Friday, July 20, 2007

Amman 11/9

Stimolato dall'articolo di Blondet, riposto qui un mio vecchio articolo sul terrorismo creato ad arte dallo stato, scritto dopo l'attentato ad Amman del novembre 2005.

La storia della manipolazione dell'informazione da parte del potere è lunga, ma non c'è dubbio che dal settembre 2001 la propaganda è entrata in una nuova fase, sostituendosi alla realtà stessa. Facilitata chiaramente dall'audience, ormai formata principalmente dalla generazione cresciuta con la televisione, abituata ad affidarsi ad essa per sapere ciò che succede attorno a sé, e sapientemente "preparata" da innumerevoli "reality show": spettacoli che, appunto, presumono di rappresentare la realtà, mentre si tratta di squallida fiction con attori dilettanti. La vecchia Corrida di Corrado, ma senza le scampanate e gli ululati del pubblico (volendo, si può rimediare da casa).

L'attacco all'America dell'11/9 è stato, tragicamente, proprio questo: un reality show in formato kolossal, che ci ha spediti nel tunnel del format "War on Terror" in cui ci troviamo tuttora. Alla serie di immagini molto selezionate dell'11/9 - che, ad uno studio approfondito, rivelano quella sciatteria caratteristica delle produzioni di serie hollywoodiane - alla sceneggiatura raffazzonata da pulp di serie B, hanno fatto seguito due guerre filmate da reporter embedded - seguendo una regia, quindi - la caccia infinita a Bin Laden, decapitazioni e attentati terroristici vari, tutti riportati dai media con la stessa tecnica: poche immagini, solo quelle che possono combaciare con la sceneggiatura (mi viene in mente la decapitazione di Berg: dove il filmato avrebbe contraddetto il racconto, l'immagine scompare); soppressione di ogni altra immagine; spiegazioni pretestuose, basate sul nulla, che si vogliono confermate dalle poche immagini presentate; soppressione di qualsiasi contraddittorio. Si afferma che è stata Al Qaeda ed ecco apparire le rivendicazioni sul web ed ecco foto e footage di arabi bellicosi.

L'ultimo episodio in ordine di tempo pochi giorni fa, ad Amman in Giordania. L'attacco a tre alberghi, frequentati, spiega la versione ufficiale, da molti israeliani. Ecco trovato il movente. Tuttavia, la sfiga di Allah perseguita questi poveri estremisti islamici: dopo aver mancato Rumsfeld nel Pentagono, la totalità dei CEO delle aziende con sede nel WTC, Netanyahu a Londra, anche i turisti israeliani sono riusciti a sfuggire alla furia islamica. Evacuati dalle forze di sicurezza giordane, come riportava Haaretz. Lo stesso Haaretz poi smentisce, ma solo in apparenza: i turisti sono stati evacuati dalla Giordania solo dopo gli attentati. Dalla Giordania, si presume quindi che dagli alberghi siano stati evacuati qualche tempo prima, e il quotidiano non specifica quando, esattamente.

Ad andarci di mezzo sono in realtà una delegazione di funzionari del Ministero della Difesa cinese ed una di funzionari palestinesi, tra cui il capo dei servizi segreti, impegnate in colloqui sull'estensione delle già ben avviate collaborazioni al campo degli armamenti, più diversi diplomatici palestinesi, più un'intera famiglia, sempre palestinese, che stava celebrando un matrimonio.

Dai media pochissimi cenni sulle vittime, spesso i cinesi non vengono neanche citati, altrove diventano "studenti". Non una parola dai palestinesi feriti o scampati alla strage. Subito, la spiegazione: kamikaze. Nonostante
le foto che si possono trovare in rete contrastino totalmente con questa versione. I muri sono intatti, privi anche degli inevitabili schizzi di sangue che un suicida avrebbe dovuto provocare, mentre i soffitti, nella zona delle esplosioni, sono completamente distrutti; anche i primi resoconti confermavano il posizionamento dell'esplosivo nei controsoffitti, salvo poi segnalare later reports secondo cui un suicide bomber si sarebbe fatto saltare in aria.

Ma di tutto ciò niente arriva al grande pubblico, per il quale è già pronta la scena madre: una kamikaze che non ha funzionato, viva, in tv, e con la cintura esplosiva in bella mostra, "prova" vivente della veridicità della versione ufficiale. La polizia afferma di averla arrestata dopo due giorni e, meraviglia, dopo due giorni ancora con la cintura esplosiva addosso (“senza mi sento nuda, non riesco più a dormire, pare abbia dichiarato). E questa è l'unica prova di cui noi, il pubblico di questa rappresentazione, possiamo venire a conoscenza, uno spezzone video con una signora musulmana, oltre ovviamente alla parola dei "pubblici ufficiali". La fiction di stato continua, imperterrita. Ha sempre meno contatti con la realtà, e da tempo ormai, eppure per tutti - o quasi - continua ad essere la realtà. Sembra incredibile, ma se l'ha detto la televisione...

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