Sunday, July 15, 2007

Vivere in emergenza

It [the State] has taken on a vast mass of new duties and responsibilities; it has spread out its powers until they penetrate to every act of the citizen, however secret; it has begun to throw around its operations the high dignity and impeccability of a State religion; its agents become a separate and superior caste, with authority to bind and loose, and their thumbs in every pot.
But it still remains, as it was in the beginning, the common enemy of all well-disposed, industrious and
decent men.

Henry L. Mencken, 1926

L'intervista a Shikwati propone davvero una gran quantità di spunti che vale la pena di analizzare. Ho voluto controllare ad esempio le sue affermazioni sull'AIDS, e con un veloce giro su Google ho potuto constatare la loro solidità. Ciò che è più interessante è che molti articoli sull'esagerazione delle stime sul numero di infettati sono vecchi di anni, ma ciò non ha impedito alla macchina propagandistica dei media a larga diffusione di continuare con il loro pietismo peloso a strombazzare l'emergenza AIDS in Africa. Leggiamo ad esempio su Afrol News un articolo del 2004:
Anche oggi, “persone con per esempio diarrea continua, perdita di peso ed prurito [in Africa! NdT] sono dichiarati infetti dall'AIDS. Ma anche sintomi tipici della tubercolosi – febbre, perdita di peso e tosse – vengono considerati ufficialmente come AIDS, anche senza una test del HIV,” sostiene lo specialista austriaco. [...]

Lo scrittore sudafricano Rian Malan in un articolo recente sulla pubblicazione inglese “Spectator” giunge a conclusioni simili per quanto riguarda la pandemia di AIDS in Africa del Sud. Nel suo articolo “l'Africa non sta morendo di AIDS,” Malan reagisce alle dichiarazioni di UNAIDS secondo cui quasi 30 milioni di africani hanno contratto HIV/AIDS.

Ma, dice Malan, “le stime sono valutazioni generate da computer e sembrano grottescamente esagerate quando le si confronta con le statistiche della popolazione.” Nel Botswana, il paese con la più alta prevalenza di AIDS del mondo, parecchi rapporti suggerivano che la popolazione era calata attualmente da 1.4 milioni del 1993 a meno di un milione, a causa della pandemia di AIDS.

Non è vero, dice Malan. “Il Botswana ha appena concluso un censimento che mostra che la popolazione cresce di circa il 2.7 per cento l'anno, nonostante ciò che è solitamente descritto come il più grave problema AIDS del pianeta. La popolazione totale è aumentata a 1.7 milioni in una sola decade. Semmai, il Botswana sta sperimentando un'esplosione demografica minore,” conclude lo scrittore sudafricano.
Ma come dice Shikwati, L'AIDS è un big business, e sicuramente l'UNAIDS ha molti motivi perché rimanga tale, con la fervente complicità dei governi africani che continuano a ricevere montagne di denaro, e degli stati occidentali che possono procedere con il lavaggio del cervello sistematico delle loro popolazioni. Non è un mistero, infatti, che la proclamazione di continue emergenze sia uno dei cardini dell'esercizio del potere statale, che ha l'assoluta necessità di mantenere i sudditi in una condizione infantile, ovvero di chi non è in grado di gestirsi e di affrontare la vita autonomamente, così da poter presentare se stesso come benevolo genitore che riassume in sé tutte le responsabilità un tempo affidate all'iniziativa degli individui ed alla loro libera collaborazione. Come scriveva Albert Jay Nock:
In effetti (tranne per determinate imprese istituzionali come gli ospizi per i vecchi, i manicomi, gli ospedali cittadini e le case dei poveri della contea) la miseria, la disoccupazione, la “depressione” e simili mali, non erano preoccupazione dello stato, ma venivano alleviati dall'applicazione del potere sociale. Sotto Roosevelt, tuttavia, lo stato ha assunto questa funzione, annunciando pubblicamente la dottrina, del tutto nuova nella nostra storia, che lo stato deve ai suoi cittadini una vita. Gli studiosi di politica, naturalmente, videro in questo soltanto una astuta proposta per un aumento prodigioso del potere dello stato; semplicemente ciò che, già nel 1794, James Madison chiamava “il vecchio trucco di trasformare ogni contingenza in una risorsa per accumulare forza nel governo”; e il tempo gli ha dato ragione. L'effetto di questo sull'equilibrio tra il potere dello stato e il potere sociale è chiaro così come il suo effetto di generale indottrinamento con l'idea che l'esercizio del potere sociale su tali questioni non è più richiesto.

È in gran parte in questo modo che la conversione progressiva del potere sociale in potere dello stato diventa accettabile e si fa accettare. Quando ci fu l'inondazione di Johnstown, il potere sociale immediatamente si mobilitò ed applicò con intelligenza e vigore. La sua abbondanza, misurata solo in denaro, fu così grande che quando tutto infine ritornò all'ordine, era avanzato qualcosa come un milione dollari. Se una tal catastrofe accadesse oggi, il potere sociale non sarebbe solo forse troppo svuotato per una simile mobilitazione, ma l'istinto generale sarebbe di lasciare che lo stato provveda. Il potere sociale non si è solo atrofizzato in tale misura, ma la disposizione stessa ad esercitarlo in quella particolare direzione si è atrofizzata con esso. Se lo stato ha messo tali questioni tra i suoi affari ed ha confiscato il potere sociale necessario per occuparsene, allora lascia che se ne occupi lui. Possiamo ottenere un certo genere di misura approssimativa di questa generale atrofia della nostra stessa disposizione quando ci si avvicina un mendicante. Due anni fa avremmo potuto essere mossi a compassione e gli avremmo dato qualcosa; oggi lo indirizzeremmo all'agenzia di soccorso dello Stato. Lo Stato ha detto alla società, non state esercitando abbastanza potere per affrontare un'emergenza, o la state esercitando in un modo che io giudico incompetente, quindi confischerò il vostro potere e lo eserciterò così come mi soddisfa. Quindi quando un mendicante ci chiede un ventino, il nostro istinto è di rispondere che lo Stato ha già confiscato il nostro ventino per il suo bene e che per questo dovrebbe rivolgersi allo Stato.
Non è esattamente il comportamento infantile dei sudditi, ciò che lo stato ha ottenuto arrogandosi la responsabilità e la solidarietà naturalmente innate di ciascun uomo verso il suo prossimo? E non è la stessa coscienza del fatto che responsabilità e solidarietà sono qualità intrinseche dell'essere umano ad essere stata rimossa dall'indottrinamento statale? Eppure lo stato non ha inventato niente, si è solo impadronito delle funzioni derivanti da quelle qualità, e le ha dichiarate obbligatorie per legge, distorcendone il senso. Così si passa da un'emergenza all'altra, e diventa facile per lo stato coltivare la paura e diffondere l'insicurezza in un popolo che, sollevato dalla responsabilità, non riesce a maturare, e da uno spavento all'altro si consegna sempre più nelle mani dell'onnipotente genitore. La prossima fase è già in pieno svolgimento, e guardare alla storia dovrebbe aiutare ad identificarla:
Subito dopo la salita al potere, Hitler (o, per essere più precisi, subito dopo che il potere gli fu offerto) proclamò, il 28 febbraio 1933, il decreto per la Protezione della Nazione e dello Stato. Questo decreto sospendeva tutti gli articoli della Costituzione di Weimar che mantenevano le libertà individuali. Poiché questo decreto non fu mai revocato, possiamo dire che l'intero terzo Reich da un punto di vista legale fu uno stato d'emergenza lungo dodici anni. Ed in questo senso possiamo definire il totalitarismo moderno come l'istituzione, per mezzo di uno stato d'emergenza, di una guerra civile legale che consente l'eliminazione non solo degli avversari politici, ma di intere categorie di popolazione che resistono all'integrazione nel sistema politico. Così la creazione intenzionale di uno stato d'emergenza permanente è diventata una delle misure più importanti degli Stati contemporanei, democrazie incluse. Ed ancora, non è necessario che uno stato d'emergenza sia dichiarato nel senso tecnico del termine.
Fin troppo facile il parallelo tra l'incendio del Reichstag e l'11 settembre, tra il decreto di Hitler e il Patriot Act: lo stato giustifica se stesso e la sottrazione delle libertà civili attraverso la creazione di emergenze sempre più vaste e gravi, e quando l'emergenza finisce per essere totale, la sua unica, inesorabile soluzione è la sicurezza totale: i quattro muri di una prigione.

8 comments:

Iuticohen said...

A proposito di Aids, di questo cosa dici?

Kary Mullis - premio Nobel nel 1993 per la chimica per aver inventato uno strumento fondamentale di analisi del DNA, la PRC - racconta che nel 1988 stava preparando una relazione in cui doveva giustificare l'affermazione "l'HIV causa l'AIDS". Essendo un'affermazione importante, decise di citare il lavoro che lo dimostrava, e domandò ai suoi colleghi quale fosse il riferimento bibliografico più opportuno. Gli risposero che era una cosa nota, e che non era necessario. Ma lui non desistette, e lo cercò nella biblioteca. Nulla. Allora cominciò a chiederlo a tutti i congressi a cui andava, ma nessuno seppe rispondergli; finché non gli capitò di domandarlo addirittura a Luc Montagner, il co-scopritore dell'HIV. Montagner, sorpreso, gli disse di citare un certo studio. Mullis rispose che quello studio non si occupava di quella dimostrazione. "No, in effetti", disse Montagner. Guardandosi attorno per trovare una via d'uscita, disse "perché non cita quel lavoro sul retrovirus della scimmia?" "Ma quello che succede alle scimmie non prova quello che cerco io. E poi si tratta di un lavoro uscito pochi mesi fa. Io cercavo il lavoro originale che dimostrò per la prima volta il legame tra AIDS e HIV nell'uomo". A quel punto Montagner corse a salutare un collega che aveva visto da un'altra parte della sala. Nemmeno lo scopritore dell'HIV sapeva indicare chi avesse dimostrato che esso causava l'AIDS; non lo hanno fatto né lui né Gallo. La domanda di Mullis è ancora lì, irrisolta, su Internet.

Paxtibi said...

L'avevo già letto, ma non ho le necessarie conoscenze mediche per poter giudicare con sicurezza.
Di certo c'è che l'affaire AIDS puzza da lontano come una vacca morta ad agosto, e la storia delle stime esagerate lo conferma.

Anonymous said...

Atrofizzazione del potere sociale, dell'intelletto e del poter pensare. L'affermazione che un "mondo" diverso da questo non potrebbe funzionare è dato proprio da questa atrofizzazione. In ogni discussione lo stato è sempre tirato in ballo al fine di risolvere qualsiasi faccenda. Abbastanza triste direi.

Paxtibi said...

Appunto: un popolo di bambini.
Non dovrebbe sorprendere quindi se l'attività preferita del popolo è l'acquisto compulsivo di sempre nuovi giocattoli, anche a costo di indebitarsi, irresponsabilmente.
Se ci rifletti su, già questo spiega almeno in parte il "consumismo sfrenato", altro che risultato del capitalismo: nasce proprio dall'incapacità di immaginare un uso costruttivo e responsabile del frutto del lavoro, un atteggiamento tipico dei bambini, che non hanno il senso del futuro ma vivono un eterno presente.

H.I.M. said...

In questi giorni sto attentamente osservando quel che accade in TV. Alcuni canali, MTV e SKY in particolar modo, che si sono guadagnati l'appellativo di "autorevoli" perché considerati lontani dal mainstream, propongono programmi che non ho remore a definire terroristici.
SKYTG 24, il venerdì sera, se non erro, manda in onda un programma di approfondimento sulla situazione climatica che diffonde notizie raccapriccianti, fasulle, a-scientifiche e, ça va sans dire, prive di uno straccio di contraddittorio.
MTV, dal par suo, rincitrullisce la testa dei ragazzi con spot allucinanti secondo cui risparmiando l'acqua in casa si possono aiutare i popoli dell'Africa. Come? Non è dato sapersi.
Tutto molto grave e questa sull'AIDS non fa che confermare la teoria secondo cui stiamo subendo un totale lavaggio del cervello per assecondare gli interessi dei big della Farmacrazia, come la definì Thomas Szasz, psichiatra libertario, e che ci sta conducendo dritti nel mondo immaginato (ma neache tanto) da scrittori come Crichton.

Sull'infantilismo degli statalisti tempo fa scrissi una specie di decalogo, se interessa lo trovi qui:

http://azioneumana.blogspot.com/2007/02/gli-statalisti-non-cresceranno-mai.html


Nel frattempo, poiché "avverto una certa affinità" come direbbe "V", sia col tuo avatar (quando usi Drugo) sia ovviamente col tuo blog, ho pensato di linkarti, che dici? :)

Paxtibi said...

Benvenuto H.I.M: il decalogo è perfetto, direi geniale, è proprio quello che intendevo.
Questa parte poi:

I bambini credono che chi non vuole giocare con loro sia cattivo.
Gli statalisti pensano che chi non vuole partecipare al loro gioco sia cattivo.


è davvero illuminante, è lo specchio di decine di discussioni inutili e senza sbocco fatte nei forum.

Se si vuole ottenere qualcosa, forse bisognerebbe riuscire a parlare come si fa con i bambini, con il linguaggio delle favole, proprio come fa la tv.

Ricambio volentieri il link, l'affinità è evidente, ho visto che anche sui film abbiamo gli stessi gusti...
;-)

H.I.M. said...

Forse è per questo che da un po' di tempo sono interessato all'editoria per ragazzi! :D

Anonymous said...

Io anche scrissi un post sull'AIDS, basato sul libro di Peter Duisberg, che racconta come l'AIDS inteso come sindrome da immunodeficienza acquisita, non sia correlato al virus dell'HIV.
Se vi interessa, questo è il link all'articolo.
http://www.libertysoldier.splinder.com/post/11059770/AIDS+Il+virus+inventato

Dopodiché, oltre a dirti che mi trovo daccordissimo col post, e che la vita in emergenza è la stessa che teorizza Orwell in 1984, che più che un romanzo è una stringente analisi della realtà.
Il patriot act ne è in effetti un esempio lampante.

Poi ti linko perché mi piace moltissimo quello che scrivi:)