a conoscenza, ovvero – anche se indubbiamente ciò suona fantascientifico – una raffinatissima impalpabile arma di guerra psichica?
Eliminare dal linguaggio i significati che potrebbero venire usati contro di te, sostituendoli con significati infettati con il germe della negazione di loro stessi... Qui siamo in pieno Orwell, ma al quadrato, al cubo... ed in più una vocina maliziosa ci tormenta ricordandoci che la realtà prima o poi supera sempre la fantasia! D’altra parte, non sarebbe questa la ripetizione del solito vecchio trucco? La manipolazione semantica ha già trasformato la parola “pace” in guerra (“le missioni di pace”), la parola “libertà” in una informe creatura tentacolare che ormai non so più bene spiegare neanch’io, e potremmo continuare con gli esempi a lungo.
(Roberto Quaglia)
Il fenomeno diventa più facilmente visibile e comprensibile se alla parola complotto (o cospirazione) aggiungiamo il vocabolo “teoria”. Tutti noi sappiamo anche cosa è una teoria. Eppure, l’espressione combinata “teoria del complotto” significa qualcosa di sostanzialmente differente da ciò che dovrebbe significare.
In inglese è anche più evidente. Provate a menzionare l’espressione conspiracy theory ad un qualsiasi individuo anglofono appena appena erudito e vedrete nel 99% dei casi un sorrisino ironico dipingersi sul suo viso. Non lasciatevi disarmare. Insistete nel vostro esperimento e provate a pretendere di raccontargli di una cospirazione realmente avvenuta o addirittura in atto. Il sorrisino del vostro interlocutore con tutta probabilità si arricchirà di tutti gli altri semantemi espressivi della commiserazione: nel migliore dei casi verrete osservati con il compatimento che naturalmente si destina al solito tapino squilibrato che cerca di propinare al prossimo la strampalata farneticazione paranoide di turno.
Potete effettuare questo esperimento anche in lingua italiana con soggetti italiani. Dovrebbe funzionare anche in italiano, anche se probabilmente non tanto quanto in inglese. Poiché l’esperimento è ripetibile da chiunque ed i risultati ottenuti in linea di massima si equivarranno per tutti, questa può valere da dimostrazione scientifica del fatto che la parola “cospirazione” ha nel tempo smarrito il suo significato originario, soprattutto nella lingua inglese. Conspiracy ormai non è più un vocabolo serio che voglia dire ciò che il dizionario pretende che esso significhi. Conspiracy è ormai un vocabolo che contiene in sé anche l’accezione della propria falsità. Parlate ad un anglofono (ed in misura minore ad un italiano) di una cospirazione ed egli immediatamente comprenderà che vi state riferendo a qualcosa di falso, un teorema infondato, forse addirittura un delirio paranoico, prima ancora che abbiate iniziato ad esporre la vostra tesi. Se alla parola conspiracy aggiungete anche il vocabolo theory (teoria), la frittata è completa. Il concetto di teoria, associato a quello di cospirazione, suggella in modo pressoché definitivo la falsità di quanto venga ipotizzato. Si scrive Teoria della Cospirazione, si legge Teoria Falsa e Paranoide della Cospirazione.
Per inciso, l’uso stesso della parola “teoria”, associata a cospirazione, è completamente fuori luogo. Le teorie attengono al campo della scienza, ne viene dimostrata l’autenticità o la falsità, ma rimangono teorie anche dopo essere state provate. Come il filosofo Popper insegna, per essere degna di tal nome un teoria deve essere falsificabile, poiché rappresenta solo uno dei possibili modi di interpretare un aspetto della realtà. Quindi, una teoria è per definizione associata ad un senso di provvisorietà. L’idea che in un dato caso criminale possa esserci stata una cospirazione a monte è invece una ipotesi. In casi come questo, la domanda dovrebbe quindi essere non tanto se la teoria della cospirazione è fondata (come potrebbe mai esserlo, dato che non è una teoria?), quanto se l’ipotesi che ci sia stata una cospirazione è vera. Ipotizziamo che ci sia stata una cospirazione, non teorizziamo che essa ci sia stata.
Invece, oggi si parla comunemente, e a sproposito, di teoria della cospirazione.
Tutto ciò è curioso. Per caso o per dolo, il semantema che per secoli o millenni ha significato il concetto di cospirazione adesso virtualmente significa cospirazione immaginaria. Scrivi cospirazione, leggi cospirazione immaginaria. Come è mai potuto accadere qualcosa del genere? E, soprattutto, se mai una cospirazione davvero venisse tramata o messa in atto da qualcuno da qualche parte, come potrebbe mai essere possibile discuterne con lucidità, se il fatto stesso di nominarla si tira dietro il significato della infondatezza di ciò di cui si sta parlando? È perfettamente possibile – e per inciso assai probabile – che tale trasmutazione semantica sia interamente casuale. Tuttavia... non è più affascinante pensare per un attimo – anche solo per gioco o per divertimento intellettuale – che dietro a questo curioso fenomeno possa celarsi un astuto progetto, un diabolico artifizio allo scopo di disarmare i tam tam verbali di coloro che di una importante cospirazione venissero a conoscenza, ovvero – anche se indubbiamente ciò suona fantascientifico – una raffinatissima impalpabile arma di guerra psichica?
Eliminare dal linguaggio i significati che potrebbero venire usati contro di te, sostituendoli con significati infettati con il germe della negazione di loro stessi... Qui siamo in pieno Orwell, ma al quadrato, al cubo... ed in più una vocina maliziosa ci tormenta ricordandoci che la realtà prima o poi supera sempre la fantasia! D’altra parte, non sarebbe questa la ripetizione del solito vecchio trucco? La manipolazione semantica ha già trasformato la parola “pace” in guerra (“le missioni di pace”), la parola “libertà” in una informe creatura tentacolare che ormai non so più bene spiegare neanch’io, e potremmo continuare con gli esempi a lungo.
(Roberto Quaglia)
Proprio Popper ha usato questa espressione nel suo "The open society and its enemies"; in tedesco, Verschwörungstheorie.
ReplyDeleteQui c'è l'estratto, in italiano, del brano in questione: http://tinyurl.com/3bkhwg
In ogni caso Popper ha usato questo termine con cognizione di causa, quindi credo che la sua distorsione sia avvenuta successivamente alla pubblicazione del libro: http://tinyurl.com/2sgye6
E' mia opinione che i grandi cospiratori siano abbastanza bravi ed efficienti; penso inoltre che questi prevedano un 10 per cento di budget per la gestione della "copertura".
ReplyDeleteLa copertura consiste nella creazione artistica di vere prove false o nella falsificazione di prove vere.
Mi posso dannare l'anima e mangiare il fegato per le mie teorie cospirazionistiche (Anno Bisestile, Doppio ostaggio, No Body, Noplane) ma non potrò mai competere contro l'azione di copertura.
Sul palcoscenico posso solo raccontare le mie conclusioni; i cospiratori presentano mille scenette di copertura (tecnica Millefoglie).
Se trovo qualche anima sincronizzata con la mia,tento di co[operativamente-re]spirare gli stessi argomenti fumosi, altrimenti mi dedico ad altre attività più amene.
Gianni Pesce
Sono @lice del Blog Oltrelospecchio!
ReplyDeletehttp://aliceoltrelospecchio.blogspot.com
Proprio per neurtalizzare con l'ironia e l'autoironia le locuzioni della neolingua imperante ho deciso di chiamare la Mailing List allegata al mio blog (che serve sia a discutere gli argo,menti del blog che altri proposti dai lettori) "Teorici del Complotto":
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ciao
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