A corollario del precedente post, e quale metro di paragone, propongo un paio di messaggi del presidente Napolitano. Ognuno giudichi da sé. Il primo è in occasione dell'inizio dell'anno scolastico:
E' cruciale che la scuola riesca ad essere sempre più attraente come produttrice di apprendimento utile, a mostrarsi capace di fornire competenze che aiutino a crescere intellettualmente e a qualificarsi sotto il profilo lavorativo. La scuola deve sempre di più riuscirvi in tutte le regioni d'Italia così da aiutare le ragazze e i ragazzi che vengono dalle famiglie e dalle aree più svantaggiate : aiutarli a superare gli ostacoli che si oppongono alla piena realizzazione dei loro talenti e delle loro aspirazioni. Questa è la concezione del principio di uguaglianza affermata nella nostra Costituzione. Ed è fondamentale che la scuola venga percepita da tutti come il principale motore di uguaglianza.
C'è solo un modo per la scuola di garantire l'uguaglianza universale: livellare tutti verso il basso. Come?
Ci risponde lo stesso Napolitano, con il secondo messaggio, scritto in occasione del convegno annuale “Crescere tra le righe”, promosso dall’Osservatorio permanente Giovani Editori:
Leggere nelle aule scolastiche aiuta a formare la conoscenza, a comprendere meglio l’attualità, a confrontarsi con idee e opinioni differenti, ad ampliare gli orizzonti culturali di quelle che saranno le nuove classi dirigenti. Per questo desidero esprimere il mio sostegno all’interessante progetto nazionale dell’Osservatorio “Il quotidiano in classe”, giunto alla VII edizione, che contribuisce a rendere la lettura dei giornali una componente strutturale del percorso didattico e formativo dei nostri ragazzi.
Che è come dire, visto che comunque i docenti passano il tempo a leggere il giornale, almeno lo facciano leggere anche agli allievi, chissà che non serva ad aumentare la coesione. Per l'appunto, quando tutti sapranno che con il Gatorade e la farina si fanno le bombe e che il biocarburante salva il pianeta, un discreto livello di uguaglianza dovremmo averlo raggiunto.
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