Di Llewellyn H. Rockwell, Jr.
Strano come il periodo di campagna elettorale conduca al solito dramma politico sulle tasse. I repubblicani hanno imparato per la strada difficile che non dovrebbero mai aumentarle, almeno non in maniera visibile. Accusano i democratici di progettare aumenti segretamente. I democratici negano, ma spostano l'attenzione sul debito crescente e suggeriscono che risolvere il problema richiederà serie misure. Queste serie misure potrebbero comprendere dei sacrifici. Gli elettori sono sospettosi. E così le linee per la battaglia sono tracciate.
Questa osservazione è provocata dal fatto disgustoso che il presidente Bush sta percorrendo il paese dicendo che non aumenterà mai le tasse. Nel frattempo, è uno dei più grandi sperperatori della storia. Quando si tratta della sua guerra, spenderà con noncuranza. È stato lo stesso anche nella spesa domestica, ma per pochi casi di alto profilo in opposizione a programmi che favoriscono i suoi nemici politici.
Se questo fosse il 19° secolo, il dibattito ed il dramma avrebbero un senso. Alcuni politici ritengono che i soldi pubblici siano lì per arraffarli. Altri pensano che la gente debba tenerseli. Così fu.
Ciò che sembra essere una battaglia di ideologia fondamentale e filosofia politica è, invece, una totale illusione nel nostro tempo.
C'è un motivo: la banca centrale. È questa che ha cambiato tutto. Non sono più le tasse il sistema principale con cui il governo federale garantisce la propria liquidità e finanzia il suo impero. Se lo stato dovesse tassarci per tutto quel che spende, il paese sarebbe palesemente e fiscalmente in fallimento anziché essere segretamente e finanziariamente di fatto in fallimento.
Questo è stato parzialmente vero per quasi cento anni, ma le limitazioni alla capacità della Fed di stampare tutto il denaro di cui il governo ha bisogno sono state sistematicamente eliminate, ogni anno di più. Più denaro lo stato necessita, e più chiede alla Fed di eseguire il suo trucco finanziario.
Così oggi ci sono due modi con cui lo stato può sottrarre denaro alla popolazione: rubare o contraffare. La classe politica preferisce il secondo al primo. Qual è il la cosa migliore per il paese e l'economia, le tasse o l'espansione del credito? È una risposta difficile. I repubblicani hanno ragione dicendo che nuove tasse possono causare recessione. I democratici hanno ragione dicendo che il governo semplicemente non può continuare ad accumulare debito per sempre senza preoccuparsi del risultato.
Discutibilmente, l'espansione monetaria è peggiore perché coltiva la menzogna politica per cui lo stato può spendere e spandere quanto vuole e non accumulare mai. Questa è la grande menzogna che le banche centrali permettono. Le menzogne più piccole vengono sotto forma delle promesse di non aumentare le tasse. Bush è il signore di una Fed che continua ad abbassare i tassi di interesse anche di fronte alle ripercussioni delle precedenti espansioni di credito, come quella nel mercato immobiliare.
Infatti, il credito inflazionistico ha un costo. Diminuisce il potere di acquisto del dollaro. Ci rapinano ogni anno e non fa alcuna differenza morale il fatto che ci siamo abituati. Questa pratica provoca inoltre tremende distorsioni economiche. Il credito inflazionistico ha l'effetto di sovvenzionare alcuni settori oltre i livelli sostenibili e genera ondate di errori imprenditoriali (e del consumo). Lo stesso ciclo economico può venir steso direttamente sul portone del tempio del denaro.
Così la vera domanda da porre è: chi vuole fare qualcosa per limitare il potere della Fed? La risposta è nessuno, eccetto Ron Paul. I repubblicani e i democratici amano la Fed per la sua magica capacità di creare risorse dall'aria fresca. È la Fed che garantisce i titoli che il governo utilizza per aumentare il suo reddito. È la Fed che rende possibile per questi titoli di non sopportare alcun genere di rischio poiché, diversamente dal debito delle società private e dei governi locali, sono garantiti contro il fallimento.
Ron Paul porta l'attenzione su questa questione ad ogni stazione della campagna. Questo da solo è la prova che non va dicendo agli elettori soltanto ciò che desiderano ascoltare. Chi vuole sentir parlare della politica monetaria? Ben pochi, finché lui non ne ha fatto una questione.
Ora abbiamo una generazione di giovani che sono improvvisamente informati che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in un sistema che dà alla classe politica ed alla macchina burocratica una cambiale in bianco per fare qualunque cosa vogliano, mentre ancora permette ai repubblicani di fingere di essere conservatori fiscali. Il suo libro The Case for Gold attira sempre nuova attenzione ed è giusto così perché presenta una spiegazione razionale ed un programma per ristabilire una moneta onesta controllata dalla gente e non dal governo.
Qual è l'argomento più forte a favore dell'oro? Che fermerebbe l'inflazione ed il ciclo economico? Questi sono benefici ma non il principale. Il gold standard limiterebbe pesantemente lo stato, e questa è l'essenza della libertà. Forzerebbe la classe politica a venire da noi a chiederci aumenti di imposta ogni qualvolta volesse espandersi e subito dopo la popolazione, con ogni probabilità, direbbe di no. Questa è la ragione per cui i politici odiano l'oro.
Ricordatevi di questo quando il dibattito sulle tasse si infiammerà di nuovo. È vero che nuove tasse sarebbero terribili. Sarebbe anche ottimo tagliare di più le tasse. Ma è inutile parlare soltanto di questa forma di innalzamento del reddito quando l'altra forma continua ad essere il grande, innominabile soggetto della vita politica americana. Se lo stato spende ed accumula debito, verrà il giorno in cui qualcuno dovrà pagare il conto.
Limitando la questione alle tasse, tuttavia, la classe politica prova a tirare una cortina sui vostri occhi. Manteneteli aperti e seguite il denaro alla fonte.
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Llewellyn H. Rockwell, Jr. è presidente del Ludwig von Mises Institute di Auburn, in Alabama, editore di LewRockwell.com ed autore di Speaking of Liberty. Vedi il suo archivio su Mises.org. Mandagli una mail. Commenta sul blog.
Link all'articolo originale.
Strano come il periodo di campagna elettorale conduca al solito dramma politico sulle tasse. I repubblicani hanno imparato per la strada difficile che non dovrebbero mai aumentarle, almeno non in maniera visibile. Accusano i democratici di progettare aumenti segretamente. I democratici negano, ma spostano l'attenzione sul debito crescente e suggeriscono che risolvere il problema richiederà serie misure. Queste serie misure potrebbero comprendere dei sacrifici. Gli elettori sono sospettosi. E così le linee per la battaglia sono tracciate.
Questa osservazione è provocata dal fatto disgustoso che il presidente Bush sta percorrendo il paese dicendo che non aumenterà mai le tasse. Nel frattempo, è uno dei più grandi sperperatori della storia. Quando si tratta della sua guerra, spenderà con noncuranza. È stato lo stesso anche nella spesa domestica, ma per pochi casi di alto profilo in opposizione a programmi che favoriscono i suoi nemici politici.
Se questo fosse il 19° secolo, il dibattito ed il dramma avrebbero un senso. Alcuni politici ritengono che i soldi pubblici siano lì per arraffarli. Altri pensano che la gente debba tenerseli. Così fu.
Ciò che sembra essere una battaglia di ideologia fondamentale e filosofia politica è, invece, una totale illusione nel nostro tempo.
C'è un motivo: la banca centrale. È questa che ha cambiato tutto. Non sono più le tasse il sistema principale con cui il governo federale garantisce la propria liquidità e finanzia il suo impero. Se lo stato dovesse tassarci per tutto quel che spende, il paese sarebbe palesemente e fiscalmente in fallimento anziché essere segretamente e finanziariamente di fatto in fallimento.
Questo è stato parzialmente vero per quasi cento anni, ma le limitazioni alla capacità della Fed di stampare tutto il denaro di cui il governo ha bisogno sono state sistematicamente eliminate, ogni anno di più. Più denaro lo stato necessita, e più chiede alla Fed di eseguire il suo trucco finanziario.
Così oggi ci sono due modi con cui lo stato può sottrarre denaro alla popolazione: rubare o contraffare. La classe politica preferisce il secondo al primo. Qual è il la cosa migliore per il paese e l'economia, le tasse o l'espansione del credito? È una risposta difficile. I repubblicani hanno ragione dicendo che nuove tasse possono causare recessione. I democratici hanno ragione dicendo che il governo semplicemente non può continuare ad accumulare debito per sempre senza preoccuparsi del risultato.
Discutibilmente, l'espansione monetaria è peggiore perché coltiva la menzogna politica per cui lo stato può spendere e spandere quanto vuole e non accumulare mai. Questa è la grande menzogna che le banche centrali permettono. Le menzogne più piccole vengono sotto forma delle promesse di non aumentare le tasse. Bush è il signore di una Fed che continua ad abbassare i tassi di interesse anche di fronte alle ripercussioni delle precedenti espansioni di credito, come quella nel mercato immobiliare.
Infatti, il credito inflazionistico ha un costo. Diminuisce il potere di acquisto del dollaro. Ci rapinano ogni anno e non fa alcuna differenza morale il fatto che ci siamo abituati. Questa pratica provoca inoltre tremende distorsioni economiche. Il credito inflazionistico ha l'effetto di sovvenzionare alcuni settori oltre i livelli sostenibili e genera ondate di errori imprenditoriali (e del consumo). Lo stesso ciclo economico può venir steso direttamente sul portone del tempio del denaro.
Così la vera domanda da porre è: chi vuole fare qualcosa per limitare il potere della Fed? La risposta è nessuno, eccetto Ron Paul. I repubblicani e i democratici amano la Fed per la sua magica capacità di creare risorse dall'aria fresca. È la Fed che garantisce i titoli che il governo utilizza per aumentare il suo reddito. È la Fed che rende possibile per questi titoli di non sopportare alcun genere di rischio poiché, diversamente dal debito delle società private e dei governi locali, sono garantiti contro il fallimento.
Ron Paul porta l'attenzione su questa questione ad ogni stazione della campagna. Questo da solo è la prova che non va dicendo agli elettori soltanto ciò che desiderano ascoltare. Chi vuole sentir parlare della politica monetaria? Ben pochi, finché lui non ne ha fatto una questione.
Ora abbiamo una generazione di giovani che sono improvvisamente informati che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in un sistema che dà alla classe politica ed alla macchina burocratica una cambiale in bianco per fare qualunque cosa vogliano, mentre ancora permette ai repubblicani di fingere di essere conservatori fiscali. Il suo libro The Case for Gold attira sempre nuova attenzione ed è giusto così perché presenta una spiegazione razionale ed un programma per ristabilire una moneta onesta controllata dalla gente e non dal governo.
Qual è l'argomento più forte a favore dell'oro? Che fermerebbe l'inflazione ed il ciclo economico? Questi sono benefici ma non il principale. Il gold standard limiterebbe pesantemente lo stato, e questa è l'essenza della libertà. Forzerebbe la classe politica a venire da noi a chiederci aumenti di imposta ogni qualvolta volesse espandersi e subito dopo la popolazione, con ogni probabilità, direbbe di no. Questa è la ragione per cui i politici odiano l'oro.
Ricordatevi di questo quando il dibattito sulle tasse si infiammerà di nuovo. È vero che nuove tasse sarebbero terribili. Sarebbe anche ottimo tagliare di più le tasse. Ma è inutile parlare soltanto di questa forma di innalzamento del reddito quando l'altra forma continua ad essere il grande, innominabile soggetto della vita politica americana. Se lo stato spende ed accumula debito, verrà il giorno in cui qualcuno dovrà pagare il conto.
Limitando la questione alle tasse, tuttavia, la classe politica prova a tirare una cortina sui vostri occhi. Manteneteli aperti e seguite il denaro alla fonte.
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Llewellyn H. Rockwell, Jr. è presidente del Ludwig von Mises Institute di Auburn, in Alabama, editore di LewRockwell.com ed autore di Speaking of Liberty. Vedi il suo archivio su Mises.org. Mandagli una mail. Commenta sul blog.
Link all'articolo originale.
Contraccambio gli auguri per Natale estendendoli a capodanno...
ReplyDeleteE complimenti anche per questo post.
L'ho letto velocemente, ma già mi piace...
A presto!
I complimenti vanno girati a Lew Rockwell, io l'ho solo tradotto...
ReplyDelete:-)