Friday, October 31, 2008

Mercato geneticamente modificato

Il giornale inglese The Independent on Sunday ha reso noti i contenuti di documenti relativi ad una serie di meeting tra i rappresentanti di 27 governi europei riunitisi per discutere su come spingere l'introduzione di OGM e su come affrontare la resistenza del pubblico in proposito. Ora, in linea di principio non ci sarebbe motivo di opporsi alla coltivazione di organismi geneticamente modificati, ma è chiaro che il fatto che i nostri benefattori si riuniscano per decidere come imporci le loro decisioni – “per il nostro bene” – giustifica senz'altro qualche sospetto.

Soprattutto considerati gli interessi in gioco, e la semi-segretezza in cui queste riunioni si sono svolte. Leggiamo dall'Independent:
Le riunioni segrete sono state convocate da Jose Manuel Barroso, il presidente pro-GM della Commissione e sono state presiedute dal suo capo di Gabinetto, Joao Vale de Almeida. Ai primi ministri di ciascuno dei 27 stati membri dell'UE è stato chiesto di nominare un rappresentante speciale.

Nè l'insieme dei membri del gruppo, nè i suoi obiettivi, né i risultati delle sue riunioni sono stati resi pubblici. Ma l'IOS [The Independent on Sunday]ha ottenuto i documenti confidenziali, compreso un elenco delle presenze e le conclusioni delle due riunioni tenute finora – il 17 luglio ed appena due settimane fa il 10 ottobre – scritte dal presidente.

La lista mostra che il presidente francese Nicolas Sarkozy ed il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno mandato stretti collaboratori. La Gran-Bretagna è stata rappresentata da Sonia Phippard, direttore per l'alimentazione e l'agricoltura al ministero dell'ambiente, degli alimenti e degli affari rurali.
Sappiamo che i prodotti modificati devono essere approvati dall'UE prima di poter essere seminati o venduti in Europa. Questa è ovviamente una limitazione arbitraria e indebita, ma lo è altrettanto il fatto che le multinazionali biotech detengano i brevetti sulle proprie sementi, obbligando gli agricoltori a riacquistarle ogni anno come già accade in Iraq, dove l'Ordine 81 prevede che
Per qualificarsi per la PVP [protezione di varietà vegetale], i semi devono rispondere ai seguenti test di verifica: devono essere “nuovi, distinti, uniformi e stabili.”
E come spiega Jeffrey Smith, autore di Order 81: Re-Engineering Iraqi Agriculture:
è impossibile per i semi sviluppati dalla popolazione irachena rispondere a questi test di verifica. I loro semi non sono “nuovi” poiché sono il prodotto di millenni di sviluppo. Né sono “distinti.” Il libero scambio dei semi esercitato per secoli assicura che le caratteristiche siano disperse e condivise nelle varietà locali. E sono l'opposto di “uniformi” e “stabili” per la natura stessa della loro biodiversità.
Quindi quello che viene spacciata come una protezione della varietà vegetale, e come un progresso per il libero mercato, è in realtà tutto il contrario: ciò che si vuole ottenere è un'uniformità delle sementi e la fine del libero scambio tra agricoltori con i benefici che ne derivano per la ricchezza loro e della varietà biologica. Il tutto a vantaggio di un unico fornitore – la Monsanto, in questo caso – che ottiene così una posizione di monopolio.

Anche in questo campo l'intervento dello stato – in due fasi: la concessione e protezione dei brevetti, e la regolamentazione dell'agricoltura – riesce a provocare una vera e propria modificazione genetica del mercato togliendo ai produttori la libertà e la responsabilità di scegliere cosa e come produrre, e ai consumatori il diritto di decretare il successo o meno di un particolare prodotto, a esclusivo vantaggio di un ristretto gruppo privilegiato.

Thursday, October 30, 2008

Rovine di un impero

Detroit era un tempo il cuore pulsante dell'impero, la città natale della classe media americana, la fonte del sogno made in USA. Oggi è solo la base d'argilla di un colosso pericolante, la prova visibile che la produzione non si può stampare, e che la ricchezza senza produzione reale è solo un'illusione, un trucco da prestigiatori.

Wednesday, October 29, 2008

Una risata ci seppellirà

Un gruppo di ricercatori del King College di Londra ha sottoposto 800 bambini tra i 13 e i 14 anni ad una serie di test per misurare la loro comprensione di concetti scientifici astratti quali volume, densità, quantità e peso. I risultati, confrontati con quelli di un simile esercizio eseguito nel 1976, hanno riservato una brutta sorpresa:
In una prova conosciuta come la prova del pendolo appena poco più di uno su dieci ha raggiunto il punteggio più alto che richiedeva un “più alto livello di pensiero,” un calo significativo dal risultato del 1976 di uno su quattro.

In una seconda prova, che ha valutato l'abilità di pensiero matematico, uno su cinque ragazzi aveva ottenuto i più alti punteggi nel 1976 mentre la cifra dallo studio più recente è stata soltanto di uno su 20. Ma il successo medio è risultato simile in adolescenti da entrambe le generazioni.
Il professor Michael Shayar, che ha condotto lo studio,
crede che il declino nelle capacità intellettuali sia accaduto durante gli ultimi 10 - 15 anni e potrebbe essere un risultato dei programmi nazionali di studi che fanno esercitare i bambini su test così come i cambiamenti nelle attività di svago dei bambini, come un aumento nei giochi elettronici e nelle ore alla televisione.
Ora, non c'è dubbio che i programmi educativi statali non siano esattamente il metodo ideale per coltivare l'intelligenza nei bambini, e che anzi siano uno strumento perfetto per livellare le differenze verso il basso, ma pare che per gli ingegneri sociali d'oltremanica questo non sia abbastanza. Infatti, sempre in Inghilterra, si sta pensando ormai da diversi mesi di fluorizzare l'acqua, come accade in America, mentre a Sheffield già lo si aggiunge al latte che le scuole offrono agli alunni.

Lo scopo, naturalmente, è umanitario: proteggere i denti dei bambini meno abbienti, nonostante le proprietà di protezione dalla carie del fluoro rimangono ancora largamente disputate. In compenso, ad essere invece provati da una lunga serie di studi sono gli effetti collaterali di questo agente chimico, che anche in piccole dosi si accumula nell'organismo. Leggiamo da una ricerca americana del febbraio di quest'anno:
“Sappiamo che l'eccessiva ingestione di fluoro abbassa i livelli dell'ormone tiroideo, cosa particolarmente critica per le donne con ipotiroidismo infraclinico; bassi livelli materni della tiroide interessano avversamente lo sviluppo neurologico fetale,” segnala un prestigioso comitato di scienziati e professionisti del settore medico-sanitario in una Dichiarazione di Consenso Scientifico sugli agenti ambientali connessi con i disordini nello sviluppo neurologico.

Studi da essi esaminati ed altri collegano il fluoro alle anomalie del cervello e/o ai deficit di quoziente d'intelligenza.

“La domanda è quale livello di esposizione provoca gli effetti nocivi ai bambini. La preoccupazione primaria sono gli itinerari multipli dell'esposizione, dall'acqua potabile, dagli alimenti e dai prodotti di cura dentale, che possono provocare un'esposizione cumulativa al fluoro sufficiente per causare effetti sullo sviluppo,” scrivono.

Gli autori avvertono che “date le gravi conseguenze del LDDs [inabilità dell'apprendimento e dello sviluppo], un approccio precauzionale è consigliato per proteggere i più vulnerabili della nostra società”
Ma tali preoccupazioni non sembrano turbare i funzionari di governo britannici, irremovibili nella loro “guerra alla carie” che promette ai cittadini un futuro di sorrisi splendenti a trentatré denti. Che ci sarà da ridere, con questi chiari di luna, non si sa, ma dato che risus abundat in ore stultorum possiamo a buona ragione immaginare che l'istupidita umanità del futuro sarà – finalmente – felice e sorridente. I nostri benefattori lavorano per questo.

Tuesday, October 28, 2008

L'etica della produzione dei soldi

Il Mises Institute ha pubblicato il nuovo libro di Jorg Guido Hulsmann: The Ethics of Money Production.

Questa opera di Jorg Guido Hulsmann, professore di economia all'università di Angers in Francia e autore di Mises: The Last knight of Liberalism, è oggi il primo studio completo su una questione estremamente importante: l'etica della produzione dei soldi.

Ne parla non nel senso colloquiale della frase “far soldi,” ma piuttosto in quello della produzione reale di soldi come merce nell'intera vita economica. La scelta dei soldi che utilizziamo negli scambi non è qualcosa che debba essere stabilito e fissato dal governo.

Infatti, la sua tesi è che un monopolio di governo sulla produzione e sull'amministrazione dei soldi non ha affatto una base etica o economica. Le leggi del corso legale, le garanzie di prestiti, le assicurazioni sui deposito fondate dalle tasse e l'intero apparato che sostiene i sistemi monetari nazionali, è del tutto ingiustificato. I soldi, sostiene, dovrebbero essere un bene privatamente prodotto come qualsiasi altro, come i vestiti o gli alimenti.

Argomentando in questa maniera, disputa secoli di assunti sulla moneta su cui si discute raramente. La gente suppone semplicemente che il governo o le banche centrali che operano sotto controllo statale dovrebbe gestire la moneta. Hulsmann esplora il pensiero monetario dal mondo antico ai tempi moderni passando per il Medioevo per mostrare che i monopolisti sbagliano. C'è un argomento convincente sia in termini economici che etici per l'idea che la produzione dei soldi dovrebbe essere interamente privata.

Attacca i fautori della “stabilizzazione” per mostrare che la gestione governativa non conduce alla stabilità ma all'inflazione e all'instabilità. Continua smontando persino la teoria della stabilizzazione, dicendo che il valore dei soldi dovrebbe essere governato dal mercato, e che i costi connessi con la produzione privata sono in realtà un vantaggio. Descrive il declino della moneta una volta nazionalizzata, dalla contraffazione legalmente sanzionata alla creazione di soldi di carta fino all'iperinflazione.

Nella sua analisi normativa, l'autore deve molto alle scritture monetarie del vescovo Nicola d'Oresme del XIV secolo, i cui testi monetari sono stati trascurati anche dagli storici del pensiero economico. Sostiene in modo convincente che “i soldi di carta non sono mai stati introdotti con la cooperazione volontaria. In tutti i casi conosciuti sono stati introdotti con coercizione e costrizione, a volte con la minaccia della pena di morte. … I soldi di carta per loro natura comportano la violazione dei diritti di proprietà con il monopolio e i privilegi del corso legale.”

Questo è l'intero libro in forma digitale.


Monday, October 27, 2008

Un tempo da lupi

“They will come to learn in the end, at their own expense, that it is better to endure competition for rich customers than to be invested with monopoly over impoverished customers.”
(Frederic Bastiat)
Se buttate pezzi di carne ad un branco di lupi affamati li vedrete accorrere da ogni direzione, eventualmente lottando tra loro per disputarsi le parti migliori. È chiaro però che questo “pasto gratis” non risolve il loro problema se nella foresta c'è poca selvaggina, ed il cacciarla è diventata un'impresa ardua: anzi, una volta rifocillati, essi vagheranno nei dintorni in attesa della prossima abbuffata, perdendo ulteriormente interesse e istinto nel difficile compito di lottare per la sopravvivenza.

Questo è esattamente ciò che sta accadendo con il piano di salvataggio varato dal governo USA, il pasto gratis offerto ad un branco di lupi sfiatati e semi-domesticati sempre più incapaci di competere nel loro ambiente naturale, il libero mercato. Lobby di ogni genere, dalle assicurazioni alle fabbriche di automobili alle filiali americane di banche straniere, tutti vogliono una fetta del più grande salvataggio governativo nella storia degli Stati Uniti. Leggiamo infatti su AP che
La Tavola Rotonda di Servizi Finanziari ha scritto venerdì ai funzionari del Tesoro chiedendo che l'iniziativa per comprare 250 miliardi di dollari in azioni bancarie si allarghi agli assicuratori, alle aziende automobilistiche, ai trader di titoli ed alle filiali statunitensi delle aziende straniere, comprese le banche.
Ma come le difficili stagioni sono il sistema che la natura usa per selezionare i lupi più forti e renderli sempre più capaci di sopravvivere, così le recessioni economiche permettono al mercato di liberarsi delle imprese improduttive rinforzando le meglio gestite. Almeno questo è ciò che accade quando un elemento esterno interviene intralciando il corso naturale degli eventi e impedendo la salutare selezione dei migliori.

Il risultato di tale interferenza non può essere altro che il progressivo indebolimento della specie, una degenerazione che trasforma il mercato da produttivo a parassita, fino a che le risorse disponibili non saranno finite: a quel punto senza un vero mercato, con la funzione imprenditoriale ridotta ad una dipendenza dal soccorso statale e il sistema dei prezzi dissolto dalla domanda drogata dal credito facile, il crack sarà totale e praticamente irreversibile.

I lupi saranno trasformati in cagnolini da salotto, incapaci di sopravvivere se non in cattività. Ma con cosa li nutrirà allora il padrone governativo?

Saturday, October 25, 2008

Angeli e custodi

Coltivare il senso di impotenza nell'individuo è senz'altro uno dei sistemi migliori per reprimere sul nascere la sua volontà di ribellione, e se nell'antichità questo risultato lo si otteneva elevando l'autorità al rango di semi-dio, oggi la tecnologia permette metodi più diretti e anche più grezzi: la visione periodica della potenza distruttiva delle moderne macchine da guerra a disposizione dello stato – macchine costruite con i soldi del contribuente, per inciso – infonde con efficacia un senso di inferiorità e un timore in grado di smorzare qualsiasi velleità di indipendenza fin dal subconscio. Ed è in effetti inutile nasconderselo: non è possibile pensare di opporsi all'oppressione dello stato senza prendere in considerazione il potenziale di morte e distruzione che gli abbiamo permesso di accumulare.
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L'assedio di San Francisco


Di Butler Shaffer


Recentemente sono stato una domenica a San Francisco, e la mia visita ha coinciso con l'annuale "Settimana della Flotta” in cui la Marina degli Stati Uniti mostra parte del suo arsenale di distruzione. La parte più fastidiosa di questa dimostrazione consisteva nel prolungato rombare sulla città di almeno cinque cacciabombardieri FA-18 “Blue Angels.” Non era uno di quei comuni air-show condotto in una base aerea dove Boobus Americanus può pagare un biglietto per assistere: a San Francisco, gli spalti erano l'intera. Che vi interessasse godervi l'attacco simulato o meno, vi toccava comunque sopportare ogni genere di suono stridente, ruggente e spaccatimpani– con un boom sonico occasionale buttato lì per buona– misura mentre questi aerei volavano a livello dei tetti per alcune ore. Abbiamo dovuto proteggerci le orecchie mentre queste minacce urlanti passavano a cento piedi dalle nostre teste. Questi aerei volano in formazione molto stretta – si vantano di mantenere di diciotto-pollici di separazione l'uno dall'altro – che, in alcune passate occasioni, hanno condotto a scontri mortali. Se fosse accaduto a San Francisco quel giorno, centinaia di persone innocenti avrebbero potuto aggiungersi alla crescente lista di vittime sacrificabili della potenza aerea americana nel mondo intero. La natura irresponsabile di questa impresa era evidente per ogni osservatore intelligente.

Caratterizzare questa dimostrazione aerea come forma di intrattenimento sarebbe fraintenderne lo scopo progettato. Come le annuali parate militari del Primo di Maggio condotte dal governo sovietico, l'obiettivo di questa esercitazione era di ricordare al popolo la sproporzione di potere che lo stato esercita su di esso. Se per qualche ragione dovessi nutrire sentimenti di disobbedienza all'autorità statale, questo è ciò che i funzionari di governo hanno a loro disposizione per rimetterti in riga. In un momento in cui è stato reso noto che un grande corpo di truppe americane era stato riportato dall'Iraq per schierarlo nelle città americane, la presenza di tale armamentario della Marina ha rinforzato l'intimidazione. La minaccia del presidente Bush ai membri del Congresso – come segnalato da uno di essi – di imporre la legge marziale se l'infame misura corporativa “di salvataggio” non fosse passata, ha dimostrato l'efficacia di minacciare la gente con la violenza.

La guerra da lungo tempo ha cessato di essere solo un confronto fra forze militari in competizione. I giorni in cui le comuni persone organizzavano i loro picnic sui pendii delle colline che circondavano i campi di battaglia per gustare il reciproco massacro organizzato dell'esercito della Bassa Ruritania con le forze della Slobovia (e viceversa) sono incastonati nel nostro passato. Almeno dalla guerra civile americana, le operazioni militari si sono espanse molto al di là degli attacchi alle fortificazioni, ai depositi di munizioni, alle vie di rifornimento e ad altri strumenti di guerra. La popolazione in generale – quella che agli statisti piace definire la “cittadinanza” – è diventata l'obiettivo preferito, specialmente quella che si riunisce in città importanti. Coloro che una volta pensavano che le aree urbane avrebbero assicurato sicurezza dagli attacchi militari, ora si trovano a considerare i vantaggi dell'isolamento in zone scarsamente popolate.

Le guerre condotte dagli stati e le pratiche di genocidio che hanno consumato circa 200.000.000 di vite nel ventesimo secolo, non sono state dirette solo alle truppe militari, ma a vaste popolazioni. Così città militarmente insignificanti quali Dresda e Wurzburg furono rase al suolo dai bombardieri britannici ed americani in incursioni che uccisero decine di migliaia di persone. L'attacco a Dresda venne difeso, dal celebre criminale di guerra della RAF, sir Arthur “Bomber” Harris, sulla base che non erano rimaste altre città da bombardare! Il “blitz” notturno a Londra dei bombardieri tedeschi servì lo stesso fine della diffusione del terrore fra la gente comune. Allo stesso modo, i bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki furono eseguiti per lo scopo primario di impressionare l'Unione Sovietica sulla natura dell'armamento posseduto dagli Stati Uniti. Chiunque sia il responsabile degli attacchi del 9/11 aveva lo scopo di terrorizzare gli americani comuni – sul loro posto di lavoro – piuttosto che di immobilizzare o distruggere delle installazioni militari.

Gli americani con la bandiera in mano non possono negare lo scopo d'ispirazione di terrore della guerra. I bombardamenti iniziali di Bagdad da parte degli Stati Uniti sono stati effettuati sotto la denominazione “Shock e Timore,” un'ammissione che –il suo scopo era di terrorizzare le popolazioni locali, non attaccare obiettivi militari. Per quali altri obiettivi diversi dall'indurre il terrore fra la gente innocente potrebbero servire tali bombardamenti continui e potenti?

Anche se i san franciscani non hanno sperimentato la morte e la devastazione sperimentate dai civili iracheni – o le loro controparti in posti come il Kosovo e Beirut – sono stati sottoposto alle terrorizzanti influenze che le macchine di guerra forniscono – e sono fatte per fornire. Il sistema di guerra è destinato a ricordare alle persone che i loro governi le possono distruggere ogni volta che scelgono di farlo e che non ci sono efficaci ripercussioni per lo stato tranne le rivoluzioni armate che si concludono con la sostituzione di un gruppo di signori della guerra con un altro gruppo ugualmente rapace. Come Randolph Bourne ci ha ricordato, la guerra ha lo scopo progettato di conservare il gregge compiacente sotto il controllo dello stato. Come chiunque abbia guardato dei film di mostri, o film come Star Wars, può confermare, c'è qualcosa in una mostruosità urlante e potente – sia di natura biologica che tecnologica – che può destare la paura e conquistare persino la più coraggiosa delle volontà. Un film di fantascienza che descrive stridenti pterodattili che volano appena sopra i tetti delle case di San Francisco ha lo stesso scopo dei Blue Angels dal vivo: spaventare il pubblico. Come con il cinema, forse la Marina ci stava presentando un trailer delle prossime attrazioni!

Come la storia ci ricorda, un tale utilizzo interno dei militari non è oltre il regno della possibilità. Il sopraccennato rapporto del programma del governo di schierare truppe armate in America lo rende una minaccia reale. Seguendo queste linee, la mia esperienza dell'assedio di San Francisco mi ha ricordato un'esperienza dei miei giorni da universitario. Alla mia università, gli studenti maschii erano tenuti a fare due anni di addestramento per la riserva. Optai per l'aeronautica. Il nostro istruttore – un regolare maggiore dell'aeronautica in permesso alla scuola – ci assegnò un compito sconvolgente. Ci consegnarono le mappe dettagliate di varie città americane e ci venne detto di progettare un attacco con bombe sull'obiettivo scelto per noi. Io avevo San Francisco come città designata, e progettai il mio assalto. Così, mi domandavo se dovevo concentrarmi sul porto, sulle installazioni ferroviarie, sulle fabbriche, o semplicemente su massacro tipo-Dresda con tutti i mezzi a disposizione degli innocenti della baia.

Più di mezzo secolo più tardi, ho di nuovo l'occasione di pensare al tempo in cui un'università di stato e l'aeronautica provarono ad addestrarmi per condurre un attacco aereo ad un'importante città americana. Ad altri giovani erano state date compiti simili; uomini che ora pilotano le macchine che potrebbero essere impiegate in un attacco reale? La mia domenica a San Francisco mi ha ricordato che il “terrorismo” – che alla maggior parte degli americani ed al loro governo piace fingere di opporsi proprio mentre lo espandono e perfezionano i suoi strumenti – è il modus operandi di un sistema statale sempre più ingordo. Mentre mi riunivo con i miei momentanei vicini di San Francisco per proteggermi i timpani, mi sono domandato se tutto questo intendeva essere soltanto un altro giro di intrattenimento statalista – come le elezioni – o il presagio di più seri assedi urbani. Che simili terrorizzanti atti fossero effettuati da persone che pretendono di essere “angeli” ha confermato la comprensione di Orwell di come il potere dello stato dipenda dalla corruzione della lingua e, infine, del nostro pensiero. Se l'Aeronautica ha lo slogan “la pace è la nostra professione,” la Marina ha i suoi “Angeli Blu” con cui travestire la violenza da civiltà.
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Butler Shaffer [mandagli una mail] insegna alla Facoltà di Diritto della Southwestern University. È autore di In Restraint of Trade: The Business Campaign Against Competition, 1918–1938 e di Calculated Chaos: Institutional Threats to Peace and Human Survival.

Friday, October 24, 2008

Obama-Jugend

Appare sempre più probabile che “Barrack” Obama sarà il prossimo imperatore, continuo quindi ad occuparmi di lui – lasciamo pure che ad occuparsi di McCain sia la sua procace badante – questa volta gettando uno sguardo al popolo dei suoi sostenitori. O sarebbe meglio chiamarli fedeli?

Thursday, October 23, 2008

Premio Caligola - Ottobre '08

Sempre più simile ad un bollettino dal mondo del barone di Munchausen, torna il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa nella sua edizione di ottobre. È l'epoca in cui cadono le foglie, ed invero a cadere come gli indici delle borse sono diverse foglie di fico della commedia democratica. La prima, ad esempio, riguarda “le forze di polizia che proteggono il cittadino,” e quella che è caduta a Denver è probabilmente davvero l'ultima che ancora ricopriva le pelose vergogne della sicurezza democratica: infatti, se qualcuno ancora non c'era arrivato da solo, ci hanno pensato direttamente i poliziotti a scriversi addosso quali sono le loro intenzioni nei confronti dei cittadini.

La seconda foglia di fico non poteva che arrivare dal Regno Unito, che tante soddisfazioni continua a darci di mese in mese. Qui è la privacy ad essere definitivamente accantonata – in nome della sicurezza, of course – con il programma di intercettazione totale studiato dal governo. Il prezzo? Un affare, 12 miliardi di sterline.

E per finire, una bella foglia cade anche in Italia, precisamente a Ravenna, dove la leggenda dei servizi essenziali garantiti a tutti si rivela per quel che è, una ignobile patacca. Infatti a Ravenna si paga persino l'acqua piovana, rendendo l'imprecazione “piove governo ladro” più attuale che mai.

Che altro dirvi, quindi, se non di votare, con consapevolezza e senso di responsabilità, così che il meccanismo democratico, unto a dovere in tutti i suoi ingranaggi, possa continuare a portarci i suoi doni di giustizia e prosperità!
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Magliette del sindacato di polizia scherniscono i dimostranti democratici


Il sindacato di polizia di Denver sta vendendo magliette che scherniscono i dimostranti alla “Convention Nazionale Democratica”, ma l'obiettivo principale non ride.

Sulla parte posteriore delle magliette sta scritto, “Ci alziamo presto per picchiare le folle” e “2008 DNC,” ed ha una caricatura di un ufficiale di polizia con un bastone.

Sul davanti c'è il numero 68 con un taglio attraverso, un riferimento alla Recreate 68 Coalition, che ha organizzato parecchie dimostrazioni durante la Convention.

L'organizzatore di Recreate 68 Coalition Glenn Spagnuolo ha chiamato la maglietta terribile e di cattivo gusto.

Spagnuolo ha pubblicato giovedì una dichiarazione scritta che dice che i membri del sindacato di polizia chiaramente non hanno rispetto per i diritti garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti.”
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Il governo spierà ogni telefonata ed e-mail


I ministri stanno studiando la possibilità di spendere fino a 12 miliardi di sterline per un database per monitorare ed immagazzinare le abitudini di lettura su Internet, le e-mail e le telefonate di tutti i britannici.

Per il GCHQ, il centro di intercettazione del governo, è già stato dato fino a 1 miliardo di sterline per finanziare la prima fase del progetto.

Centinaia di sonde clandestine saranno installate per controllare i clienti dal vivo su due dei più grandi provider del paese per Internet e telefonia mobile – probabilmente BT e Vodafone. BT ha quasi 5 milioni di clienti di Internet.

I ministri sono pronti per una reazione simile a quella causata dal loro programma di carte d'identità. Dominic Grieve, il ministro dell'interno ombra, ha detto: “Ogni suggestione che il governo usi gli attuali poteri per intercettare comunicazioni senza discussione pubblica suonerà estremamente sinistro.”

Il MI5 attualmente conduce limitate intercettazioni su e-mail e siti web approvate da garanzie specifiche del ministro dell'interno.

Ulteriori particolari del nuovo programma saranno rivelati il mese prossimo nel discorso della regina.

Il Ministero degli Interni ha insistito che nessuna decisione formale è stata presa ma le fonti sostengono che i funzionari hanno chiarito che i ministri erano d'accordo “in linea di principio” sul programma.

I funzionari sostengono che il controllo dal vivo è necessario per combattere il terrorismo ed il crimine. Tuttavia, i critici si domandano se un sistema così ampio può essere mantenuto sicuro. Complessivamente 57 miliardi di messaggi di testo sono stati spediti l'anno scorso in Gran Bretagna: 1.800 al secondo.
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E' crisi, servono soldi tassiamo la pioggia


Benvenuti nella città dove la pioggia si paga. Con la bolletta. Un temporale, in media, incide quasi per il tre per cento sulla tariffa dell'acqua potabile stabilita per ogni utente. La pioggia si paga non solo a Ravenna, ma anche in tutti i comuni della provincia. E non si tratta di uno scherzo. Lo ha deciso l'ente pubblico territoriale che gestisce le reti idriche (l'Ato), con una delibera del gennaio scorso. Poche righe per stabilire che nella tariffa va inserito anche il costo della gestione delle fognature delle acque bianche (acque meteoriche): in pratica, il costo della pioggia.

“Barrack” Obama test

Seguite le tracce, vedete un po' voi dove arrivate...

1) Discorso di Barack Obama all'AIPAC, 3 giugno 2008:

“Farò tutto ciò che è in mio potere per impedire all'Iran di ottenere un'arma nucleare. Questo inizia con una diplomazia aggressiva e di principio senza controproducenti precondizioni, ma con una comprensione chiara dei nostri interessi. Non abbiamo tempo da perdere. Non possiamo eliminare senza condizioni un approccio che potrebbe impedire all'Iran di ottenere un'arma nucleare.”

2) Barack Obama al New York Times Op-ed, 14 luglio 2008:

“Come ho detto molte volte, dobbiamo essere tanto attenti nell'uscire dell'Iraq quanto lo siamo stati nell'entrare
[sic]. Possiamo riposizionare in sicurezza le nostre brigate di combattimento ad un ritmo che consentirebbe di rimuoverle in 16 mesi. Che sarebbe nell'estate del 2010 – due anni da oggi e più di sette anni dopo l'inizio della guerra. Dopo questo riposizionamento, una forza residua in Iraq eseguirebbe missioni limitate: inseguendo quel che resta di Al Qaeda in Mesopotamia, proteggendo i membri dei servizi americani e, a condizione che gli iracheni realizzino progressi politici, addestrando forze della sicurezza irachena.”

“Finire la guerra [in Iraq] è essenziale per raggiungere i nostri più vasti obiettivi strategici, cominciando con l'Afghanistan ed il Pakistan [...] Come presidente, io perseguirei una nuova strategia e comincierei fornendo almeno due brigate supplementari per sostenere il nostro sforzo in Afghanistan. Abbiamo bisogno di più truppe, più elicotteri [...];”

“Farò della lotta contro Al Qaeda ed i talebani la massima priorità, come dovrebbe essere. Questa è una guerra che dobbiamo vincere.”

3) Barack Obama al Time Magazine Forum, 11 settembre 2008:

“Se andremo in guerra, allora ci andremo tutti, non solo qualcuno.”

4) Il figlio di Milton Friedman, Colin “Fialetta” Powell, Ken “Cakewalk” Adelman dichiarano il loro sostegno ad Obama.


5 )Infine, sibillina dichiarazione di Biden, che riporto prima in inglese per farvi apprezzare tutte le sfumature:

“Mark my words,” the Democratic vice presidential nominee warned at the second of his two Seattle fundraisers Sunday. “It will not be six months before the world tests Barack Obama like they did John Kennedy. The world is looking. We’re about to elect a brilliant 47-year-old senator president of the United States of America. Remember I said it standing here if you don’t remember anything else I said. Watch, we’re gonna have an international crisis, a generated crisis, to test the mettle of this guy.”

“I can give you at least four or five scenarios from where it might originate,” Biden said to Emerald City supporters, mentioning the Middle East and Russia as possibilities. “And he’s gonna need help. And the kind of help he’s gonna need is, he’s gonna need you - not financially to help him - we’re gonna need you to use your influence, your influence within the community, to stand with him. Because it’s not gonna be apparent initially, it’s not gonna be apparent that we’re right.”

***

“Segnatevi le mie parole” ha avvertito domenica il candidato democratico alla vice presidenza alla seconda delle sue due raccolte di fondi a Seattle. “Non ci saranno sei mesi prima che il mondo testi Barack Obama come fecero con John Kennedy. Il mondo sta osservando. Stiamo per eleggere un brillante senatore di 47 anni presidente degli Stati Uniti d'America. Ricordate che ve l'ho detto qui, seppur non ricorderete nient'altro di quel che ho detto. Prestate attenzione, stiamo per avere una crisi internazionale, una crisi generata, per verificare il coraggio di quest'uomo.”

“Posso darvi almeno quattro o cinque scenari su dove potrebbe nascere,” ha detto Biden ai sostenitori di Emerald City, menzionando il Medio Oriente e la Russia come possibilità. “E avrà bisogno d'aiuto. Ed il genere di aiuto di cui avrà bisogno, avrà bisogno di voi – non di aiuto finanziario – avremo bisogno che voi usiate la vostra influenza, la vostra influenza all'interno della comunità, che vi leviate al suo fianco. Perché non sarà inizialmente evidente, non sarà evidente che saremo nel giusto.”
WTF?!?

Wednesday, October 22, 2008

«The greatest instrument of mass persuasion»

Sembra impossibile che un film come A Face in the Crowd (Un Volto Nella Folla '57) di Elia Kazan possa avere 50 anni. Il tema che tratta in effetti non potrebbe essere più attuale: l'ascesa e la caduta di un vagabondo, trasformato dalla tv in una stella e perduto dalla sua stessa mania di grandezza. Un volo di Icaro attraverso l'etere televisivo per un grande classico del cinema.

L'indottrinamento funziona #2

Se gli strumenti dell'ingegneria sociale globalista, come abbiamo potuto vedere, sono forniti dagli stati nazionali in forma di finanziamenti e di strutture, resta da capire che tipo di società si vorrebbe plasmare. In questa ottica, assumono una particolare importanza opere come il “documentario” Zeitgeist/Addendum che, uscito adeguatamente mentre crollava Wall Street, si occupa di spiegare la questione monetaria.

E in effetti, l'analisi del sistema attuale è inizialmente piuttosto accurato, salvo scivolare rapidamente – passando per un elogio per i greenbacks di Lincoln – in una visione utopica di una società senza denaro eco-sostenibile i cui cittadini, chiaramente, dipenderebbero per il loro sostentamento da una gestione centralizzata delle risorse. In breve, una visione che raccoglie in sé tutti i presupposti della filosofia dell'IBO, dell'Earth Charter e dell'Unesco.

E non a caso il primo dei due film di Zeitgeist era dedicato allo “smascheramento” del cristianesimo come culto solare: l'eliminazione di tutto ciò che è tradizione essendo indispensabile per ottenere la tabula rasa su cui costruire il modello di nuova società. La religione più diffusa in occidente, quindi, non può che essere il primo obiettivo, e in effetti il professor Azim Nanji, direttore dell'Institute of Ismaili Studies, in un discorso all'Organizzazione Internazionale di Baccalaureato nel maggio 2003, in cui affermava che è necessario vedere le cose in più vasti termini rispetto alle nazioni-stato ed alla democrazia liberale occidentale, non mancava di precisare che quando la fede religiosa si trasforma in un veicolo per agende politiche e sociali, questo è un abuso della religione. (9)

Ma la contraddizione implicita di dichiarazioni come queste non dovrebbe passare inosservata. Abbracciando l'Earth Charter, infatti, l'IBO sta promuovendo palesemente un'agenda pseudo-religiosa/spiritualista, organica ad un concetto di cambiamento sociale internazionale intrecciato con aspirazioni globali di controllo e filosofie religiose terra-centriche e New Age, e a questo proposito non si può trascurare il ruolo che l'editrice Lucis Trust gioca all'interno dell'ONU. Scriveva la sua fondatrice l'occultista Alice Bailey:
La prova dello sviluppo dell'intelletto umano seguendo le linee ricettive necessarie [per la preparazione della nuova era] può essere veduta nella “pianificazione” di varie nazioni e negli sforzi delle Nazioni Unite per formulare un piano mondiale… Fin dall'inizio di questo sviluppo, tre fattori occulti hanno governato lo sviluppo di tutti questi piani. (10)
Lucis Trust è patrocinata tra l'altro da Robert McNamara, ex ministro della Difesa degli Stati Uniti, ex presidente della banca mondiale, membro della fondazione Rockefeller e da Thomas Watson (IBM, ex ambasciatore a Mosca). A sua volta Lucis Trust sponsorizza tra le altre le seguenti organizzazioni: l'ONU, Greenpeace, Amnesty Int. ed UNICEF.

La stessa Unesco promuove una versione semi-religiosa dell'educazione con il lavoro di un ex alto funzionario dell'ONU, Robert Muller. Nel 1989, Robert Muller ha ricevuto il premio per l'Educazione alla Pace dell'Unesco per il suo lavoro nell'elaborazione di un programma di studi mondiale. Frederico Mayor, l'allora Direttore Generale dell'Unesco, lo definì un “innovatore nell'educazione” ed
elogiò il suo libro New Genesis: Shaping a Global Spirituality, spiegando che “offre al mondo un modello per una nuova visione spirituale del destino umano.” Secondo questa “New Genesis,”
… l'umanità sta cercando niente di meno che la propria riunione con il “divino,” la propria trascendenza in forme sempre più alte di vita. Gli indù la chiamano la nostra terra Brahma, o Dio, perché non vedono giustamente differenza fra la nostra terra ed il divino. Questa semplice antica verità sta di nuovo sorgendo lentamente sull'umanità. La sua piena fioritura sarà la vera e grande nuova storia dell'umanità, poiché stiamo per entrare nella nostra era cosmica per trasformarci in ciò che siamo sempre stati destinati ad essere: il pianeta di Dio. (11)
Com'è prevedibile, il programma di studi di Muller segue questa vena New Genesis - New Age. In realtà, più che un vero programma di studi, quello di Muller è una vera e propria filosofia dell'educazione, ben radicata nei concetti New Age di deificazione dell'uomo e “spiritualità della terra.” Leggiamo ancora:
Dobbiamo gestire il nostro globo in modo da consentire al flusso infinito degli esseri umani ammessi al miracolo della vita di adempiere alle loro vite fisicamente, mentalmente, moralmente e spiritualmente come non è mai stato prima possibile in tutta la nostra evoluzione. L'educazione globale deve preparare i nostri bambini per la venuta… di un'era planetaria felice e indipendente. (12)
Cos'è questa “nuova era planetaria”? Ce la descrive Lucile Green, un'attivista per il governo mondiale e amica di Robert Muller, nel suo memoriale Journey To A Governed World:
Una visione olistica, di un mondo unico, sta emergendo dai viaggi nello spazio e da altri miracoli della tecnologia moderna e dalla comunicazione. Una nuova coscienza inoltre sta emergendo dalla crescente consapevolezza in occidente della saggezza della visione del mondo orientale. Il buddismo, l'induismo, il taoismo e lo scintoismo, anche se differiscono per molti aspetti, ritraggono il mondo come un ecosistema multidimensionale e organicamente correlato di cui l'uomo è una delle molte parti interdipendenti. Forse possiamo imparare attraverso il loro modo di vedere il mondo intero, come realmente è, e insieme – occidente ed oriente – cominciare insieme a costruire le fondamenta di un nuovo ordine mondiale.

La cosa più urgente nell'agenda planetaria è fissare i limiti della libertà e dell'ordine negli affari sovranazionali e globali. È necessaria una costituzione mondiale che unisca i successi di entrambi gli emisferi: cioè limitazioni costituzionali e una Dichiarazione dei Diritti dall'ovest e una visione del mondo più larga dall'est. (13)
Ed è così che si scopre l'inganno del multiculturalismo così abilmente propagandato e diffuso nell'occidente contemporaneo: lungi dall'essere una filosofia che allarga lo sguardo ad apprezzare la ricchezza delle differenti culture, è in realtà un sofisticato strumento di ingegneria sociale il cui fine è proprio l'annullamento di questa varietà da raggiungersi attraverso la fusione in un pensiero unico globale di tipo spiritualista, per un'umanità purgata da ogni pensiero dissidente (=“eretico”) la cui evoluzione verrà dichiarata conclusa nell'attimo stesso dell'instaurazione del governo mondiale.

In questa luce, il ritmo accelerato impresso dalla crisi economica agli accordi e consultazioni dei vari leader nazionali dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione, ma non sorprende se, al contrario, le annunciate misure di maggior controllo economico a livello globale ricevono un vasto sostegno popolare: i nostri benefattori hanno seminato per tempo, ed ora si preparano a raccogliere i frutti.
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Note

9. "IIS Director Delivers 2003 Peterson Lecture," giugno 2003

10. Alice B. Bailey, Discipleship in the New Age (Lucis Press, 1955), Vol. II, p.35.

11. Robert Muller, New Genesis: Shaping a Global Spirituality (Anacortes, WA: World Happiness and Cooperation, 1982), p.49.

12. Ibid., p.8.

13. Lucile Green, Journey To A Governed World: Thru 50 Years in the Peace Movement (Berkeley, CA: 1991), pp.34-35.
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Link alla prima parte.

Tuesday, October 21, 2008

L'indottrinamento funziona #1

Prima è venuto l'undici settembre, e la promozione del Nuovo Ordine Mondiale in nome della sicurezza globale secondo la dottrina della "Guerra al Terrorismo.” Oggi, i leader mondiali proclamano la necessità di un Nuovo Ordine Mondiale in economia, per evitare i fallimenti del mercato lasciato libero. In entrambi i casi, un minimo di ricerca e di studio consente di capire come le crisi siano state abilmente pianificate ed orchestrate per creare artificialmente la domanda popolare di un'autorità globale, una strategia che si va preparando ormai da molto tempo, e che con l'avvento del nuovo secolo si sta mettendo in atto.

Facile complottismo? Niente affatto, anzi, i personaggi responsabili di questa evoluzione non hanno mai avuto problemi a proclamare la loro dottrina:
Una società mondiale non può essere aleatoria. Poiché non ci sono precedenti, non può essere tradizionale in questa fase del suo sviluppo. Può soltanto essere deliberata e sperimentale, pianificata e costruita con particolari obiettivi e con l'aiuto di tutta la conoscenza disponibile riguardo ai principi dell'organizzazione sociale. L'ingegneria sociale è una nuova scienza.

La conversione di un continente di localisti in un continente di nazionalisti in poche generazioni deve considerarsi come uno degli eccezionali successi dei tempi moderni. L'indottrinamento funziona. Le lealtà umane possono essere e sono spostate velocemente dall'esperienza affiancata alla propaganda.

I processi della mondializzazione stanno costruendo un gran numero e varietà di esperienze del mondo. Milioni di esseri umani, rispondendo a queste esperienze, sono già coscienti del mondo, pensano mondialmente, e sono pronti per funzionare come cittadini in una società mondiale. Tali esseri umani hanno frequentato e superato la scuola del nazionalismo. Sono mondialisti. Aspettano con impazienza l'emersione di un commonwealth mondiale.
Queste frasi sono tratte dal libro United World del socialista Scott Nearing, e dimostrano come l'élite che promuove la formazione del governo mondiale abbia fatto grande affidamento alle strutture già presenti dell'istruzione pubblica, fenomenale strumento di ingegneria sociale. Un altro esempio? Ecco Naresh Singh, direttore di programma all'Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile:
L'educazione è stata portata avanti per la sua importanza nel determinare cambiamenti di attitudine, comportamento, convinzioni e valori… Per riorientare il comportamento ed i valori verso un cambiamento istituzionale per lo sviluppo sostenibile c'è la necessità di studiare le opzioni strategiche in relazione alle filosofie educative, alla portata della propagazione e dell'approvazione, ed ai gruppi più probabilmente suscettibili di cambiamento. (1)
Questa attenzione per l'educazione e per il suo potere di plasmare le menti dei cittadini del Mondo Nuovo era stata resa palese anche dallo stesso Julian Huxley, primo Direttore Generale dell'Unesco:
In generale l'Unesco deve testare costantemente le sue politiche sulla pietra di paragone del progresso evolutivo. Un conflitto centrale del nostro tempo è quello fra nazionalismo ed internazionalismo, fra il concetto di molte sovranità nazionali e una sovranità mondiale…

La morale dell'Unesco è chiara. Il suo compito di promozione della pace e della sicurezza non potrà mai essere realizzato interamente con i mezzi ad esso assegnati: educazione, scienza e cultura. Deve prevedere una certa forma di unità politica del mondo, sia con un singolo governo mondiale che in altri modi… tuttavia, l'unità politica del mondo è, purtroppo, un ideale distante e comunque non fa parte del campo di competenza dell'Unesco. Questo non significa che l'Unesco non possa fare molto verso la promozione della pace e della sicurezza. Specificamente, nel suo programma educativo può sottolineare la necessità ultima dell'unità politica mondiale e familiarizzare tutti i popoli con le implicazioni del trasferimento della completa sovranità dalle distinte nazioni ad un'organizzazione mondiale. (2)
Nel 1968, l'Unesco, con il Twentieth Century Fund (ora chiamato The Century Foundation) e la Fondazione Ford, aiutò a far nascere un nuovo organismo educativo con sede a Ginevra, in Svizzera: l'Organizzazione Internazionale del Baccalaureato. In origine, l'IBO fu costituita per fornire una base educativa comune per studenti internazionali che sarebbe stata accettata nelle università di tutto il mondo. A tal fine, il programma di studi dell'IBO, ormai da 40 anni, ha adottato un approccio multiculturale. Niente di male, in tutto ciò, se non fosse per una certa filososfia di fondo che filtra dalle parole di George Walker, il Direttore Generale dell'IBO: “l'educazione internazionale offre alle persone uno stato d'animo: una mentalità internazionale. Dovete cambiare il modo in cui la gente pensa” (3) e, “gli studenti sviluppano una consapevolezza delle questioni morali ed etiche ed un senso della responsabilità sociale… promossa esaminando le questioni locali e globali.” (4)

Ancora, l'IBO ha abbracciato la dottrina dell'Earth Charter, insieme a gruppi come l'Associazione dei Cittadini del Mondo, degli Amici della Terra, dell'Assemblea Globale dei Popoli, della Rete di Azione della Foresta Pluviale, del ramo statunitense dell'Associazione delle Nazioni Unite e del Parlamento Mondiale delle Religioni. (5) Il Direttore Generale Delegato dell'IBO, Ian Hill, siede nel Comitato Consultivo sull'Educazione dell'Earth Charter, che, per chi non lo sapesse, è una associazione terra-centrica che auspica l'unificazione politica-etica-morale e spirituale globale. Mikhail Gorbachev ha addirittura paragonato l'Earth Charter “a quei 10 o 15 comandamenti che tutti conosciamo… quei famosi testamenti…” (6)

Attualmente, quasi 1.300 scuole intorno al globo sono autorizzate ad offrire i programmi dell'IBO. Oltre a questo, l'IBO è collegata ad un certo numero di funzioni delle Nazioni Unite oltre all'Earth Charter e l'Unesco. Esempi di questa collaborazione con l'ONU includono: lavori preparatori per il Summit Mondiale dell'ONU sullo sviluppo sostenibile, attività all'interno di un certo numero di scuole internazionali dell'ONU e partecipazione a vari programmi modello delle Nazioni Unite. in breve, è un'organizzazione con un potere di “cambiamento sociale” a livello internazionale non indifferente.

E da dove arrivano i finanziamenti per questa organizzazione? Dai governi nazionali, tanto per cominciare: nell'ottobre 2003, ad esempio, il ministero dell'Istruzione degli Stati Uniti ha assegnato all'IBO una concessione di 1,17 milioni di dollari. Secondo il comunicato stampa dell'IBO, questi fondi dei contribuenti degli Stati Uniti dovevano specificamente essere utilizzati per programmi dell'IBO “in sei scuole elementari e superiori in zone svantaggiate in Massachusetts, New York ed in Arizona.” (7)

Altri finanziamenti sono arrivati da 14 importanti governi nazionali, tra cui il Regno Unito, il Giappone ed il Canada. Ma anche fondazioni private hanno contribuito: la fondazione Goldman Sachs, la fondazione Andrew W. Mellon, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, la fondazione di Armand Hammer e l'Istituto Universitario del Mondo Unito di Armand Hammer, la Scuola Internazionale delle Nazioni Unite, la fondazione del New York Times, Gulf Canada, l'Organizzazione Mondiale del Commercio della IBM e molte altre. (8)
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Note

1. Naresh Singh, "Empowerment for Sustainable Development: An Overview," Empowerment For Sustainable Development (Halifax, NS: Fernwood Publishing/Winnipeg, MB: International Institute for Sustainable Development, 1995), p.27.

2. Julian Huxley, UNESCO: Its Purpose and Its Philosophy, (Washington, DC: Public Affairs Press, 1947) p.13.

3. IBO Background Paper - Themes in Education, Education Weaves Together the Threads of Peace, IBO Head Office

4. Vedi "The Six Academic Subjects" sul sito della IBO, www.ibo.org

5. Vedi "Our Partners" sul sito dell'Earth Charter Community Summits
www.earthchartersummits.org

6. Mikhail Gorbachev, "The Earth Charter," discorso: Rio+5 Forum, 18 marzo, 1997.

7. IBO Press Release, "US Department of Education Grants IBO US$1.17 Million," IBO Head Office, Ginevra, Svizzera, 14 Ottobre 2003.

8. Vedi "Founding Donors" sul sito dell'IBO, www.ibo.org
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Link alla seconda parte.

Monday, October 20, 2008

Normalizzazione

Chissà che le attuali tendenze nazionalizzatrici americane non abbiano le loro radici dall'altra parte del mondo. In fondo, non è forse vero che i neocon nascono come trotzskysti?

Sunday, October 19, 2008

Ritorno al futuro

Bellissimo e dolente questo articolo di Justin Raimondo, da Antiwar.com.

Riusciremo mai ad uscire da questo assurdo ciclo di guerra, morte e miseria ricorrente, a superare il bisogno di un salvatore investito del potere terreno e malefico del Leviatano? Siamo in grado di guarire da questa malattia, dall'arroganza di crederci migliori degli altri e quindi di avere il diritto di imporre la nostra volontà?

Una risposta non ce l'ha nessuno, ma di certo comprendere il male che ci tormenta sarebbe un passo nella giusta direzione.
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L'economia crolla, la guerra si profila all'orizzonte, un salvatore appare: non ci siamo già passati?

Di Justin Raimondo

“L'eterna clessidra dell'esistenza gira ancora ed ancora, e tu con lei, granello di polvere!”
~ Friedrich Nietzsche
Nietzsche alla fine impazzì, alcuni dicono per gli effetti della sifilide, altri danno la colpa alle implicazioni della sua complessa e oscuramente ironica filosofia di vita, che includeva, come suo precetto centrale, la dottrina dell'eterna ricorrenza. Il concetto fa la sua drammatica apparizione in Così parlò Zarathustra, dove Nietzsche, parlando attraverso Zarathustra, discute con un nano grigio che rappresenta le limitazioni umane:
“Guarda questo momento!” proseguii. “Da questo Momento cancello una lunga, eterna strada scorre indietro: un'eternità sta dietro di noi.”

“Non devono tutte le cose che possono scorrere esser già passate per questa strada? Non devono tutte le cose che possono accadere esser già accadute, fatte, passate oltre?”

“E se tutte le cose sono già state qui: che cosa pensi di questo momento, nano? Non deve anche questo cancello, esser già stato qui – prima?”

“E non sono tutte le cose legate strettamente insieme in tal modo che questo momento trascini dietro di sé tutte le cose future? Di conseguenza – trascina anche sé stesso?”

“Perché tutte le cose che possono scorrere devono anche scorrere ancora una volta lungo questa lunga strada.”

“E questo lento ragno che striscia avanti nella luce della luna, e questa stessa luce della luna, e io e te a questo cancello che sussurriamo insieme, sussurrando di cose eterne – non dobbiamo esser già stati tutti qui?”

“ – e non dobbiamo noi tornare e scorrere per quell'altra strada fuori davanti a noi, giù per quella lunga e terribile strada – non dobbiamo noi ritornare eternamente?”
Questo concetto, bisogna ammetterlo, è soggetto a varie interpretazioni: poiché Nietzsche scriveva per parabole ed aforismi, e i suoi testi sono ricchi di metafore, è difficile dire se stava parlando della volontà di rivivere la propria vita, esattamente com'è stata vissuta, ripetutamente, come segno di affermazione della vita e di salute psicologica, o se lo intendesse in senso temporale, come teoria cosmologica. Il tempo, secondo questa variante di pensiero nicciano, non progredisce in linea retta, ma per cicli su sé stesso: siamo condannati a passare per gli stessi cicli, ancora ed ancora, e non c'è una maledetta cosa che possiamo fare a questo proposito.

Comunque, è quest'ultima interpretazione che mi affascina, in questi giorni, perché sembriamo rivivere i primi giorni della Grande Depressione degli anni 30, mentre si sentono lontani i tamburi di guerra. Mentre il mercato azionario fa un altro vertiginoso tuffo ed i fantasmi di FDR, Hoover [.pdf] e – sì – del ritorno di Hitler ci perseguitano, rimproverano, scherniscono, la follia che sopraffece Nietzsche non è difficile da capire. Fare di continuo gli stessi errori, inciampare negli stessi solchi sulla strada, ripetere avventatamente e senza la minima punta di ironia o di auto-parodia gli slogan polverosi di ieri, tutto con lo stesso tragico e sanguinoso effetto: in che razza di universo da incubo stiamo vivendo?

Ancora una volta, la fragile struttura dell'economia umana trema, e crolla, mentre la morte di un sistema che ci ha reso la nazione più ricca della terra è proclamata con forza. Il capitalismo è morto – lunga vita a... che cosa?

Abbiamo già veduto questi altri 'ismi, e non sono una bella visione. Socialismo, fascismo, comunismo, nazional-socialismo, corporativismo ed altri dispotismi troppo oscuri per essere menzionati – stanno tutti uscendo dalle loro tombe, riesumati dalla paura e dalla speranza di redenzione. Un funzionario di governo affigge la sua firma su un pezzo di carta ed il mercato è ad un tratto abolito, le banche nazionalizzate, mentre la ben visibile mano dello Stato prende il controllo. E tutta questa furiosa azione è inquadrata nel contesto di una guerra continua – una guerra mondiale, ufficialmente dichiarata dal nostro presidente.

Forse presagendo incosciamente questo momento, il Partito della Guerra ha spesso – ed intelligentemente – utilizzato immagini degli anni 30 nella sua propaganda: nel loro mondo, Hitler non è mai morto, ma è sopravvissuto per tormentarci in molte forme. Ogni despota da quattro soldi che abbiamo affrontato e rovesciato è stato descritto come l'ultima incarnazione del pittore fallito-diventato-dittatore il cui nome si è trasformato in in un sinonimo della malvagità umana. Sì, persino Manuel Noriega! (ve lo ricordate?) Per i neocon, è sempre il 1939, ogni trattativa è un'altra Monaco e l'unica reale soluzione è la guerra, seguita da una promessa di sangue, sudore e lacrime. Churchill è il loro dio e Franklin Delano Roosevelt siede alla sua destra. Questi due si sono tennero duro durante la crisi e resistettero alla tempesta eretti, unendo le loro rispettive nazioni – ed in effetti l'occidente – in una crociata mondiale conclusa soltanto dopo che molti milioni erano stati scagliati nell'abisso dalle altezze del loro eroismo.
“L'eterna clessidra dell'esistenza è rivoltata ancora ed ancora, e tu con lei, granello di polvere!”
Ai miei colleghi granelli di polvere, darei questo avvertimento: potete pensare che il pericolo di una guerra distruttiva – di un'altra guerra mondiale – sia ridotto, ora che stiamo per avere un nuovo presidente, probabilmente uno che è disposto a parlare e non vede Monaco in ogni sforzo di conciliazione. Tuttavia, ricordatevi che anche lui è un granello di polvere, anche se un po' più grande e con più conseguenza della maggior parte di noi. Anche lui è trasportato dalle stesse forze che ci guidano tutti, dai venti del tempo che soffiano indietro così come in avanti e ci trasportano là dove siamo già stati.

Stiamo entrando in un zona pericolosa, una zona piena di campi minati nascosti, ed a meno di camminare cautamente e con attenzione, la tragedia è assicurata. Nei tempi di incertezza economica, come questi, gli esseri umani sono suscettibili ad ogni sorta di influenza maligna: alimentati dall'ignoranza economica, sprezzanti verso la storia, e slegati sia dalla morale che dal buonsenso, i demagoghi sorgono e mille 'ismi alieni mettono radici nel suolo americano, fiori del male che ci attirano con colori stravaganti e profumi esotici. L'ideologia, come la follia, si impadronisce delle menti umane e le disumanizza piuttosto efficacemente. Come ci ricorda il filosofo conservatore Russell Kirk (nel suo leggendario attacco ai neoconservatori): “L'ideologia anima, nelle parole di George Orwell, ‘gli uomini semplificati che pensano per slogan e parlano con le pallottole.'”

Tutte queste sorgenti ideologie prendono come loro punto di partenza la necessità di aumentare il potere e l'influenza del governo in ogni sfera di attività umana, cominciando con l'economia e finendo con – be', chi lo sa? Non c'è un punto finale logico per la moderna fede “liberal” nel potere e nella benevolenza del governo – e, attualmente, i “conservatori” sono d'accordo con loro, ed anche qualcun altro.

Questa crisi, come quella che è seguita al 9/11, evoca l'atmosfera e la retorica del tempo di guerra. Già stiamo sentendo parlare di “guerra contro la recessione,” e non sorprende che le soluzioni proposte richiedano l'inquadramento del capitale agli ordini di Washington. Gli attori economici non sono più individui liberi ma soldati in un esercito. Ciò a cui stiamo assistendo è come un'economia – e una società – diventino militarizzate.

La crisi economica – causata in gran parte dalle conseguenze economiche del militarismo – ha dato il via ad una fondamentale mutazione nella politica americana, una mutazione che è un focolaio perfetto per la nascita di un vero sistema fascista. La nostra particolare forma di cesarismo avrà distinte caratteristiche americane, naturalmente, ma il modello universale funzionerà davvero per formare: un sistema di corporativismo economico, con tutto il potere investito nello Stato e tutto l'infernale macchinario alimentato da un demoniaco senso di missione – nel nostro caso particolare, il “dovere” di esportare in tutto il mondo le meraviglie della “democrazia,” american-style, detta altrimenti Fare il Bene.

Gli ingredienti ci sono tutti, e l'ascesa di Barack Obama allo status di favorito è preoccupante in questa particolare congiuntura storica. Con i media eccitati per lui, ed i suoi sostenitori “pacifisti” pronti a sospendere l'incredulità ad un grado molto alto, il presidente Obama sarà nella posizione per dimostrare la sua “durezza” nel campo della politica estera senza dovere affrontare molta critica. In effetti, si guadagnerà gli elogi per, ad esempio, confrontare Vladimir Putin sull'Ucraina – “Attento all'Ucraina,” ha raccomandato il suo avversario, e non sarei affatto sorpreso se Obama ci stesse effettivamente attento. La sua prevista re-invasione su vasta scala dell'Afghanistan vien già applaudita dai “liberal” di ieri – i falchi di domani – mentre ci scaviamo una fossa più profonda di quanto sia mai stata scavata nelle sabbie dell'Iraq.

La militarizzazione dell'economia, l'inquadramento del capitale e – alla fine – dei lavoratori, renderanno il lavoro del Partito della Guerra molto più facile. La centralizzazione del potere economico nelle mani dei funzionari di governo assicurerà che le risorse della nazione siano dirette, a volontà, verso ogni fine sarà ritenuto necessario per la vittoria. Siamo diretti verso un futuro dove tutta la ricchezza del paese, le sue energie e la sua attenzione, sono mobilitate e guidate dal governo come si guiderebbe un esercito. Sarà una società perfettamente adatta a trasformarsi in moderna Sparta, inclinata naturalmente al militarismo ed alla guerra, tanto diversa dalla vecchia America orientata al mercato quanto il Borg dalla civiltà umana.

Un altro segnale di pericolo: la notevole alterigia della campagna di Obama, che è solo un riflesso delle sue maniere regali. Si sta comportando come se fosse già il presidente e non è stato ancora neppure scelto. Attendete solo finché non entrerà nell'ufficio ovale: un'arroganza che era stata soltanto fastidiosa diventerà presuntuosa. Un'arroganza, potrei aggiungere, che è condivisa e portata alla sua logica conclusione dai suoi ardenti seguaci, che sono spesso proprio altrettanto estremi e spesso altrettanto spaventosi come i loro corrispettivi repubblicani.

In quello che dev'essere l'atto più ingiurioso di intimidazione governativa degli avversari politici dagli Alien and Sedition Acts, un gruppo di prominenti procuratori e di locali agenti della legge nel Missouri, incluse St. Louis e le zone rurali che la circondano, si sono uniti a formare la “Squadra della Verità di Obama.” Sotto la rubrica di applicazione delle “leggi etiche per la campagna,” stanno minacciando di portare in tribunale chiunque non dica “la verità” sull'Adorato Leader.

Dov'è, in nome di tutto ciò che è santo, l'Unione Americana per le Libertà Civili? Probabilmente nello stesso luogo dove stava prima e durante la Seconda Guerra Mondiale – acclamando ai processi dei dissidenti “reazionari,” compresi gli oppositori della guerra.

Nel torvo futuro cui siamo diretti, chiunque osasse opporsi alle politiche di Obama, non importa quanto separate potessero essere le questioni dalla razza, sarà destinato ad essere chiamato “razzista,” se non dalla Casa Bianca allora dal suo angolo di media compiacenti, che saranno i più ossequiosi dai tempi di Stalin. I media odiavano George W. Bush, ma guardate quanto facilmente si sono lasciati ingannare dalle sue sciocchezze alla vigilia della guerra in Iraq. Immaginate soltanto con che gioia il quarto stato lascerà via libera all'amministrazione Obama! Rabbrividisco al solo pensiero.

Assumendo che vincerà la corsa alla Casa Bianca, sarà un enorme problema semplicemente scoprire che cosa sta accadendo, con i media tradizionali anestetizzati ed i liberal che acclamano ogni mossa dell'amministrazione. Nell'era di Obama, Antiwar.com è una necessità assoluta. Il Partito della Guerra, lungi dall'essere bandito da Washington, sta rientrando semplicemente attraverso la porta posteriore.

Saturday, October 18, 2008

Joe “the Plumber” e il prezzo delle uova

L'eccitazione per le ormai prossime elezioni del nuovo imper... ehm, presidente americano ha raggiunto anche l'isola di Laputa, anche se, come ci racconta il nostro inviato, anche in questo caso i laputiani si interessano di particolari di cui noi, qui da terra, in genere non capiamo l'importanza.

Il fatto che ha provocato lo scompiglio sull'isola volante, infatti, è l'assunzione a centro della campagna di Joe l'idraulico – che peraltro si è poi scoperto non essere esattamente un idraulico qualunque – strattagemma elettorale degli ormai disperati spin-doctors di Mc Cain.

Ma lascio che sia il nostro Pesce Volante a raccontarvi dell'atmosfera festosa di Laputa, e mi limito ad augurarvi buona lettura e buon fine settimana.
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Di Giovanni Pesce


Isaac Asimov, scrittore di fantascienza, nell’ Agosto 1955 scrisse un breve racconto su come si sarebbero svolte le elezioni Usa di Giovedì (!) 4 Novembre 2008.

A Laputa ci si è preparati per questo evento con grande attesa ed ora, molto vicini alla data, siamo ansiosi di controllare l’esattezza delle previsioni di Isaac.

I testi del nostro collega Asimov mettevano in evidenza come si potesse meglio organizzare la democrazia elettiva negli USA utilizzando con metodo scientifico gli strumenti tecnologici a disposizione.

In pratica, un grande calcolatore Multivac avrebbe selezionato il miglior elettore e l’organizzazione avrebbe predisposto una serie di domande, all’apparenza innocenti, ma decisive per individuare il prossimo inquilino della Casa Bianca di Washington.

La domanda chiave da porre all’esaminando, così come viene riportata da Sir Isaac, è questa :
Cosa ne pensa del prezzo delle uova?
Un software particolare avrebbe interpretato la risposta e, come l’oracolo di Delphi, avrebbe proclamato il vincitore del test elettorale.

Nel testo integrale di quel racconto, conosciutissimo sotto molti titoli “Franchise” “IF” “Election Day” “Diritto di voto” “Oggi si vota”, leggiamo come
L'Elettore dell'Anno,… Norman Muller, semplice commesso di un piccolo magazzino di Bloomington, Indiana, che non era nato grande e non aveva raggiunto la grandezza, si sarebbe trovato nella straordinaria posizione di un uomo su cui si fondava la Grandezza.
Caspita, non pensavamo che la fantascienza fosse così vicina alla realtà, ma in questi giorni McCain e Obama si sono dati battaglia per conquistare l’Elettore dell’Anno: Joe Wurzelbacher, sconosciuto idraulico.

Al Centro di Igiene Mentale di Laputa abbiamo sghignazzato per ore ed ore, tra fumi d’alcool antidepressivi, piani quinquennali e calendari più o meno esatti; alcuni hanno fatto voto di assoluta castità elettorale, in quanto ci si immaginava che sarebbe andata a finire così:
In questo mondo imperfetto, i cittadini sovrani della prima e più grande Democrazia Elettronica avevano, per mezzo di Norman Muller - per suo mezzo! - esercitato ancora una volta il loro libero e inalienabile diritto di voto.
La E-Democracy è ormai, in realtà, una delle più grandi costruzioni sociali della FantaStoria dell’Umanità, un meccanismo dove le masse possono essere guidate dalla volontà di un uomo “qualunque”, un idraulico o un semplice commesso di un piccolo magazzino.

E poi…
Multivac valuta ogni sorta di fattori noti, miliardi di fattori. Uno, tuttavia, rimane un'incognita e resterà tale ancora per molto tempo: il modello delle reazioni della mente umana. Ciascun americano è soggetto alla mente plasmatrice di quello che gli altri americani fanno e dicono, di ciò che gli viene fatto e che lui fa agli altri. Si può portare un americano qualsiasi da Multivac perché esso esamini il suo atteggiamento mentale. Da quello si valuterà l'atteggiamento di tutte le altre menti del Paese. Alcuni cittadini sono più adatti di altri a questo scopo in un dato periodo, a seconda degli avvenimenti dell'anno. Multivac ha scelto voi come il più rappresentativo, quest'anno. Non il più brillante, il più forte o il più fortunato; semplicemente il più rappresentativo. Non si può dubitare di Multivac, no?
Possiamo fidarci di tutto ciò? Per Bacco, no!

«You may kiss my royal ass»

In che modo il potere trasforma l'uomo, e lo perde? Se c'è un film che è riuscito a raccontarlo, e a farlo con maestria, è certamente The Man Who Would Be King (L'uomo che volle farsi re, '75) di John Huston, un capolavoro in cui Sean Connery e Michael Caine hanno offerto la migliore della lunga serie delle loro interpretazioni. La storia, tratta da un racconto di Rudyard Kipling, narra l'impresa di due sergenti britannici alla conquista del Kaffiristan, e del loro sogno fatale di ripercorrere le orme di Alessandro Magno. Un film sull'amicizia, sul coraggio, e sull'inganno dei sogni di grandezza.

Friday, October 17, 2008

Mani lunghe e memoria corta

“Mi ha un po' spaventato, dice che vuole redistribuire la ricchezza ma a me sembra una cosa socialista: decido io a chi dare i miei soldi, non può essere il governo a dire che se guadagno un po' di più poi lo devo dividere con qualcun altro.”
Le parole, riferite al programma di Barrack Obama, del fino a ieri sconosciuto idraulico dell'Ohio, diventate suo malgrado l'ultima arma a disposizione di McCaino, dimostrano quanto siano in realtà distanti dalla quotidianità dell'uomo qualunque i grandi discorsi pieni di vuota retorica dei politici, quanto contrari al sentire comune della gente che lavora, sempre in bilico tra una rata in scadenza e il conto del supermercato, i proclami falsamente idealistici delle campagne elettorali.

L'uomo della strada, in realtà, sa perfettamente che lo stanno fregando, magari non capisce bene come, ma vede bene che i soldi così sudati finiscono ogni mese un po' prima. Ma fatica, evidentemente, a ricordare, bombardato ogni giorno da nuovi annunci, minacce, orrendi auspici, avvertimenti, allarmi e clamorose rivelazioni. Il suo problema è la memoria, e così, ad ogni appuntamento elettorale, un po' s'illude che qualcuna delle tante misure promesse e adottate possa riuscire nel miracolo di far durare quel fottuto stipendio qualche giorno in più, e si reca speranzoso all'appuntamento con l'urna.

Eppure, basterebbe ricordare, senza nemmeno tornare troppo indietro nel tempo, quali fossero le parole di chi afferma di avere la soluzione – inevitabile, ça va sans dire – della crisi meno imprevedibile di tutti i tempi. Ecco allora alcune delle dichiarazioni di Paulson degli ultimi mesi, raccolte scrupolosamente da Paolo Prometeo (appena tornato dal viaggio in USA, di cui consiglio il resoconto) sul blog Working Ideas :
20 aprile 2007: quando scoppiò la bolla dei subprime, sancì con la sicumera del gran banchiere di Goldman Sachs: «Non vedo come possa essere un problema. Penso che sarà molto contenuto».

12 luglio: assicurava: «Questa è di gran lunga la più forte economia globale che abbia visto nella mia vita d’affari».

1° agosto: mentre scricchiolava l’intero sistema: «Sì, è una sveglia, c’è un aggiustamento nella valutazione del rischio, ma l’economia sottostante gode la miglior salute».

16 marzo 2008: «I nostri mercati sono l’invidia del mondo: sono resilienti, innovativi, flessibili. Essi raddrizzeranno velocemente la situazione, abbimo istituzioni finanziarie forti».

7 maggio: «Il peggio è probabilmente alle nostre spalle».

16 maggio: «Lo stimolo fiscale sosterrà l’economia mentre superiamo la correzione dell’immobiliare, la tempesta nei mercati dei capitali e i rincari di alimenti ed energia… Prevedo un’accelerazione della crescita economica per la fine dell’anno. A mio giudizio, siamo più vicini alla fine dell’instabilità dei mercati che all’inizio».

20 luglio 2008: «Ci vorranno mesi per superare questo periodo la lista delle difficoltà cresceà… ma insisto, abbiamo un sistema bancario sicuro, un sistema bancario sano. I nostri regolatori sono perfettamente all’altezza. E’ una situazione del tutto gestibile».

10 agosto scorso: «Non progettiamo di immettere denaro in queste due istituzioni (Fannie Mae e Freddie Mac)».
L'idraulico Joe ha confessato di trovare vagamente surreale il fatto di essersi trovato al centro del dibattito elettorale. Ma in un mondo in cui a Henry Paulson, longa manus di GoddamnSucks, viene assegnato il compito di “salvare l'economia,” la cosa è perfettamente normale. E sentite cosa dice ora Paulson:
“Non siamo fieri di tutti gli errori che sono stati fatti da molte diverse persone, da parti diverse, dei fallimenti del nostro sistema regolatore, dei fallimenti nella disciplina del mercato che ci hanno condotti qui,” Paulson ha detto in un'intervista alla Fox Business Network. Ma ha detto che di non avere “nessun rimpianto” per i passi che il governo sta facendo ora per affrontare il problema.
Parlano la nostra stessa lingua, eppure non la capiamo, direbbe Alice. E della tana del Bianconiglio non si intravede ancora il fondo.