Per chiudere in gloria una settimana piuttosto “demoniaca”, passata tra sette segrete e strani rituali, il dispaccio telepatico da Laputa di questo weekend ci riporta ancora una volta tra le ombre ed i misteri del famoso bosco “boemo”, per scoprire cos'altro si nasconde in quelle fratte.
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Due Titani gemelli (Dollaro e Uranio) che provengono dal medesimo Bohemian Grove.
Di Giovanni Pesce
Non avevo mai pensato che il Dollaro e la Bomba fossero parenti; ma dopo le discussioni di ieri sera al Club di Lower Manhattan mi sono dovuto ricredere prendendo atto di quanto vicine fossero le loro origini.
Il nome dollaro è una modifica fonetica del nome tallero (tallero => dollaro), moneta comune della Mittel-Europa, che era stato coniata, in primis, dagli Asburgo, nei primi anni del 500, utilizzando l’argento di una miniera di St Joachym, località boschiva della Boemia nord occidentale a 6 km dal confine con la Germania.
I primi talleri avevano da una parte l’immagine di St Joachym e dall’altra una croce ed ebbero quel nome tallero in quanto provenienti dalla Valle di St Joachym (St Joachym.sthal => St Joachymsthaller => thaller).
In realtà gli Asburgo volevano fare concorrenza alle monete d’oro i Gulden olandesi e fecero coniare i Joachymsthaller Gulden detti volgarmente talleri, per cercare di farli accettare come sostituti di quelli olandesi. Potrei annoiarvi a morte con le teorie sul signoraggio e sul conio delle monete, ma evito la noiosa questione e cambio argomento.
A St Joachymsthal c’era, all’inizio del secolo scorso, pure l’unica miniera conosciuta di pechblenda ovvero l’uranite ovvero quel materiale che dava origine all’uranio, strumento base per l’atomica. Già Madame Curie fece largo uso di pechblenda per i suoi studi, e così pure tutti gli scienziati atomici degli anni '20 e '30. A lei, Marya Sklodowska Curie, di origine polacche, fu dedicato un altro elemento, che sarà nominato polonio per onorare la sua patria di nascita.
Con la concessione dei Territori abitati dai Sudeti al governo tedesco, nell’autunno 1938, Hitler,occupando il distretto di Karlovy Vary, divenne l’unico possessore di miniere di materiale utile alla produzione dell’atomica.
Al Club di Lower Manhattan ancora si ricordano la fatica sostenuta per far accettare alla comunità mondiale l’esclusiva dell’estrazione dell’uranio a Dr. Hitler; comunque si decise di chiamare l’operazione con il nome di Sudeti proprio per sviare i sospetti.
Il nostro Enrico Fermi aveva ottenuto, in quegli anni, una borsa di studio dalla Fondazione Rockefeller per migliorare gli studi sulla scissione atomica ed il luogo deputato per questi studi era la Germania hitleriana; da questi due elementi si può immaginare che gli appetiti tedeschi sulla regione abitata dai Sudeti comprendessero anche un certo desiderio dell’unico uranio disponibile al mondo e possiamo ipotizzare che la lunga manus della finanza atlantica avesse avuto un ruolo nella vicenda. I giacimenti africano del Congo e della Nigeria (Yellow-cake) ancora dovevano essere scoperti.
Così gli studi delle bombe atomiche tedesche poterono essere portati ad un livello tecnico eccezionale: erano pronte in Germania negli anni 44 e 45 armi atomiche strategiche e tattiche, sia a fusione che a fissione. Era disponibile anche una certa quantità di uranio impoverito, ottimo elemento per bucare le corazze; tralaltro si ipotizza che l’unica bomba tedesca che ha bucato la corazza ed è esplosa all’interno della corazzata italiana “Roma” il 9 settembre 1943, fosse all’uranio impoverito.
Quindi se era disponibile l’uranio impoverito allora a maggior ragione era disponibile in Germania l’uranio arricchito. La comunità scientifica sta incominciando in questi anni a prendere atto dei risultati tedeschi e dei fallimenti tecnici USA nella corsa all’atomica. Ma la finanza USA, con accordi Dulles-Wolff, aggiustò le cose e così la versione ufficiale della Storia ci racconta la favoletta del progetto Manhattan.
Ma perche la Storia ci ha raccontato dei Territori dei Sudeti? Anche in questo caso si è operato un transfert geografico come a Caporetto ed Ustica; nominando il luogo sbagliato si è spostata l’attenzione in aree secondarie che poco centravano con la vera operazione. Nel caso dei Sudeti, la zona geografica che l’Amministrazione Hitler veramente desiderava era parte della Boemia e le Montagne Metallifere; per gli altri Territori abitati dai Sudeti tra la Cecoslovacchia e la Polonia non c’era molto interesse, tant’è che vennero consegnati alla Polonia.
Da sempre i ragazzi del Club si innamorano delle miniere; hanno fatto fuoco e fiamme per impadronirsi del sottosuolo del Congo o del Niger, utilizzando tutti i trucchi del mestiere. Quando poi si parla di materiali strategici, allora il gioco vale la candela ed è permessa pure la guerra; tanto a morire sarà solo la povera gente.
Ancora si discute sullo scherzetto che Rockefeller fece a Nobel per impadronirsi delle concessioni di Baku sul Caspio.
Appena Rocky ebbe le concessioni di Baku, il compagno Koba andò al potere.
I ragazzi del Club, che gente!!!!
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Due Titani gemelli (Dollaro e Uranio) che provengono dal medesimo Bohemian Grove.
Di Giovanni Pesce
Non avevo mai pensato che il Dollaro e la Bomba fossero parenti; ma dopo le discussioni di ieri sera al Club di Lower Manhattan mi sono dovuto ricredere prendendo atto di quanto vicine fossero le loro origini.
Il nome dollaro è una modifica fonetica del nome tallero (tallero => dollaro), moneta comune della Mittel-Europa, che era stato coniata, in primis, dagli Asburgo, nei primi anni del 500, utilizzando l’argento di una miniera di St Joachym, località boschiva della Boemia nord occidentale a 6 km dal confine con la Germania.
I primi talleri avevano da una parte l’immagine di St Joachym e dall’altra una croce ed ebbero quel nome tallero in quanto provenienti dalla Valle di St Joachym (St Joachym.sthal => St Joachymsthaller => thaller).
In realtà gli Asburgo volevano fare concorrenza alle monete d’oro i Gulden olandesi e fecero coniare i Joachymsthaller Gulden detti volgarmente talleri, per cercare di farli accettare come sostituti di quelli olandesi. Potrei annoiarvi a morte con le teorie sul signoraggio e sul conio delle monete, ma evito la noiosa questione e cambio argomento.
A St Joachymsthal c’era, all’inizio del secolo scorso, pure l’unica miniera conosciuta di pechblenda ovvero l’uranite ovvero quel materiale che dava origine all’uranio, strumento base per l’atomica. Già Madame Curie fece largo uso di pechblenda per i suoi studi, e così pure tutti gli scienziati atomici degli anni '20 e '30. A lei, Marya Sklodowska Curie, di origine polacche, fu dedicato un altro elemento, che sarà nominato polonio per onorare la sua patria di nascita.
Con la concessione dei Territori abitati dai Sudeti al governo tedesco, nell’autunno 1938, Hitler,occupando il distretto di Karlovy Vary, divenne l’unico possessore di miniere di materiale utile alla produzione dell’atomica.
Al Club di Lower Manhattan ancora si ricordano la fatica sostenuta per far accettare alla comunità mondiale l’esclusiva dell’estrazione dell’uranio a Dr. Hitler; comunque si decise di chiamare l’operazione con il nome di Sudeti proprio per sviare i sospetti.
Il nostro Enrico Fermi aveva ottenuto, in quegli anni, una borsa di studio dalla Fondazione Rockefeller per migliorare gli studi sulla scissione atomica ed il luogo deputato per questi studi era la Germania hitleriana; da questi due elementi si può immaginare che gli appetiti tedeschi sulla regione abitata dai Sudeti comprendessero anche un certo desiderio dell’unico uranio disponibile al mondo e possiamo ipotizzare che la lunga manus della finanza atlantica avesse avuto un ruolo nella vicenda. I giacimenti africano del Congo e della Nigeria (Yellow-cake) ancora dovevano essere scoperti.
Così gli studi delle bombe atomiche tedesche poterono essere portati ad un livello tecnico eccezionale: erano pronte in Germania negli anni 44 e 45 armi atomiche strategiche e tattiche, sia a fusione che a fissione. Era disponibile anche una certa quantità di uranio impoverito, ottimo elemento per bucare le corazze; tralaltro si ipotizza che l’unica bomba tedesca che ha bucato la corazza ed è esplosa all’interno della corazzata italiana “Roma” il 9 settembre 1943, fosse all’uranio impoverito.
Quindi se era disponibile l’uranio impoverito allora a maggior ragione era disponibile in Germania l’uranio arricchito. La comunità scientifica sta incominciando in questi anni a prendere atto dei risultati tedeschi e dei fallimenti tecnici USA nella corsa all’atomica. Ma la finanza USA, con accordi Dulles-Wolff, aggiustò le cose e così la versione ufficiale della Storia ci racconta la favoletta del progetto Manhattan.
Ma perche la Storia ci ha raccontato dei Territori dei Sudeti? Anche in questo caso si è operato un transfert geografico come a Caporetto ed Ustica; nominando il luogo sbagliato si è spostata l’attenzione in aree secondarie che poco centravano con la vera operazione. Nel caso dei Sudeti, la zona geografica che l’Amministrazione Hitler veramente desiderava era parte della Boemia e le Montagne Metallifere; per gli altri Territori abitati dai Sudeti tra la Cecoslovacchia e la Polonia non c’era molto interesse, tant’è che vennero consegnati alla Polonia.
Da sempre i ragazzi del Club si innamorano delle miniere; hanno fatto fuoco e fiamme per impadronirsi del sottosuolo del Congo o del Niger, utilizzando tutti i trucchi del mestiere. Quando poi si parla di materiali strategici, allora il gioco vale la candela ed è permessa pure la guerra; tanto a morire sarà solo la povera gente.
Ancora si discute sullo scherzetto che Rockefeller fece a Nobel per impadronirsi delle concessioni di Baku sul Caspio.
Appena Rocky ebbe le concessioni di Baku, il compagno Koba andò al potere.
I ragazzi del Club, che gente!!!!
Ancora si discute sullo scherzetto che Rockefeller fece a Nobel per impadronirsi delle concessioni di Baku sul Caspio.
ReplyDeleteSarebbe bello discuterne anche qui: si potrebbe saperne di piu'?
Lo scherzetto consisteva in tre azioni distinte:
ReplyDeletedumping di petrolio Standard Oil, in EurAsia nel 1912
nazionalizzazione temporanea dei pozzi, utilizzando il giovane sindacalista Stalin ed i Soviet di Baku nel 1917
recupero delle concessioni
I Nobel si adirarono un po’ e chiesero aiuto alla Deutche Bank per tentare di riavere i proprio danari.
Da google si estrae:
A Swede named Robert Nobel built a refinery in BAKU on the Caspian sea. He began to produce cheaper and better oil but was shut out of European and world markets by Standard Oil.
Rapid growth in Russian oil production had been achieved despite political upheaval that had enveloped the country since the turn of the century, much of which had been centered in the country’s oil capital, BAKU. Strikes by oil workers had been a regular feature of the protests against the Tsar in 1903 and 1904, and were a major factor in the 1905 revolution, in which the former Josef Dzhugashvili played a significant, anti-Tsarist role. As a result of his revolutionary activity he fostered in BAKU at that time, Dzhugashvili was exiled to Siberia. Later, he would become better known as Josef Stalin.
Non so quanto sia vero, ma più o meno, ci dovremmo essere.
Personalmente penso ad un forte aiuto alla "rivoluzione d'Ottobre".
Ciao Gianni Pesce
Questo è più credibile
ReplyDeleteEnd of an Era
The Nobels were pioneers who worked hard to fulfill their ideas and visions for the company. While they worked intently to solve the technical and logistical problems that came up, it seems they were quite oblivious to the region's social and ethnic unrest, which would eventually lead to a revolution.
At the beginning of the 20th century, political turbulence among the Caucasus' poor and unskilled laborers manifested itself in political strikes, robberies and murders. As agitators such as Koba [Stalin] held secret meetings in the workshops and oil fields, criminal gangs kidnapped and robbed the rich to "sponsor" these political activities. At the time, Russia was in turmoil, and the war with Japan was having a devastating effect. Ethnic conflict spread throughout the Caucasus.
In 1907, four of the Swedes who worked for the Nobel company were murdered. Anders Tauson, Gustaf Adolf Packendorff and two others by the names of Lotberg and Anderson were killed. It's thought that Tauson, head of the Mechanical Workshop in Baku, may have been targeted because he had refused to give the workers piecework, which possibly would have increased their pay. After this incident, some other foreigners opted to leave Baku, fearing for their own safety.
By 1918, the Nobel family had partly fled to Stockholm, having lost all of their Russian assets to the Bolsheviks. As they had no more oil for their European partners, they sold the companies that they still owned in Europe. The Red Army entered Baku in April 1920. A few months later, during the Great Depression, half of the Nobel's oil company shares were sold to Standard Oil in New Jersey, a masterstroke negotiated in New York by Gösta Nobel, Ludvig's youngest son. And the family's economic future was secured.
ciao Gianni